Già nel 2014 erano il 55.6% dei lavoratori: lo dice l’UST, non la Lega populista e razzista
Ah beh, poi dicono che non è vero che c’è l’invasione da sud, che sono tutte balle della Lega populista e razzista! Intanto l’ultimo rilevamento dell’Ufficio federale di statistica (UST), che fotografa la situazione nel 2014, presenta dati allucinanti. Nel Mendrisiotto i frontalieri sono il 55.6% della forza lavoro. O meglio, lo erano nel 2014. Nel frattempo la percentuale è di certo aumentata. Basti pensare che al termine del 2013 i frontalieri nel distretto erano il 53.8%, un anno dopo avevano già raggiunto il 55.6%.
Il record distrettuale lo detiene Stabio, dove la percentuale di frontalieri tra gli occupati è passata, dal 2013 al 2014, dal 62.9% al 67.9% (!).
Poco ma sicuro che in nessun altro paese al mondo si trovano cifre del genere! Altro che la fetecchiata dei “Ticinesi razzisti”!
Infine l’andamento dei posti di lavoro nel Mendrisiotto nel periodo di riferimento: sono stati creati 2228 nuovi impieghi, ma i frontalieri sono aumentati di 1933 unità. Traduzione: pressoché tutti i nuovi posti di lavoro sono andati a frontalieri! Sicché le attività che arrivano in questo sempre meno ridente Cantone, spesso gestite da italiani, assumono solo frontalieri. Quindi generano traffico e consumano territorio, ma non creano impieghi per i residenti. I benefici occupazionali vanno alle province di confine. A noi restano i danni sociali e ambientali; semmai, quale magra consolazione, un po’ di imposte alla fonte.
I posti di lavoro creati…
Altro dato interessante: alla fine del 2014 a Mendrisio ad offrire il maggior numero di impieghi erano le imprese del terziario con meno di 10 dipendenti. Quindi arrivano ditte italiane attive nel terziario che assumono solo frontalieri. Ovviamente per pagarli meno. Non certo per mancanza di candidati in Ticino. E magari importano pure la “cultura imprenditoriale” tipica del Belpaese (lavoro nero, percentuali occupazionali farlocche, eccetera). Sempre più spesso con epilogo di fallimento, stipendi non pagati e “puff” vari.
Interessante notare che le cifre dell’UST sono riportate sul Corriere del Ticino. Che però si diletta in editoriali volti a far credere che in regime di libera circolazione l’è tüt a posct; che i ticinesi stanno bene in quanto il gettito cresce (quello complessivo, mica il pro capite!); che le statistiche farlocche della SECO sono oro colato. Da un lato gli editoriali di propaganda politica pro-Bilaterali. Dall’altro la cronaca che li sbugiarda. Ma se al Corriere va bene così…
Avanti con “Prima i nostri”
Il fatto che nel Mendrisiotto già nel 2014 i frontalieri fossero il 55.6% della forza lavoro conferma che l’invasione da sud è una realtà. Mica un’ invenzione della Lega populista e razzista, come vorrebbero far credere i partiti storici – quelli che hanno imposto la libera circolazione – ed i loro galoppini della stampa di regime.
Prima i nostri, che è perfettamente conforme alla Costituzione federale (articolo 121 a) deve diventare realtà in tempi brevi. I vicini a sud rumoreggiano, starnazzano al “razzismo” (perché, esiste una razza italiana?) ed inveiscono contro il voto democratico dei ticinesi? Peggio per loro. Dovessero inventarsi una qualche “ritorsione” (uhhhh, che pagüüüüraaaa!) cominciamo col decidere di bloccare immediatamente i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri.
Il caso Vernier
Se poi l’applicazione di “Prima i nostri” dovesse far partire dal Ticino qualche azienda italiana che assume solo frontalieri, non porteremo di certo il lutto. Le attività imprenditoriali sono benvenute, ma devono creare occasioni di lavoro per i residenti. Al proposito ricordiamo il caso del comune ginevrino di Vernier che già alcuni anni fa autorizzò Ikea a realizzare uno stabilimento sul proprio territorio, a patto però che il grande magazzino si impegnasse ad assumere almeno il 40% di dipendenti tra i residenti nel Comune (!). Poi sulle percentuali si può disquisire; ma la strada è certamente giusta. Il tempo del Ticino valvola di sfogo per i problemi occupazionali del Nord Italia deve finire. La libera circolazione va limitata: lo ha detto anche l’ex vicepresidente della BNS Jean-Claude Danthine. Questo hanno deciso gli svizzeri, questo hanno ribadito i ticinesi lo scorso 25 settembre, e questo deve essere fatto.
Lorenzo Quadri