Ma come, non dovevano essere tutte invenzioni della Lega populista e razzista? Invece i dati  forniti dal Consiglio di Stato rispondendo ad un’interrogazione del gran consigliere leghista Michele Guerra non lasciano spazio a dubbi.  Nell’anno 2012 in Ticino il 58% dei reati è stato commesso da cittadini stranieri. Gli asilanti, che sono 0.26% della popolazione, sono responsabili del 5.3% dei reati (8.3% se si considerano anche i NEM).
Dal 2009 ad oggi gli imputati identificati in Ticino per reati sessuali sono stati 54, di cui ben 33 di nazionalità straniera.
Ricordiamo che in Ticino gli stranieri sono il 26% della popolazione. Ora, se il 26% della popolazione commette il 58% dei reati, anche a quello che mena il gesso dovrebbe essere chiaro sul fatto che abbiamo un serio problema di criminalità straniera.
In altre parole, altro che populismo, altro che razzismo: per l’ennesima volta, la Lega ed il Mattino avevano ragione mentre i politikamente korretti hanno raccontato un sacco di panzane, nel tentativo di camuffare i disastri provocati dalla fallimentare politica delle frontiere spalancate.
La realtà è che aprendo le dogane ancora prima dei lavoratori a basso costo sono arrivati i delinquenti stranieri che hanno trovato nella Svizzera il Paese del Bengodi.
Oltretutto i segnali si fanno sempre più allarmanti. Pensiamo all’ultima rapina in casa commessa a Villa Luganese ai danni di una donna molto anziana (centenaria). Questi delinquenti stranieri non si fanno alcuna remora ad aggredire i cittadini nelle loro case per farsi consegnare con la violenza soldi ed oggetti di  valore. Lo fanno perché sanno benissimo che avranno vita facile: abitazioni senza dispositivi di sicurezza ed abitanti disarmati ed incapaci di difendersi. Quindi operazione a rischio zero. La voce si sta spandendo, come dimostra il moltiplicarsi delle rapine nelle abitazioni. E’ chiaro che le persone più esposte sono le più deboli, quindi in particolare gli anziani. Il caso di Villa Luganese è paradigmatico: questi criminali stranieri   non si fanno alcuno scrupolo e non arretrano neppure davanti ad una centenaria. E’ chiaro che non possiamo più permetterci di vivere come potevamo farlo quando il massimo della criminalità era il topo d’appartamento. Per questo possiamo ringraziare gli spalancatori di frontiere.

E i “neo svizzeri”?
Va pure considerato che le statistiche non tengono conto dei reati commessi da neosvizzeri, ossia persone naturalizzate da poco. Potendo aggiungere questo elemento, la sproporzione tra svizzeri (veri) e stranieri che delinquono si farebbe ancora più plateale.
Alla risposta del Consiglio di Stato all’interrogazione Guerra, perfino la RSI ha dovuto dedicare spazio. E’ un po’ come se la SECO ammettesse che frontalieri e padroncini sono un problema per il Ticino.
Intanto, però, l’iniziativa per l’espulsione dei delinquenti stranieri, votata dal popolo, giace imboscata a Berna da oltre due anni e mezzo. E il fu partitone, che ha contribuito a spalancare le frontiere, si oppone al potenziamento della polizia necessaria conseguenza dall’esserci aperti – perché “bisogna aprirsi”, e chi dice il contrario è un becero populista e razzista – alla criminalità d’importazione.
E noi, con il 58% dei reati commessi da stranieri che sono il 26% della popolazione, dato che ancora non comprende gli illeciti commessi da “neo-svizzeri”, quale principale cruccio abbiamo il presunto “razzismo”.
Lorenzo Quadri