Al mantra dell’Ufficio federale della sanità pubblica non crede ormai più nessuno

Dopo „coronavirus“ la parola dell’anno è verosimilmente „mascherina“. Le mascherine sono da settimane al centro della diatriba. Servono o non servono? La risposta è evidente: servono. Non garantiscono di evitare il contagio, ma di sicuro riducono il rischio. Ovviamente occorre osservare scrupolosamente anche tutte le altre prescrizioni: uscire di casa il meno possibile, mantenere la distanza sociale, disinfettarsi le mani, eccetera eccetera.

Il perché la mascherina sia utile è facile da capire: se si è infettati, impedisce di sputacchiare virus attorno a sé. Se si è sani, costituisce comunque un filtro. Inoltre, indossando la mascherina, si evita di toccarsi la faccia vicino alla bocca o al naso (semmai si tocca la maschera).

L’Austria

I cinesi, che al proposito del maledetto virus hanno una certa competenza, dicono di portare le mascherine. L’Austria nei giorni scorsi le ha rese obbligatorie nei supermercati. A noi invece le “autorità” – a partire dall’infettivologo di regime Daniel Koch, ovvero il sosia della Morte nel film “Il settimo sigillo” di Bergman fino ai camerieri dell’UE in Consiglio federale ed al medico cantonale – ripetono per contro che “non servono” e che “bisogna lasciarle al personale medico”.

Quale credibilità?

Punto primo: se davvero le mascherine “non servissero”, allora questo dovrebbe valere anche per il personale sanitario.

Punto secondo: con quale credibilità l’Ufficio federale di sanità pubblica, rispettivamente il governicchio federale, ci vengono a raccontare che “le mascherine non servono”? La credibilità di costoro è sotto zero. Non ci stancheremo di ripeterlo: questi sono i soldatini che non hanno chiuso le frontiere con l’Italia quando era tempo. Non le hanno chiuse per motivi politici: perché “libera circolazione über Alles”. Non le hanno chiuse tra gli applausi dei politicanti del triciclo PLR-PPD-P$$, Verdi-anguria ovviamente inclusi. Questi politicanti da tre e una cicca, che adesso fanno a gara (a scopo di campagna elettorale) ad invocare misure di “lockdown” sempre più drastiche perché “la salute viene prima di tutto”, un mese fa strillavano istericamente contro la chiusura dei confini. Non contenti, vomitavano insulti (da “sciacalli” a “tarati”) su chi la chiedeva. Ed il ministro degli esteri PLR Ignazio Cassis si bullava di aver chiesto lui al suo collega e connazionale Giggino Di Maio di lasciar passare i frontalieri. Se pensano che i ticinesi se ne dimenticheranno, lor$ignori hanno fatto male i conti.

Risultati

Il risultato della politica delle frontiere spalancate l’abbiamo sotto gli occhi adesso: il Ticino è una delle aree più impestate d’Europa. Chiudendo le frontiere ci saremmo risparmiati il maledetto virus? Nessuno è così ingenuo da crederlo. Ma verosimilmente avremmo un numero di contagiati e di morti nella media nazionale. Non tre o quattro volte superiore. E adesso questi stessi burocrati e politicanti del “libera circolazione über Alles” si aspettano di essere credibili quando ci dicono che le mascherine “non servono”?

Lo scienziato

La realtà è un’altra: le mascherine sono utili. Certo, se si è a casa da soli non ha senso indossarle. Idem all’esterno se la persona più vicina è a 50 metri.  Ma se si va in ambienti più promiscui, ad esempio un grande magazzino, l’utilità è evidente.

Lapidaria al proposito la dichiarazione rilasciata nei giorni scorsi alla NZZ dall’epidemiologo Marcel Salathé del Politecnico di Losanna (non dal Gigi di Viganello): “Che le mascherine possono frenare la diffusione del virus, dal punto di vista scientifico è chiaro”.

Distribuirne alla popolazione

Il mantra del “non servono” ha dunque l’obiettivo di nascondere la realtà seguente: se tutti volessero le mascherine, non ce ne sarebbero a sufficienza. Visto che però, per fortuna, le forniture cominciano ad arrivare, in particolare dalla Cina, almeno questo problema potrebbe venire risolto. E quanto scommettiamo che, in tal caso, ci sarà la giravolta a 180 grandi e le “autorità” consiglieranno di utilizzare le mascherine?

Inoltre: visto  che in questo periodo di crisi si fanno tante cose, i comuni dovrebbero mettere a disposizione dei propri concittadini delle mascherine gratuite.

Lorenzo Quadri