Ma guarda un po’! La Danimarca, che non ci risulta essere una dittatura nazifascista, bensì uno Stato membro UE, ha deciso di darsi regole più restrittive in materia di naturalizzazioni. Il giro di vite è stato deciso con l’accordo del maggiore partito di $inistra, i Socialdemocratici. “Prendere la cittadinanza danese è qualcosa di molto speciale ed è semplicemente giusto che alziamo l’asticella per potersi dire danesi”, ha dichiarato la ministra dell’immigrazione e dell’integrazione.

Loro possono
Apperò. I danesi possono. Se lo fanno gli svizzerotti, invece, ecco che si scatena il solito mantra populisti-razzisti-chiusi-gretti. I danesi possono, ed oltretutto con l’accordo della ministra dell’integrazione. Da noi, dove integrazione è diventata sinonimo di frontiere spalancate e di “dentro tutti che tanto ci pensa il contribuente a mantenervi con le sue imposte”, una cosa del genere non sarebbe nemmeno immaginabile.
I danesi possono, e addirittura con il benestare dei Socialdemocratici. Da noi i kompagni, i moralisti a senso unico e gli intellettualini rossi si sarebbero già messi a strillare contro la ministra rea di essersi prodotta in affermazioni temerarie come quella indicata sopra. Perché per loro non è lo straniero a doversi integrare, non sia mai; è il cittadino svizzero che si deve adattare ad usanze e pretese altrui, rinunciano alle sue per “non offendere” (?) l’immigrato.

Il giro di vite
In che modo Copenhagen ha dato un giro di vite sulle naturalizzazioni? Prima di tutto, ha deciso di alzare l’asticella sulla conoscenza della lingua. Il candidato al passaporto nazionale dovrà superare il test di Danese 3 (più alto) con prova scritta di 4 ore e orale di 15 minuti.
Ma soprattutto, e qui viene la parte più interessante (in quanto meno politikamente korretta): i candidati al passaporto danese dovranno dimostrare di essere stati autosufficienti economicamente per almeno 4 anni e mezzo nei 5 precedenti la richiesta. Ed inoltre, chi ha commesso reati sarà d’ora in poi escluso dalla naturalizzazione per un periodo fino a 30 anni.

Regole interessanti
Queste nuove regole danesi sono molto interessanti. Si ricorderà che il popolo del Canton Berna ha votato una modifica costituzionale che prevede esplicitamente il divieto di naturalizzare persone a carico dello Stato sociale. La garanzia federale (concessa dalle Camere) a questa nuova regola è arrivata lo scorso maggio. In contemporanea, è stato “garantito” anche il divieto di burqa votato dal popolo ticinese. In entrambi i casi, sia quello bernese che quello del nostro Cantone, chi ha starnazzato perché non voleva accettare il voto dei cittadini? Ma naturalmente la $inistra, il partito del ri-voto del 9 febbraio! Gli argomenti addotti erano sempre gli stessi: demagogia, populismo, xenofobia, e via andando. In Danimarca, invece, la stessa $inistra approva le restrizioni alle naturalizzazioni. Ma allora pretendere che il passaporto elvetico (o danese) sia concesso solo a chi è autonomo finanziariamente non è roba da razzisti e fascisti… a meno che anche i socialdemocratici danesi ricadano sotto la categoria! Kompagni ticinesi ed elvetici, “dovete aprirvi” ai vostri omologhi danesi!

Ci stanno simpatici
La Danimarca comunque comincia a starci molto simpatica. Qualche mese fa la regina Margrethe ha provocato travasi di bile ai talebani della multikulturalità con la seguente dichiarazione: “Chi si trasferisce in Danimarca deve conformarsi ai valori e alle norme danesi. Possiamo accoglierli, ma dobbiamo anche dire cosa ci aspettiamo da loro. Quella in cui arrivano è la nostra società”. E ancora: “sono venuti nella nostra società e quindi non possono aspettarsi di poter perpetuare i loro modelli da noi (…) se fanno cose incompatibili con il modello di società danese, devono rendersi conto che non può funzionare”.
Adesso il giro di vite sulle naturalizzazioni.
Aggiungiamo anche che in Danimarca è vietato esporre bandiere straniere, salvo speciale autorizzazione di polizia. Mentre da noi non si hanno nemmeno gli attributi per obbligare chi espone una bandiera straniera ad accompagnarla con una svizzera.
Siamo tutti danesi?
Lorenzo Quadri