Germania alla frenetica ricerca del giovane presunto terrorista siriano
Al momento di andare in stampa, erano ancora in corso le frenetiche ricerche nella città tedesca di Chemnitz (Sassonia) di un 22 enne siriano, tale Jaber Albakr, considerato un “soggetto molto pericoloso”. L’ennesimo bravo giovane di origini mediorientali è sospettato di aver fabbricato un ordigno esplosivo, ovviamente per mettere a segno un attentato di matrice islamica in un aeroporto tedesco.
Uella, vuoi vedere che il bravo ragazzo perfettamente integrato è arrivato in Germania come asilante? E cosa diceva al proposito l’Anghela Merkel, una delle principali responsabili del “caos asilo” che sta inguaiando l’Europa e che sta costando miliardi al contribuente svizzerotto, miliardi che poi mancano quando si tratta di aiutare i “nostri”?
Mica raccontava, l’Anghela, che gli asilanti non portano il terrorismo? Ma quando mai, ma chi potrebbe mai pensarlo! Il terrorismo islamico non lo portano i migranti economici in arrivo da paesi islamici dove oltretutto l’Isis controlla i barconi! Lo portano gli oriundi delle alpi bavaresi, o magari i marziani!
Il disastro
Con la folle politica dell’ “accogliamo tutti”, la Merkel ha messo in movimento verso l’Europa milioni di migranti economici con lo smartphone, tutti giovani uomini soli che non scappano da alcuna guerra, e che mai si integreranno in Occidente: nella migliore delle ipotesi faranno i casi sociali a vita, nella peggiore invece verranno radicalizzati dagli estremisti islamici già presenti in loco (una presenza per cui possiamo ringraziare la politica del fallimentare multikulti; altro che “immigrazione uguale ricchezza!”).
Che il disastro-asilo costi alla Merkel il cadregone, è proprio il minimo.
Non solo Germania
Ma naturalmente i simpatizzanti dell’Isis non si trovano solo in Germania. Infatti li abbiamo in casa anche noi. E’ recente, ad esempio, la notizia che la Procura federale ha aperto un inchiesta nei confronti di un finto rifugiato siriano, che al suo paese è accusato di crimini contro il diritto internazionale (non di furto di ciliegie al mercato). Ma come: non doveva arrivare solo brava gente, come amano ripeterci i kompagni spalancatori di frontiere e la loro radiotelevisione di servizio, sicché bisogna (?) far entrare tutti, pena il marchio d’infamia del razzismo e della xenofobia?
I conti della serva
I conti sono presto fatti. Ammettiamo che, tra i migranti economici, i seguaci dell’Isis siano anche solo uno su mille. Quest’anno in Svizzera sono già arrivati 35mila asilanti (di fatto, dunque, abbiamo già esaurito il “tetto massimo” che l’Austria, grande più o meno come noi, si era fissata per l’anno di disgrazia 2016). Ciò significherebbe che tra questi 35mila migranti ci sono 35 potenziali terroristi.
Sicché, è inutile strillare ed indignarsi perché la popolazione si ribella ai progetti di nuovi centri asilanti (vedi il caso Seelisberg). Se questo accade, la colpa non è affatto degli svizzerotti “chiusi e gretti”. La colpa è degli spalancatori di frontiere, che fanno arrivare frotte di finti rifugiati. Nei confronti di questi ultimi, i cittadini elvetici sono giustamente chiusi. Quando in Svizzera arriveranno solo veri perseguitati, si può star certi che nessuno negherà un sostegno, nel solco della tradizione umanitaria elvetica. Ma, finché entrano frotte di giovanotti vestiti alla moda e con lo smartphone ultimo modello, e magari pure con una concezione del ruolo della donna incompatibile con la nostra…
Lorenzo Quadri