Il prete sbattuto in prima pagina per reati molto meno di gravi di quelli di Baudino
In questo sfigatissimo Cantone la memoria è assai corta. Fatti gravi e clamorosi finiscono nel dimenticatoio. Ad esempio: chi parla ancora dell’asfaltopoli targata PLR?
La stessa sorte sarebbe toccata alla ripugnante vicenda dell’ex funzionario-violentatore del DSS. Ovvero di colui che “non può essere nominato” poiché (ex) alto papavero del partito $ocialista sedicente “difensore delle donne” (altro che la storiella della tutela delle vittime. Fosse stato leghista…). Politicante P$ lui e politicanti P$ i suoi capi, su su fino all’allora Consigliera di Stato Patrizia Pesenti.
Promemoria
Il caso dell’ “innominabile” kompagno Marco Baudino sarebbe dunque caduto nell’oblìo se non fosse arrivata la trasmissione Falò della RSI a rendere pubbliche le testimonianze delle vittime del depravato, sollevando una nuova ondata di indignazione. Tanto per una volta occorre complimentarsi con la TV di Stato (l’eccezione che conferma la regola).
Magari vale anche la pena ricordare che Baudino fece parte della redazione del defunto quindicinale $ocialista sedicente satirico Il Diavolo, oggi confluito nel portale Gas (intestinale). E si può anche ricordare che l’allora collega di studio grafico del responsabile della citata pubblicazione venne arrestato per pedofilia.
Altra circostanza degna di nota: questi media facenti capo al P$ sedicente difensore delle donne, aduso a calare la morale agli altri, si sono reiteratamente distinti per contenuti (articoli, vignette, copertine,…) sessisti e misogini nei confronti delle donne del colore politico sbagliato. E in tempi recenti, durante una manifestazione organizzata davanti al Gran Consiglio dai brozzoni sedicenti “autogestiti”, protetti dalla $inistra, granconsigliere leghiste sono state coperte di epiteti quali “troia” e “zoccola”.
Due pesi e due misure
Il bieco sistema dei due pesi e delle due misure si è ben manifestato anche nei giorni scorsi.
I media di regime non hanno mai scritto né pronunciato il nome di Marco Baudino. Nemmeno dopo il servizio di Falò.
Per contro il parroco di Cadro, Don Samuele Tamagni, accusato di reati di natura finanziaria – quindi certamente riprovevoli, ma assai meno gravi di quelli commessi dall’ex funzionario $ocialista – nei giorni scorsi è stato pitturato in prima pagina con nome, cognome, fotografia e perfino asserite preferenze sessuali. Vedi LaRegione: “Don Samuele, che si era invaghito del giovane 27enne”, eccetera.
Esattamente un anno fa, un’analoga shitstorm (=tempesta di cacca) aveva travolto Don Azzolino Chiappini, incolpato tra le altre cose di sequestro di persona. Le accuse si sono smontate in tempo di record. Ma intanto il prelato ottantenne, benché innocente, era stato esposto al pubblico ludibrio come supposto autore di reati infami.
Anche a Bellinzona
I due pesi e le due misure sono l’abitudine anche per ilparlamenticchio cantonale. In quella sede, il tandem P$-PLR nel mese di settembre dello scorso anno ha affossato l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) sul caso del funzionario violentatore, mirata a far luce sulle responsabilità all’interno dell’amministrazione.
Ora, si può legittimamente sostenere che le CPI siano delle boiate per definizione, trattandosi di deputati che giocano ai piccoli Sherlock Holmes. Ma allora si deve semplicemente abolire l’istituto della CPI, se reputato inadeguato. Invece, esso esiste e viene utilizzato a geometria variabile. Stranamente, si scopre che è deficitario solo per evitare che venga impiegato per fare luce su personaggi del partito “giusto”. Ma tu guarda i casi della vita!
Sui superiori
A proposito degli (ex) superiori di Baudino, tutti targati P$, si segnalano due prese di posizione interessanti.
Un bel tacer!
Ora, l’ex superiore di Baudino che “parla di tutto e si esprime su tutto” è sostanzialmente uno: trattasi dell’ex capogruppo $ocialista in Consiglio comunale di Lugano Martino Rossi, già direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, oggi in prima fila, a fianco di Fulvio Pelli e degli sfascisti bellinzonesi del MpS, nel sabotaggio del PSE di Lugano. In precedenza il verboso tuttologo ha tentato di affossare sia l’aeroporto di Agnoche la nuova foce del Cassarate. Ed è stato tra i principali fautori della rottamazione della Tredicesima AVS agli anziani luganesi, per “farla” all’odiata Lega. Quando si dice: “un bel tacer…”!