Le fregnacce sulla ricca Svizzera, il ministro delle Finanze le racconti a qualcun altro
Già la scorsa settimana (vedi il Mattino del 22 maggio a pagina 3),il governicchio federale aveva risposto njet ai tagli alle accise sulla benzina chiesti anche dalla Lega per venire incontro a consumatori ed imprese e per “rivitalizzare” il commercio di confine nel Mendrisiotto.
In quell’occasione i camerieri bernesi di Bruxelles si sono prodotti in una sequela di inascoltabili fregnacce. Come quella che sarebbe prematuro intervenire con delle riduzioni alla fiscalità dei carburanti. Come no: l’Italia gli sconti li ha decisi quasi tre mesi fa. La Francia ad inizio aprile. Però il governicchio federale ciancia di tempi non maturi? Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole.
Non ancora contento, il ministro delle finanze Ueli Maurer, UDC, nei giorni scorsi ha pensato “bene” di rincarare la dose con un’ulteriore infornata di boiate contro i tagli all’imposta sugli oli minerali. Quando si dice: perdere un’occasione d’oro per tacere!
Soldi solo per gli altri?
Il buon Ueli attacca con la più vistosa delle balle di fra’ Luca: per gli sconti sulle accise “non abbiamo i soldi”. “Gh’è mia da danée”. Eh già : i soldi ci sono solo per gli altri. Mai per gli svizzeri. Per versare spillatici ai profughi ucraini in Maserati, i soldi ci sono.
Per l’anno di disgrazia 2022, il governicchio federale prevede di spendere 2 miliardi per i rifugiati ucraini. E sono solo i costi a carico della Confederella. Manca la parte di pertinenza di Cantoni, Comuni, assicurazioni sociali, eccetera. Ma per l’accoglienza in grande stile i soldi ci sono. E il governicchio federale non si sogna ad esempio di dichiarare, come ha fatto la Danimarca, che per compensare si taglierà sugli aiuti all’estero, perché “ci sono delle priorità ”.
Che “gh’è mia da danée”, il buon Ueli farà il piacere di dirlo alla fallita UE ed all’egomane Zelensky quando costoro verranno a battere cassa per la ricostruzione dell’Ucraina; lo andrà a dire ai migranti economici che arrivano qui per mungere. Ma non lo viene a dire a noi!
E’ poi il caso di ricordare che, durante la pandemia di stramaledetto virus cinese, il governicchio federale, in balia della $inistra chiusurista, ha proibito ad interi settori economici di lavorare, anche quando avrebbero potuto benissimo continuare a farlo in sicurezza. Di conseguenza, in base al principio del “tu mi chiudi, tu mi paghi”, ha dovuto sborsare indennità miliardarie, e dovrà ancora versarne. Ma per quello i soldi ci sono.
Altro che “ricca Svizzera”!
Altra inascoltabile fonchiata di Maurer: “L’aumento del prezzo della benzina è sopportabile nella ricca Svizzera”. Davanti ad una simile bestialità ci si chiede se l’Ueli non abbia preso un colpo di sole.
Tanto per cominciare, il rincaro non riguarda solo la benzina ma anche l’olio combustibile e le materie prime. La situazione è stata peggiorata dal governicchio federale medesimo. Le sanzioni contro la Russia (prese per correre dietro ai balivi di Bruxelles e di Washington) comporteranno rovinosi effetti boomerang anche dal profilo economico. A finire nella melma saranno i cittadini. Sia direttamente che indirettamente. Per restare in campo energetico: a causa dei prezzi alle stelle, ci saranno fallimenti aziendali e licenziamenti.
Sfugge qualcosa?
E forse il ministro delle Finanze che blatera della “ricca Svizzera” non ha visto il recente studio Caritas sulle persone che, nel nostro Paese, vivono poco al di sopra della soglia di povertà . Dall’indagine emerge che, se la soglia di povertà venisse alzata di500 Fr al mese, raddoppierebbe il numero di cittadini che non la raggiungono.  E’ evidente che il caro benzina e il caro nafta vanno a mazzuolare soprattutto le fasce economicamente più deboli!
E ricordiamo ai balivi bernesi che in questo sfigatissimo Cantone, per colpa della libera circolazione voluta dalla partitocrazia – governicchio federale in primis – gli stipendi sono piĂą bassi del 20% rispetto al resto della Svizzera, ma il costo della vita no! E l’anno prossimo arriverĂ anche l’ennesima stangata sui premi di cassa malati!
Chi poi risiede in zone discoste ha bisogno dell’automobile per andare al lavoro; idem dicasi per chi ha orari irregolari. Quindi la pillola del caro carburante si fa sentire eccome!
CecitĂ bernese
Incredibile, poi, la cecità bernese davanti alle conseguenze, anche fiscali, degli sconti italici sulla benzina. Ormai al di là della ramina il carburante costa quasi 50 centesimi in meno al litro che nel Mendrisiotto. Il risultato è che i distributori della fascia di confine ticinese con negozi annessi, per decenni ben frequentati anche dalla clientela tricolore, ormai non vendono più neanche una goccia di benzina: e dunque non versano più nelle casse federali i relativi balzelli (oltre, ovviamente, ad essere a rischio di chiusura)!
Su questo punto ha insistito anche il governicchio cantonale nella letterina che ha inviato a Berna.
Le fetecchiate di Maurer confermano integralmente quanto scritto settimana scorsa su queste colonne. Se a decidere sui tagli alle accise sulla benzina sono il Dipartimento Simonetta, che odia gli automobilisti, ed il Dipartimento Maurer, che vuole fare cassetta, è ovvio che di sconti non ne vedremo mai! La partitocrazia parlamentare non ha nulla dire al proposito? L’è tüt a posct?
Scuffie sature
Ne abbiamo piene le scuffie, ma proprio stracolme, di sentire politichetti federali i quali dovrebbero fare gli interessi dei cittadini elvetici (campa cavallo) blaterare scempiaggini come “Nella ricca Svizzera ci si può permettere il caro benzina” (Maurer) o “Gli svizzeri sono pronti a pagare il prezzo delle sanzioni alla Russia” (“medico italiano” Cassis).
Qui è tempo di fare repulisti!
Lorenzo Quadri