NO all’aumento del moltiplicatore cantonale! Gli sgravi vanno finanziati con risparmi

46.7 milioni di “alleggerimenti” su una spesa cantonale annua di 4.2 MILIARDI sono una briciola: non c’è alcun bisogno di compensare mettendo le mani nelle tasche dei cittadini!

Ancora una volta la montagna ha partorito il topolino! Dopo anni di blabla e di elucubrazioni (pippe mentali), il governicchio ha partorito quella che – con magniloquenza fuori luogo – viene definita una “riforma fiscale”, quando al massimo è una riformetta lillipuziana.

Giovedì è infatti stata presentata ai media una manovricchia che a regime, ossia a partire dal 2025 (!), avrà un impatto di 46.7 milioni di franchi. Scusate ma ci scappa da ridere! La spesa cantonale annua supera i 4.2 miliardi (Preventivo 2023). 46.7 milioni sono poco più dell’1% delle uscite. Quindi, un’inezia! Eppure si pretende di compensarla con l’aumento del moltiplicatore cantonale, dal 97% al 100%. E’ chiaro che non ci stiamo: il moltiplicatore non si tocca!

Si trattasse di una riforma da 200 milioni all’anno, si potrebbe porre il tema della compensazione. Ma i 46 “striminziti” milioncini, il governicchio fa il piacere di trovarli tramite RISPARMI. Non mettendo le mani nelle tasche dei contribuenti!

La spesa pubblica ticinese è fuori controllo, e lo studio Idehap l’ha confermato. L’amministrazione cantonale è gonfiata come una rana e costa oltre un miliardo all’anno (la totalità delle imposte pagate dalle persone fisiche non basta a coprirne le spese); però il governicchio pretende di neutralizzare, con un aggravio fiscale generalizzato, i 46 milioncini della mini-manovra? Ma anche no! Tanto più che i 3 punti percentuali di moltiplicatore graveranno su tutti i contribuenti, mentre della riformetta beneficeranno solo alcuni!

Proposte giuste, ma…

Le quattro misure proposte sono le seguenti:

1) aumento della deduzione forfettaria per le spese professionali;

2) riduzione delle aliquote delle imposte di successione e donazione per avvicinarle a quelle del resto della Svizzera e facilitare le successioni aziendali;

3) adeguamento dell’imposizione della previdenza (il Ticino è attualmente il Cantone più oneroso per i grandi capitali, il che mette in fuga importanti contribuenti a tutto danno dell’erario); e

4) riduzione dell’imposta sul reddito per i contribuenti più benestanti (anche qui si tratta di evitarne la partenza).

A prima vista le proposte ci stanno. Il Ticino è da anni precipitato sul fondo della graduatoria sulla competitività fiscaleintercantonale, è quindi di fatto un “inferno fiscale”: da questa situazione occorre uscire. Come ha detto il sindaco di Lugano Michele Foletti in conferenza stampa, “il nostro Cantone deve tornare un po’ più competitivo, ci sono le premesse affinché aziende innovative si trasferiscano da noi (…). La riforma ha un costo anche per i Comuni, ma non fare nulla avrebbe un costo molto maggiore”.

Tutto giusto, però mancano dei pezzi per noi fondamentali! Ovvero, il ceto medio e le persone singole! Che non sono quattro gatti, bensì la maggioranza dei contribuenti, la colonna portante di questo sfigatissimo Cantone!

I grandi esclusi

Il ceto medio, dalla micro-manovra riceve semmai le briciole (deduzione sulle spese professionali) mentre si smazza l’aggravio del 3% sul moltiplicatore cantonale! E come la mettiamo con le persone singole che aspettano da ormai un quarto di secolo una fiscalità più equa? In Ticino la disparità fiscale a svantaggio delle persone sole è nettamente superiore rispetto alla media svizzera. I single sono sempre più numerosi, specie nel ceto medio e basso.

Ma del ceto medio e delle persone sole, il Triciclo PLR-PPD-P$ si ricorda solo nelle promesse elettorali, per dimenticarsene subito dopo la chiusura delle urne! Adesso ne abbiamo l’ennesima dimostrazione!

Ironia della sorte: a seguito del nuovo accordo fiscale con il Belpaese (accordo magnificato dalla casta malgrado sia una mezza ciofeca in cui la parte del leone la fa la Penisola) il moltiplicatore medio comunale applicato ai frontalieri col  prossimo primo gennaio passerà dall’attuale 100% al 79%. Oltre 20 punti percentuali in meno. Ohibò: gli unici a beneficiare di sgravi fiscali consistenti saranno i permessi G!

Ricapitolando:

1) La manovretta Lilliput da 46 milioncini (1% della spesa cantonale) il governicchio fa il piacere di finanziarla tramite risparmi! NO all’aumento del moltiplicatore cantonale!
2) Degli sgravi devono beneficiare anche il ceto medio ed i single!

Si consiglia vivamente (eufemismo) al Gran Consiglio di modificare il messaggio governativo nel senso indicato sopra. In caso contrario, è facile prevedere che, in caso di referendum, la manovricchia verrà affossata dalle urne!

 

Lorenzo Quadri