L’alto funzionario della Confederella entra a gamba tesa su temi di politica cantonale

 

“Ufelée fa ul tò mestée“, recita un saggio proverbio. Proverbio evidentemente sconosciuto al pensionando Segretario di Stato per la Formazione, la ricerca e l’innovazione Mauro Dell’Ambrogio. Il quale si presta spesso e volentieri a fare il tuttologo per il bollettino parrocchiale del PLR, Opinione liberale (più redattori che lettori). Forse un gesto di gratitudine per l’ex partitone che gli ha fornito un numero sterminato di cadreghe nella pubblica amministrazione, tra cui spicca quella occupata attualmente?

A gamba tesa

Nell’ultimo intervento il buon Dell’Ambrogio, tra le cui doti non è mai figurata la modestia, entra a gamba tesa, e con posizioni del piffero, su questioni che riguardano la politica cantonale. Il che, da parte di un alto burocrate della Confederella, è assai fuori luogo (al limite, della violazione del codice di condotta, se non oltre).

Naturalmente lo spalancatore di frontiere Dell’Ambrogio prende posizione contro tutti i tentativi di difendere il mercato del lavoro ticinese dall’invasione da sud, provocata dalla devastante libera circolazione delle persone voluta dal triciclo PLR-PPD-P$.

La tesi di fondo

La LIA (Legge sulle imprese artigianali) è il prodotto di un’infelice stagione legislativa”, sentenzia dall’alto della sua onniscienza il Segretario di Stato PLR. A parte che in Gran Consiglio la LIA l’hanno votata anche i suoi liblab, dal primo all’ultimo, la teoria “ambrosiana” (di Dell’Ambrogio) è chiara: mentre i vicini a sud fanno in modo che le aziende ticinesi non  battano un chiodo su suolo italico, i ticinesotti non devono osare difendersi. Chissenefrega se artigiani e piccole imprese ticinesi falliscono, chissenefrega dei licenziamenti, chissenefrega dell’impennata dell’assistenza, chissenefrega della perdita di gettito fiscale: l’importante è che le frontiere restino spalancate, che tutti i furbetti del quartierino d’Oltreconfine possano entrare a farsi i propri porci comodi in questo sfigatissimo Cantone, a danno dell’economia locale ed i suoi abitanti.  Così i burocrati dell’establishment come Dell’Ambrogio – quelli con il lauto stipendio ed i il posto di lavoro garantito a vita – sono contenti.

La LIA potrà essere mantenuta o abrogata. In caso di abrogazione, bisognerà però rendere subito operativa un’alternativa che difenda gli artigiani e le PMI ticinesi dalla concorrenza sleale da sud, senza i difetti della LIA.

Frontalieri e boiate

Ancora meglio (si fa per dire)  le elucubrazioni di Dell’Ambrogio a proposito dell’accordo sulla fiscalità dei frontalieri. “L’accordo del 1974 non era poi male (…) lo si è voluto rinegoziare per far tartassare in Italia, con aliquote italiane, i così puniti frontalieri. A toglierci di mezzo dall’imbarazzo di ratificare un accordo vantaggioso solo per il pozzo romano senza fondo (…)”.

Domanda da un milione: ma è possibile che un Segretario di Stato scriva simili boiate? Evidentemente sì, visto che Dell’Ambrogio l’ha fatto.

  • L’accordo del 1974 sulla fiscalità dei frontalieri era un pizzo all’Italia affinché quest’ultima riconoscesse il segreto bancario svizzero. Il che era nell’interesse generale del paese. Ma il conto l’ha pagato solo il Ticino. Quindi, il Ticino ha pagato per tutti. E continua a pagare anche adesso che il motivo che stava alla base dell’accordo ha smesso di esistere da un pezzo. E questa, secondo il Segretario di Stato, sarebbe una situazione “non male”? Ma stiamo scherzando?
  • Tassare i frontalieri come i cittadini italiani che lavorano nel Belpaese, secondo Dell’Ambrogio, sarebbe “tartassare”. E’ il colmo. I frontalieri sono attualmente dei privilegiati fiscali, un privilegio pesante e che non ha uno straccio di giustificazione. Che essi vengano tassati come i lavoratori italiani che vivono in Italia è una elementare esigenza di equità. Altro che tartassare! Ah già, ma il PLR, partito di Dell’Ambrogio, sta dalla parte dei frontalieri, come si è visto nel dibattito parlamentare su “Prima i nostri”…
  • Il nuovo accordo fiscale sui frontalieri (che mai vedrà la luce) è stato negoziato dal Consiglio federale. Ossia dal datore di lavoro di Dell’Ambrogio. Abbiamo quindi un funzionario che si permette di impallinare il suo governo. Fosse stato un leghista…
  • Nel 2014 il PLR di Dell’Ambrogio promosse un’iniziativa cantonale per la disdetta dell’accordo fiscale sui frontalieri che tanto piace al Signor Segretario di Stato.

Strumentalizzare la ricerca

E stendiamo un velo pietoso sulle recenti dichiarazioni di Dell’Ambrogio secondo cui la devastante libera circolazione delle persone va mantenuta perché in caso contrario sarebbero a rischio le collaborazioni con l’UE per la ricerca. Forse qualcuno non si è accorto che, specie dopo la  Brexit, le università  più prestigiose saranno tutte al di fuori dell’UE. E che quindi è con altri che bisogna collaborare. Abusare della ricerca nel maldestro tentativo di giustificare la scellerata politica del “devono entrare tutti” è alquanto squallido.

Lorenzo Quadri