I Comuni dovrebbero fornirne alla popolazione: gratuitamente ed in quantità adeguate
La credibilità dell’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP) non è certo alle stelle, per usare un eufemismo. La lista delle cappellate commesse è lunga. Arriverà la resa dei conti. Che qualcosa non funzioni, ben lo dimostra l’allontanamento, in piena pandemia, del capo dell’UFSP, il 61 enne Pascal Strupler, un vallesano senza competenze raccomandato dall’allora Consigliere federale PLR Pascal Couchepin, pure lui vallesano come del resto l’inquietante infettivologo di regime Daniel Koch (ma tu guarda i casi della vita).
Stupler è infatti un leguleio (lic iur) che ama definirsi un “giurista multiculturale”. Ecco a chi siamo in mano!
Lombardia ed Austria
Dall’inizio dell’emergenza coronavirus, l’UFSP tenta di farci credere che le mascherine sarebbero inutili (vedi articolo a pag. 19). Una tesi francamente ridicola e che contraddice ciò che accade nel resto del mondo. Anche il Gigi di Viganello è in grado di rendersi conto che chi indossa la mascherina, se contagiato non sputacchia virus attorno; e, se sano, risulta in una certa misura protetto dagli sputacchi altrui. Non sarà una protezione totale (sarebbe troppo bello), ma di certo riduce il rischio. Ed infatti proprio ieri la Lombardia ha decretato che è obbligatorio portare la mascherina quando si esce di casa. Nei giorni scorsi l’Austria ha invece stabilito che è imperativo indossarla mentre si fa la spesa.
E’ evidente che se l’UFSP dice di non portare le mascherine è solo perché non ce ne sono abbastanza per tutti. Ed infatti nelle scorse settimane sono state oggetto di indegno sciacallaggio da parte di taluni farmacisti che le vendevano a prezzi da usura, per farci sopra creste e controcreste. E questi sarebbero dei professionisti della salute? Vergogna!
Adesso però stanno arrivando importanti stock dalla Cina, a prezzi ragionevoli. Quindi i Comuni potrebbero fare un bel gesto e distribuire un certo numero di mascherine alla popolazione.
Fetido balzello da sospendere
Stesso discorso per i sacchi del rüt. Non sarà certo il principale problema in questi tempi grami, ma sta di fatto che:
1) a chi è malato o in quarantena viene detto di non separare la monnezza per motivi di sicurezza sanitaria;
2) sempre per motivi igienici, si usano molte più salviettine di carta e prodotti monouso, dunque si produce più spazzatura;
3) parecchi ecocentri sono chiusi o l’accesso è limitato.
Visto quindi che tanti cittadini sono ostacolati, rispettivamente impossibilitati a procedere alla raccolta separata, l’ente pubblico eviti almeno di vessarli con il fetido balzello.
I comuni regalino quindi un rotolo di sacchi “colorati” alle economie domestiche. E che nessun burocrate si sogni di emanare multe per eventuali sacchi neri rinvenuti nei container!
Lorenzo Quadri