Mercoledì e giovedì il Consiglio nazionale ha tenuto una sessione straordinaria. Tema pressoché unico: il programma di legislatura della Confederazione. Nell’allucinante massa di bla-bla su fumose  dichiarazioni di principio che vogliono dire tutto e niente, una decisione merita di venire segnalata. Una  decisione arrivata così, apparentemente quasi per caso, senza grandi discussioni. Una sorpresa emersa  al momento della votazione. Che, però, ha causato il levarsi, dai banchi della $inistra, di un’esclamazione di sgomento. 

Gli è che un articoletto inserito nel programma di legislatura dalla maggioranza del Consiglio nazionale al capitolo dedicato alla collaborazione internazionale recita: “la collaborazione allo sviluppo è collegata ad accordi di riammissione degli asilanti respinti (dalla Svizzera)”.  Questa norma suona familiare. Si tratta infatti, nella sostanza, della famosa mozione rocambolescamente bocciata dal Consiglio degli Stati nella sezione di primavera, a seguito di una procedura di voto  che ha suscitato sfottò a largo raggio. Infatti, prima la proposta era stata accettata “di misura”, poi un paio di senatori si annunciarono dichiarando candidamente di aver sbagliato a votare: pensavano si stesse decidendo su un altro oggetto.

Rifatta la votazione, il risultato iniziale venne ribaltato e la mozione silurata. Non sia mai che si pretenda qualcosa in cambio degli aiuti all’estero! Non sia mai che si abbia il coraggio di stabilire che chi si cucca dei bei soldoni pubblici del contribuente elvetico deve, in cambio, riprendersi i suoi concittadini venuti in Svizzera a fare i finti asilanti! Non sia mai che ci si faccia valere almeno una volta! No: la contrattualizzazione non è politikamente korretta. Bisogna elargire soldi pubblici all’estero senza chiedere nulla in cambio; nemmeno il minimo vitale!

 I soldi pubblici, spiegano i $inistri ed i politikamente korretti, sono una cosa; e la Svizzera deve sempre pagare. Gli obblighi nei confronti del nostro Paese da parte di chi riceve i nostri soldi sono invece tutt’altro; e, soprattutto,  sembrano essere un optional.

Ebbene la proposta che era stata affossata con parole di disdoro – e a larga maggioranza – dai Senatori, è stata invece fatta propria, e senza tante discussioni, dal Nazionale.  Da qui l’esclamazione sgomenta della $inistra. La maggioranza della Camera del popolo ha dunque precisato che la collaborazione allo sviluppo presuppone che chi riceve faccia la propria parte nella riammissione dei finti asilanti.

Il rovescio della medaglia

Per una notizia positiva, non poteva mancare quella negativa.

 Infatti, sempre a maggioranza il Consiglio nazionale ha rifiutato di inserire nel programma di legislatura l’impegno per il Consiglio federale di presentare entro un anno il messaggio sull’iniziativa, approvata in votazione popolare, per l’espulsione degli stranieri che delinquono o che abusano del nostro Stato sociale. Capita l’antifona? I deputati rifiutano di sostenere l’iniziativa votata dal popolo, su cui il governo sta dormendo alla grande. Invece, sull’iniziativa contro le residenze secondarie (e quindi contro i rustici) si è messo subito il turbo, pretendendo oltretutto applicazioni talebane. Al punto che i balivi dell’ARE hanno avuto il coraggio di proporre che i Comuni che continuano a rilasciare licenze edilizie per abitazioni secondarie malgrado abbiano già superato la quota del 20%, vengano denunciati penalmente.

 Un sistema dei due pesi e delle due misure, un doppio binario che è semplicemente vergognoso e che non fa che dimostrare, per l’ennesima volta, l’insipienza di questo Consiglio federale e dei suoi burocrati tirapiedi.