Credit Suisse: i $inistrati abbiano la decenza di tacere. E la politichetta federale…
La débâcle di Credit Suisse tiene banco da oltre una settimana. E lo crediamo bene, vista la portata della vicenda. Ecco alcune parole chiave.
Manager stranieri. Per troppo tempo Credit Suisse si è affidato a CEO stranieri, completamente slegati dalla realtà e dalla cultura svizzere, che hanno dimostrato di non valere una sverza e che a loro volta si sono circondati di collaboratori stranieri. Del resto, anche il principale azionista dell’istituto è (era) saudita. La dirigenza d’importazione ha fatto il disastro con operazioni fallimentari all’estero (la divisione svizzera di CS è per contro solida) incassando tuttavia milioni a palate. E naturalmente la passerà liscia. L’ex CEO Tidjane Thiam, originario della Costa d’Avorio, litigava con i vicini e li faceva pedinare. Il livello era questo: beghe da pianerottolo. Costui, a quanto si legge in rete, è ora tornato nella natìa Costa d’Avorio a fare il politicante, con addirittura aspirazioni presidenziali (auguri alla popolazione ivoriana). Si può immaginare quanto gliene potesse fregare della Svizzera.
Blocco degli averi. Ci domandiamo come mai nessun politicante chieda di bloccare i beni dei manager stranieri che hanno distrutto la seconda banca elvetica. Di bloccarli e poi di confiscarli per risarcire, almeno in parte, le migliaia di dipendenti di CS e di UBS che resteranno disoccupati per colpa di costoro. Visto che qualcuno pensa di confiscare i patrimoni dei borsoni russi, che alla Svizzera hanno portato solo benefici, a maggior ragione la misura va presa nei confronti di chi ha arrecato un danno enorme al paese.
Passaporto rosso. E’ pacifico che, in considerazione dell’esperienza fatta, i manager della futura banca unica UBS-CS dovranno avere la cittadinanza svizzera e solidi legami col nostro territorio. Ne abbiamo le scuffie sature dell’internazionalismo becero.
Diritto d’emergenza. L’acquisizione-lampo di CS da parte di UBS, dal punto di vista del diritto, è a dir poco avventurosa. Ed è avvenuta, per l’ennesima volta, a seguito di pressioni estere. Qualcuno ha detto che si tratta di operazioni da repubblica delle banane. Con la pandemia di stramaledetto virus cinese, il governicchio ha sperimentato la violazione dell’ordinamento giuridico e dei diritti dei cittadini tramite il sotterfugio del “diritto d’emergenza”. Così ha creato un precedente. E ci ha preso gusto.
Stop frontalieri nel terziario. La fusione tra due banche con strutture simili provocherà migliaia di disoccupati (doppioni). Saranno colpiti sia i dipendenti del CS che quelli di UBS. Questo vuol dire che anche in Ticino tanti bancari rimarranno senza lavoro e andranno ricollocati altrove. Di conseguenza, ci pare pacifico che nel settore terziario da subito non deve più venire rilasciato nemmeno un nuovo permesso G. Tutti i posti disponibili servono ai ticinesi! Un blocco di questo tipo non è legale in quanto in contrasto con la devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia? Chissenefrega: si adotterà, anche qui, il diritto di emergenza. Oppure quest’ultimo serve solo a calare le braghe davanti a diktat esteri? Mozione leghista a Berna in arrivo.
Sessione straordinaria delle Camere federali. Si prospetta un imbarazzante teatrino elettorale, con i politicanti che si parlano addosso sul nulla, perché non hanno nulla da decidere, con l’unico scopo di mettere fuori la faccia sui media. E il conto della “sessione straordinaria” lo paga il contribuente. Prevedibili le accuse incrociate tra partiti “borghesi” per sapere a quale ministro delle finanze attribuire colpe: se all’Udc Maurer o alla liblab Ka-Ka-eS. Quando la responsabilità (come detto) è dei manager stranieri del Credit Suisse. I quali “ovviamente” resteranno impuniti.
Faccia di tolla. I $inistrati hanno sempre criminalizzato la piazza finanziaria e quindi chi ci lavora. I kompagnuzzi si bullano di aver contribuito alla rottamazione del segreto bancario, con tutte le conseguenze occupazionali e fiscali del caso. Eppure adesso assistiamo all’indecente spettacolo di $indakalisti-politicanti P$ che tentano ipocritamente di spacciarsi per paladini dei dipendenti di CS ed UBS, e di farsi campagna elettorale sulla loro pelle. Inguardabile ed inascoltabile. Ma questi kompagni pensano davvero che la gente sia scema? Se i ro$$overdi pianificano di montare in cattedra nella sessione straordinaria del parlatoio federale, vanno zittiti all’istante.
Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI). Ovvero: politicanti che giocano ai piccoli Sherlock Holmes. Una CPI non caverebbe un ragno dal buco. Servirebbe solo ai suoi componenti a pavoneggiarsi sui media e a fatturare gettoni di presenza al contribuente. Niente di strano che siano i $inistrati a pretendere una CPI, visto che troppi di loro sono studenti a vita che di “lavoro” fanno i parlamentari.
Una sola grande banca in Svizzera. Chiaramente non è una bella notizia. Né dal punto di vista economico (rischio di monopolio) né da quello della democrazia e della politica monetaria. Sia la BNS che il governicchio federale finirebbero per farsi “schiacciare gli ordini” dal nuovo colosso. Ovvero da una multinazionale – e come tale spalancatrice di frontiere – i cui interessi non necessariamente (eufemismo) convergono con quelli della Svizzera e dei suoi cittadini.
259 miliardi? Secondo il “Blick”, che cita la “Schweiz am Wochenende”, il salvataggio del Credit Suisse potrebbe costare fino a 259 miliardi di franchetti. 9 miliardi è la garanzia che il governicchio federale ha messo a disposizione di UBS in caso di perdite. 250 miliardi è invece quanto è pronta a stanziare la Banca nazionale per rimediare a penurie di liquidità: 50 miliardi per CS, che sarebbero già stati riscossi, e altri 200 a disposizione della nuova UBS “extralarge” nel caso in cui anch’essa si dovesse trovare a corto di contante. In totale sarebbero dunque sul tavolo ben 259 miliardi per puntellare la piazza finanziaria! Da notare che il PIL della Svizzera ammonta a 771.2 miliardi di franchi.
Sicché, quando c’è la volontà di farlo, dall’oggi al domani saltano fuori somme stratosferiche; cifre che il Gigi di Viganello non riesce nemmeno ad immaginare. Per le necessità dei cittadini elvetici, invece, i soldi non ci sono mai! E la BNS ha tagliato i versamenti ai Cantoni!
Lorenzo Quadri