Ma guarda un po’: ancora una volta, l’ennesima, la Lega ed il Mattino avevano ragione. Il famoso tesoretto, la cui esistenza è stata negata ad oltranza dal Consiglio di Stato, e irrisa dal partito trasversale delle tasse e dai suoi media di servizio, esiste.
Lo certifica il Corrierone del Ticino di venerdì. Il quale rileva che non solo il tesoretto esiste ma – uscendo a fette anno dopo anno – ha quasi raggiunto quota 300 milioni. Ma come: non dovevano essere tutte balle della Lega populista e razzista?
Per tesoretto si intende il gettito “extra” prodotto tra il 2004 e il 2007, in periodo di forte crescita economica. Gettito che veniva regolarmente “imboscato” per dare l’impressione che i conti del Cantone fossero messi peggio rispetto alla realtà.
Ciò rispondeva e risponde ad un preciso disegno politico con diversi obiettivi. Da un lato preparare il terreno per lo scarica barile di costi dal Cantone ai Comuni. Dall’altro contrastare ogni proposta di sgravio fiscale a vantaggio dei cittadini e dell’economia, con lo spauracchio del baratro nei conti pubblici. E poi, naturalmente, porre le premesse per aggravi fiscali.
La questione è nota. A livello cantonale il problema non sono le entrate. Il problema sono le uscite, che sono esplose. Se la spesa pubblica fosse sotto controllo, dunque, non ci sarebbe stato problema a procedere a sgravi fiscali. Ma visto che la spesa è fuori controllo, grazie anche ad un’amministrazione pubblica elefantesca, lottizzata dai partiti $torici, e che comanda più del governo, allora ecco che una, per quanto momentanea, riduzione delle entrate, provoca i ben noti isterismi. Infatti imporrebbe di intervenire là dove ci sono i problemi, ossia sul fronte delle uscite, e non dove non ci sono, ossia dalla parte delle entrate, ma dove è più facile mungere.
Sul fronte delle uscite è poi doveroso citare i sussidi di vario tipo agli stranieri titolari di un permesso B: quelli che al contribuente non dovrebbero costare nulla, e che invece costano tranquillamente almeno una trentina di milioni all’anno.
Naturalmente questa prospettiva è destinata a cambiare a seguito della devastante libera circolazione delle persone che ha sfasciato il mercato del lavoro ticinese. Se i ticinesi non hanno lavoro è chiaro che non pagano le tasse, ed inoltre non spendono, quindi i commerci lavorano meno e a loro volta pagano meno imposte, e così via in una deleteria reazione a catena che il DFE, gestito dal PLR, nulla ha fatto, nulla fa e nulla intende fare per spezzare.
La riduzione delle entrate causata dagli sgravi fiscali è momentanea in quanto, come dimostrano i consuntivi cantonali degli scorsi anni, gli sgravi poi portano soldi in cassa, dal momento che attirano buoni contribuenti. A meno che il Ticino voglia essere attrattivo solo per gli stranieri a carico dello Stato sociale. Espellere gli stranieri a carico del contribuente è peraltro – e giustamente – il trend attuale di vari paesi UE. Ma stranamente i $inistri, sempre pronti a riempirsi la bocca con l’eurocompatibilità, questa volta tacciono; chissà come mai?
Intanto come noto la concorrenzialità fiscale di questo Cantone è a ramengo da tempo. Sarà ancora peggio nel caso in cui il 18 maggio i cittadini dovessero approvare il moltiplicatore cantonale con contenimento del deficit, che altro non è se non un meccanismo pensato dalla $inistra ma fotocopiato (Xerox) dalla Consigliera di Stato dell’ex partitone per aumentare le imposte. Ma come, il presidente PLR non ama ripetere a destra e a manca di essere assolutamente contrario agli aggravi fiscali?
Il tesoretto, dunque, esiste. Alla faccia della patetica sceneggiata del bauletto con cui l’allora maggioranza del Consiglio di Stato ha tentato goffamente di screditare la Lega. Ma, anche questa volta la Lega ed il Mattino avevano ragione.
Lorenzo Quadri