Banda di rumeni rapina gli anziani
E’ notizia di venerdì: il tribunale criminale di Ginevra ha condannato sei rumeni (ma guarda un po’…) per rapina aggravata a pene oscillanti tra 3 anni di carcere con la condizionale e sette anni. La banda ha messo a segno i suoi colpi tra l’agosto e l’ottobre 2011, e prendeva di mira soprattutto persone anziane, ricorrendo anche ad atti violenti per un magro bottino.
Fin qui i fatti di cronaca, decisamente inquietanti.
Ma come, gli stranieri che delinquono non dovevano essere solo un’invenzione della Lega populista e razzista? Quando il nostro Movimento, come pure il Mattino della domenica, ammonivano che, accettando la libera circolazione delle persone allargata ai nuovi Stati membri UE, i primi ad usufruirne sarebbero stati i criminali dell’Europa dell’est, non mentivano spudoratamente a scopo elettorale (da notare che non si era nemmeno in periodo di elezioni)? E quando la Lega ed il Mattino puntavano il dito contro i delinquenti di questi paesi, persone pronte a tutto per un paio di franchi, non davano prova di becera xenofobia? E gli stranieri che delinquono, non dovevano essere solo dei “casi isolati”?
Se i fatti sono inquietanti, anche le motivazioni della sentenza ginevrina, almeno così come riportate dagli organi d’informazione, suscitano interrogativi mica da ridere.
Ad esempio: le pene di cui sopra – oscillanti tra i tre anni di carcere con la condizionale ed i sette anni – sono qualificate come “pesanti”. Pesanti dove? Per aggressioni a scopo di rapina, vigliaccamente dirette contro persone fragili, gli anziani appunto, sono pene ridicole. La vicenda pone inoltre di nuovo l’accento, come è stato il caso della recente rapina in casa a Villa Luganese, sulla necessità di mettere gli onesti cittadini – sempre più potenziali vittime, grazie alla deleteria politica delle frontiere spalancate, di delinquenti “non patrizi” – nella condizione di difendersi. Questo ancora una volta in contraddizione con lo sciagurato dogma politikamente korretto che vuole invece l’esatto contrario: disarmare gli onesti. Per la gioia, ovviamente, dei criminali. Che possono partire dal presupposto di avere a che fare con bersagli inermi.
Altrettanto bislacca la considerazione del tribunale criminale ginevrino che recita: «benché i condannati appartengano ad una minoranza etnica con prospettive economiche e professionali scarse, essi avevano tuttavia la possibilità di guadagnarsi il pane onestamente nel loro Paese». Ma stiamo scherzando? Non ce ne importa un tubo se i condannati sono o non sono minoranza etnica, se avevano o non avevano la possibilità di guadagnarsi onestamente il pane nel loro Paese. Niente giustifica che costoro vengano in Svizzera a rapinare vecchietti. Se in altre nazioni per taluni gruppi (?) è necessario delinquere per vivere, non è di certo colpa nostra. E di sicuro non intendiamo farne le spese in casa nostra.
O forse adesso si pretende di tollerare, in nome del politikamente korretto e della multikulturalità completamente fallita, che il criminale straniero abituato a delinquere in patria, fosse anche per necessità, lo faccia anche in Svizzera, perché questo è il suo stile di vita?
Lorenzo Quadri