Il gravissimo fatto di sangue avvenuto la scorsa settimana a Chiasso in via Odescalchi ha riportato con prepotenza alla ribalta il tema dei delinquenti stranieri che ci siamo messi in casa “grazie” ad una politica migratoria scriteriata. Le persone in carcere con l’accusa di assassinio non sono certo “patrizie di Corticiasca” bensì straniere (o di origine straniera).
L’esigenza, per noi svizzerotti, di scendere finalmente dal pero e di fare repulisti in casa è evidente. Ci siamo riempiti di “fuffa”. Ma come, gli stranieri che delinquono non dovevano essere un’invenzione della Lega populista e razzista? Ma come, non erano tutti “casi isolati”?
A Chiasso è scoppiato un bubbone. Ma certamente ci sono svariati altri focalai.
Precedenti penali
Particolarmente importante – e scandaloso – è che tra quanti sono finiti in carcere per l’omicidio di Via Odescalchi i precedenti penali abbondano. E non solo per il 26enne italo-brasiliano che, notoriamente, alcuni mesi fa a Paradiso ha investito di proposito col suo SUV un poliziotto reo di averlo multato. Per questo fatto, gravissimo, il “bravo giovane” straniero è stato condannato alla ridicola pena di 6 mesi con la condizionale, ciò che ne avrebbe impedito l’espulsione poiché una condanna di questo tipo non sarebbe, per giurisprudenza, sufficiente a giustificare l’allontanamento dalla Svizzera. Chi ha emesso questa condanna e chi ha partorito una simile giurisprudenza ha sulla coscienza le azioni dell’italo-brasiliano. Il quale, peraltro, era in buona compagnia (chi s’assomiglia, si piglia). Tra gli arrestati, abbondano i pregiudicati per reati violenti (aggressioni). In un caso, quello del 29enne kosovaro residente nel Bellinzonese, si parla pure di calci al volto sferrati quando la vittima era già a terra. Una modalità che ben sappiamo dove può portare, vedi delitto Tamagni.
I morti sulla coscienza
Però questi delinquenti d’importazione, malgrado fossero già noti alla giustizia, erano ancora in Ticino. E’ dunque evidente che qualcosa non funziona. Ci riempiamo di feccia, grazie ad una politica migratoria scriteriata, e poi non la espelliamo nemmeno! Ciò contro la volontà popolare chiaramente espressa cinque anni fa, ma non ancora messa in pratica: è ovvio che a Berna non hanno alcuna fretta. Il $inistro garantismo politikamente korretto, multikulti e moralista a senso unico, frena. “Guai! Non si espelle! Vergogna! Razzisti e fascisti! Chi arriva in Svizzera deve anche poterci restare” (fregnaccia, quest’ultima, sentita ad un recente dibattito elettorale). Complimenti, politikamente korretti spalancatori di frontiere, moralisti e multikulti! Noi saremo anche degli spregevoli xenofobi e razzisti. Ma i morti sulla coscienza ce li avete voi. Proprio voi, che vi credete nella condizione di calare lezioni di morale agli altri. Che effetto fa?
Un paio di domandine
E’ chiaro che ci sono a questo punto un paio di cosette che ci interessa particolarmente sapere. Ad esempio, da quanto tempo sono in Ticino tutte le persone coinvolte, i precedenti penali esatti di ciascuno di loro, e perché questi galantuomini non sono stati espulsi dalla Svizzera prima che ci scappasse il morto. E non vorremmo che magari qualcuno di loro avesse pure ricevuto prestazioni sociali. O che adesso beneficiasse dell’assistenza giudiziaria gratuita.
Espulsioni sistematiche
Poiché i delinquenti stranieri che ci ritroviamo in casa grazie alle frontiere spalancate e al garantismo nelle non-espulsioni non sono ladri di ciliegie ma persone pericolose, è evidente che bisogna cambiare marcia. Le espulsioni devono essere rapide, certe e sistematiche. E’ora di cominciare seriamente a buttare fuori dalla Svizzera un po’ di brutta gente importata che non merita di restare qui. Perché è un pericolo sia per gli svizzeri, come pure per gli stranieri onesti che vivono nel nostro paese. Le espulsioni devono servire anche a scopo deterrente. Che si capisca, finalmente, che non siamo il paese del Bengodi per tutti quelli che se ne vogliono approfittare perché “tanto gli svizzerotti sono fessi e non accorgono di niente”.
Delinquenti stranieri
E’ stata citata prima l’iniziativa per l’espulsione degli stranieri che delinquono. I promotori avevano raccolto alcuni dati molto significativi sulla criminalità d’importazione che – pur essendo trascorso qualche anno – non sono certamente cambiati nella sostanza. Poche percentuali facili – facili, che è opportuno riproporre, sulla percentuale di autori stranieri per i reati più gravi. Ricordando bene che la popolazione elvetica non è certo suddivisa a metà tra svizzeri e stranieri, poiché gli stranieri sono un quarto. Questo vuol dire che anche per quei reati dove si è vicini alla parità, il tasso delinquenziale degli stranieri è doppio. Non lo dice il Mattino populista e razzista; lo dicono le statistiche federali.
Reato Quota di criminali stranieri
Traffico di esseri umani 91%
Stupri 62%
Omicidi 59%
Furti con scasso 57%
Sequestri/rapimenti 56%
Lesioni corporali gravi 54%
In Ticino
Ci sono poi anche alcuni altri dati interessanti, contenuti in una risposta governativa dell’ottobre 2014 ad un’interrogazione dell’allora gran consigliere Udc Eros Mellini, che si riferiscono ai reati commessi nel nostro Cantone nel 2011.
Vi si legge ad esempio:
Reato Quota di criminali stranieri
Omicidio 55.6%
Rissa 100% (sic!)
Aggressione 60.2%
Rapina 66.7%
Borseggio 94,4%
Furto 63.3%
Furto con destrezza 81,6%
Traffico stupefacenti (grave) 58.3%
Eccetera.
Da notare, e questo vale per entrambe le tabelle, che uno straniero naturalizzato va ad aumentare il tasso di criminalità degli svizzeri, mica quello degli stranieri. Quando invece…
La conclusione non può che essere quella cui giungevamo già domenica scorsa: avanti con la ramazza!
Lorenzo Quadri