Immigrazione clandestina: si aggrava la posizione della deputata-passatrice
Ma guarda un po’. Si è appreso dalla stampa nei giorni scorsi che la deputata P$ Lisa Bosia Mirra, sotto inchiesta per favoreggiamento all’entrata illegale di asilanti, avrebbe compiuto sei staffette. La gran consigliera $ocialista è anche sospettata di aver fornito ai migranti informazioni penalmente rilevanti. Già le scorse settimane il Corriere del Ticino ha scoperto l’esistenza di biglietti in cui Bosia Mirra perorava richieste d’asilo utilizzano la propria qualifica di deputata in Gran Consiglio.
Sui “loro”: citus mutus!
Le nuove rivelazioni indicano che la posizione giudiziaria dell’imputata si aggrava. Quest’ultima aveva peraltro ammesso in fase di interrogatorio che il viaggio per il quale era finita in manette non era il primo.
Assieme alla posizione giudiziaria della deputata si aggrava la posizione politica del suo partito, il P$ delle frontiere spalancate. Lo stesso vale per i ro$$i moralisti a senso unico: da parte loro infatti, anche dopo le ultime rivelazioni, giunge il solito silenzio assordante. E già: la morale viene utilizzata solo come arma politica contro i nemici. Sui “correligionari”, invece, citus mutus!
La legge non vale per tutti
Sul caso Bosia Mirra e sulle nuove rivelazioni i kompagni dunque tacciono. Strano: se sotto inchiesta fosse finito un esponente leghista, l’atteggiamento della sinistra sarebbe stato ben diverso. Si ricorderà che il presidente del P$ ticinese Igor Righini, poco dopo la notizia del fermo, aveva diramato un maldestro comunicato in cui, in sostanza, si affermava che le leggi si rispettano, ma solo quelle che piacciono agli spalancatori di frontiere. Le altre pongono dei problemi di coscienza e quindi si possono violare. Ohibò, anche a noi pone dei problemi di coscienza il fatto che i soldi delle nostre imposte vengano utilizzati per mantenere finti rifugiati. Che facciamo, smettiamo di pagarle?
Presunzione d’innocenza
Quanto all’ipotesi di dimissioni della deputata-passatrice, il capogruppo $ocialista in parlamento ha invocato la presunzione d’innocenza. Ci piacerebbe proprio sapere se la presunzione d’innocenza sarebbe stata osservata con lo stesso puntiglio se sotto inchiesta si fosse trovato un deputato leghista. Oltretutto nel caso concreto la parlamentare è rea confessa: il suo stesso avvocato difensore, sul Corriere dei Ticino di venerdì, non sostiene che Bosia Mirra non abbia fatto nulla di illecito. Parla invece di “semplice complicità che per giurisprudenza viene sanzionata con una multa”: il reato quindi c’è stato, la sentenza dovrà solo stabilire quale. E allora di che “presunzione d’innocenza” stiamo parlando?
Il partito che usa e abusa della morale come corpo contundente politico contro gli odiati “nemici” non ha avuto né la decenza, né la coerenza, di pretendere che la sua deputata-passatrice per lo meno si autosospendesse in attesa della sentenza a suo carico. Non lo ha fatto all’inizio e non lo fa nemmeno ora che il quadro penale si aggrava. Cosa farà quando arriverà la decisione del tribunale? Dirà che la decisione di rimanere in carica o meno è una scelta personale dell’interessata?
Sul “caso Pesenti”, invece…
Per contro, i kompagni, silenti sulla deputata che fa le staffette (e non in senso sportivo), sono rumorosamente insorti schizzando veleno – spalleggiati dai fascistelli rossi della loro stampa-monnezza sedicente “satirica” – perché la loro ex consigliera di Stato Patrizia Pesenti ha accettato di candidarsi per il Consiglio dell’Ente LAC su proposta della Lega. Avere a che fare con l’odiata Lega: questo sì che è un crimine! Questo sì che lede la dignità della politica! Aiutare degli asilanti a varcare illegalmente il confine, farsi cogliere in flagranza di reato ed arrestare? E’ cosa buona e giusta, perché in Svizzera “devono entrare tutti”! Le leggi? Le devono rispettare solo gli avversari politici. I “loro”, invece…
Lorenzo Quadri