Si moltiplicano i fumogeni in vista della votazione popolare del 28 febbraio sul traforo di risanamento

Il 28 febbraio si voterà sul traforo di risanamento del San Gottardo. L’appuntamento è, dunque, di importanza capitale per il nostro Cantone. Che rischia di farsi male da solo.

Da qualche tempo, il fronte contrario al tunnel di risanamento sta facendo balenare ogni sorta di improbabile e fantasiosa alternativa al secondo traforo: dall’utilizzo, durante il cantiere nella galleria autostradale, del vecchio tunnel ferroviario per il traffico su gomma previa una lunga serie di fantascientifiche modifiche, all’ultima proposta di scavare un traforo a 1700 metri d’altezza. Non è certo strano che queste presunte opzioni vengano gettate nella mischia, a mo’ di diversivo, nell’imminenza della votazione popolare. Bisogna però anche chiarire che si tratta di fumogeni. Ci manca solo la variante di attaccare camion ed automobili a delle mongolfiere e di far varcar loro le Alpi in questo modo, e poi si sarà sentito tutto. Non si pensi, dunque, che ci sia un’alternativa al traforo di risanamento che non comporti almeno tre anni di isolamento del Ticino dal resto della Svizzera. Chi, il 28 febbraio, vota contro la seconda galleria, vota per i tre anni di isolamento. Non può immaginare di potersi nascondere dietro fantomatiche “altre possibilità”, poiché non esistono.

Solo due opzioni
Le varianti sul tavolo sono due – e solo due: o traforo di risanamento, o galleria autostradale chiusa per almeno tre anni e sistema di trasbordo con navette. Non c’è alcuna terza (o quarta, o quinta) via. Gli handicap del trasbordo tramite navetta sono di tale gravità da aver spinto il Consiglio federale, inizialmente orientato proprio verso quella soluzione, a cambiare idea e a proporre il tunnel di risanamento. Questi handicap sono arcinoti: capacità insufficiente, insicurezza (basta uno scoscendimento sulla linea ed i treni non circolano più per giorni e giorni) allucinante consumo e devastazione di territorio per realizzare le stazioni di trasbordo, costi enormi. E per cosa? Per poi ritrovarsi, a lavori ultimati, sempre con il medesimo tunnel bidirezionale. La variante “navette ferroviarie” non è un investimento per il futuro, e non risolve alcun problema. In particolare, non quello della sicurezza. Inoltre, al momento del prossimo risanamento, ci si ritroverà di nuovo ai piedi della scala: ossia con una galleria da chiudere per tre anni.

La posizione delle FFS
Le scorse settimane è stato reso noto che le FFS sono favorevoli al secondo tunnel autostradale del Gottardo. Il che non è una novità. La posizione delle FFS non è di ieri. Solo che non veniva resa nota per via di taluni membri P$ del CdA. Soprattutto, la posizione delle Ferrovie è assolutamente logica dal punto di vista dell’utilizzo dell’infrastruttura. Le navette per trasbordare camion ed automobili attraverso il Gottardo infescerebbero AlpTransit di traffico interno. Toglierebbero preziosa capacità all’autostrada viaggiante, che deve andare “da confine a confine”. Peggio ancora: l’obiettivo dei “Tir in transito attraverso la Svizzera sul treno da confine a confine”, senza traforo di risanamento, andrebbe a ramengo: una volta che, a seguito della chiusura per lavori della galleria autostradale del Gottardo, sarà stata realizzata una stazione di trasbordo camion a Biasca (ad Airolo si dovrebbe fare quella per i veicoli leggeri) con una spesa di centinaia di milioni di franchetti, ci si può aspettare che questo ecomostro, a lavori ultimati, verrà rottamato (completamente a fondo perso!) con l’aspettativa che l’Italia ne costruisca subito un altro (evidentemente con i soldi degli svizzerotti) 50 km più a sud, al di fuori del nostro territorio? Questo sì che sarebbe credere alle favole!

C’è sempre un “peggio”
La realtà è molto più prosaica. Essa ci mostra che, senza il secondo tunnel, il Ticino per tre anni sarebbe privato di un collegamento affidabile con il resto della Svizzera. Ne conseguirebbero importantissimi danni economici ed occupazionali. Fa quindi specie che all’interno dell’ex partitone, autoproclamatosi partito vicino all’economia (?), ci sia chi si posiziona contro la seconda galleria – e dunque contro l’economia ticinese.

Ma naturalmente c’è di peggio. Ad esempio gli spalancatori di frontiere. Lor$ignori paventano un peggioramento disastroso dell’aria del Mendrisiotto a seguito della seconda galleria al Gottardo. Essendo però quest’ultima – così come prevede la legge – senza aumento di capacità, non si vede come potrebbe provocare gli esecrati aumenti di traffico. Allo stesso tempo però gli spalancatori di frontiere, con notevole tolla, fingono di non vedere che i problemi ambientali del Mendrisiotto sono provocati non certo dal Gottardo, bensì dall’invasione di padroncini e frontalieri, che arrivano tutti i giorni in Ticino uno per macchina. Questo accade “grazie” alla devastante libera circolazione delle persone voluta proprio dai kompagni ro$$o-verdi. Tanto per rimettere la chiesa al centro del villaggio e per ricordare agli spalancatori di frontiere che i ticinesi “non sono mica scemi”.
Lorenzo Quadri