Espulsione dei delinquenti stranieri: Ticino primo della classe! Grazie Norman!

Beh, finalmente una bella notizia. Che, ma guarda un po’, arriva grazie al Dipartimento delle istituzioni guidato dal leghista Norman Gobbi. Il Ticino è infatti, come abbiamo appreso di recente, uno dei Cantoni più virtuosi nell’ambito dell’espulsione dei delinquenti stranieri, con una quota di persone effettivamente allontanate dalla Svizzera del 72%. Bene, avanti così!  Peccato che la lieta novella si inserisca in un quadro che, a livello nazionale, è a dir poco desolante.

Inflessibili solo con gli automobilisti

L’espulsione dei delinquenti stranieri è infatti stata decisa dal popolo nel lontano 2010. Tuttavia, come spesso accade per le decisioni popolari sgradite, la partitocrazia l’ha snobbata alla grande. Sicché l’UDC nazionale ha lanciato la cosiddetta iniziativa d’attuazione, che elencava esattamente in quali casi il delinquente straniero sarebbe stato espulso con certezza; ovvero senza tanti se né ma. Da notare che gli spalancatori di frontiere multikulti si sono subito messi a starnazzare. Oltre al solito disco rotto del “razzismo” e della “xenofobia” (che süpa, $ignori… che süpa), costoro blateravano che, con l’iniziativa, il giudice non avrebbe avuto il margine di manovra necessario per valutare il singolo caso. Peccato che poi sia stato approvato il bidone Via Sicura. E questo, ma guarda un po’, prevede proprio l’azzeramento del margine di manovra del giudice. Però in quel caso la soppressione delle possibilità di apprezzamento, naturalmente a danno degli automobilisti, alla casta politikamente korretta va benissimo! Capito l’andazzo? Triciclo partitocratico inflessibile con gli automobilisti (che vanno criminalizzati con ogni pretesto), ma buonista-coglionista con i delinquenti stranieri!

Eccezione trasformata in regola

Sull’iniziativa d’attuazione si è votato nel febbraio 2016. L’iniziativa è stata respinta con il 63% dei voti. L’élite spalancatrice di frontiere – partitocrazia, stampa di regime, intellettualini da tre e una cicca – si mobilitò in forze per affossarla. E con un’isteria che avrebbe anticipato quella sfoderata contro il “No Billag”.

Argomento principe: l’iniziativa non avrebbe tenuto conto dei casi di rigore. Ossia di quei casi in cui l’espulsione del delinquente straniero – per quanto di per sé giustificata dai reati commessi – risulterebbe “sproporzionata”. Bocciata l’iniziativa, ecco che la legge sugli stranieri contempla la clausola di rigore. Ma non ci voleva il Mago Otelma per prevedere che la casta multikulti ne avrebbe immediatamente abusato, trasformando in regola quella che avrebbe dovuto essere l’eccezione. Il Consiglio federale, prima della votazione, aveva promesso che, con la nuova legge sugli stranieri, ci sarebbero state 4000 espulsioni all’anno. Certo, come no. Ce la immaginiamo la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga, che propone una legge che porta a 4000 espulsioni all’anno? O la partitocrazia politikamente korretta che la approva?

Un decimo

Ed infatti, altro che 4000 espulsioni all’anno. Si naviga attorno ad un decimo di questa cifra. Per l’ennesima volta, la casta ha raccontato un sacco di balle. Niente di nuovo sotto il sole. Ricordiamo ad esempio che il Consiglio federale aveva promesso che, con la devastante libera circolazione delle persone, sarebbero immigrate in Svizzera dall’UE al massimo 10mila persone all’anno. La cifra reale, a dipendenza dell’annata, è tra le 6 e le 8 volte superiore. Oppure, sempre il Consiglio federale aveva promesso che gli accordi di Schengen sarebbero costati 7-8 milioni all’anno; invece siamo in zona 200. E, ancora a proposito di Schengen, prima della votazione era pure stato raccontato che in nessun modo l’adesione della Svizzera avrebbe comportato una messa in discussione del nostro diritto delle armi. Invece, come abbiamo ben visto con il Diktat UE sulle armi – davanti al quale la partitocrazia cameriera di Bruxelles ha calato le braghe – le cose stanno ben diversamente. Si dirà che i tempi cambiano, e che gli accordi internazionali si devono adattare. Bene, allora cambia anche la devastante libera circolazione delle persone. Anche quella si adatta; ovvero si limita. Invece, chissà perché, secondo i tamberla del triciclo la devastante libera circolazione delle persone deve rimanere in vigore sempre identica. Ovvero senza alcun limite. Altrimenti i funzionarietti dell’UE si inalberano! Penoso: negli stessi paesi membri gli eurocrati vengono mandati “affandidietro”. Invece gli svizzerotti si inginocchiano.

Logica conseguenza

La vicenda delle (non) espulsioni dei delinquenti stranieri – che sono 400 all’anno invece di 4000 – conferma che:

1) sulle promesse della casta non si può assolutamente fare affidamento; e

2) quando si tratta di non applicare la volontà popolare, la casta il margine di manovra lo trova.

Infatti, come si spiega che in Ticino, grazie a Norman Gobbi, il 72% dei delinquenti stranieri da allontanare viene effettivamente espulso, mentre ci sono cantoni come Neuchâtel in cui questa percentuale è di un miserevole 11%? Tutti i “casi di rigore”, ossia tutti i delinquenti che sarebbe “sproporzionato” (?) rimandare al loro paese, sono a Neuchâtel? Evidentemente no. E’ lecito supporre che questi casi siano distribuiti in modo più o meno uniforme sul territorio nazionale.

Se ne deduce quindi che, in alcuni Cantoni, politicanti e legulei approfittano senza remore della scappatoia dei “casi di rigore” per NON applicare praticamente mai la volontà popolare, sostituendola con il principio-guida della casta spalancatrice di frontiere: “devono entrare (e restare) tutti”.

Basti pensare che il tribunale cantonale zurighese è addirittura riuscito a decidere che non si può (sa po’ mia!)  espellere un 27enne picchiatore tedesco nullafacente, perché ciò sarebbe contrario alla devastante libera circolazione delle persone.Uella! E la volontà popolare? E l’articolo costituzionale sull’espulsione dei delinquenti stranieri? Nello sciacquone! Libera circolazione über Alles!

Il “margine di manovra”

L’abissale differenza tra i vari Cantoni dimostra che, quando vuole, la casta il “margine di manovra” lo trova. Stranamente, ma guarda un po’, lo trova sempre per non applicare la volontà popolare. Quando invece si tratta di applicarla, allora si attacca, come una cozza allo scoglio, al ritornello del “sa po’ mia”!

Signori, ma chi pensate di prendere per i fondelli? Ricordarsene alle prossime elezioni!

Lorenzo Quadri