La kompagna Simonetta Sommaruga lo ha detto davanti al Consiglio nazionale già in giugno, e non mancherà di ribadirlo: la Svizzera “deve” aiutare l’Italia nella gestione dei clandestini. Capita l’antifona? Non sono i compagni di merende UE dell’Italia a doverla aiutare. Questi ultimi si sono infatti immediatamente defilati. Non solo. Ancora di recente dalla Baviera sono giunte all’indirizzo di Roma censure che confermano quanto scritto su queste colonne. L’Italia non registra di proposito i clandestini per lasciarli così liberi di domandare asilo in un altro paese senza doverseli poi riprendere. A dover aiutare l’Italia sono i soliti svizzerotti. Che naturalmente “devono” sempre tutto. Mentre a loro, cioè a noi, non è mai “dovuto” niente.
Il risultato di questa geniale impostazione è che ovviamente “bisogna” aprire nuovi centri asilanti: per aiutare l’Italia che per tutto ringraziamento ci iscrive su liste nere illegali. Va da sé che questi centri nessuno li vuole vicino a casa propria visti i problemi generati dai presunti rifugiati, quasi tutti giovani uomini soli. Quindi i centri vengono semplicemente imposti. Esemplare il caso di Losone, dove i lavori di trasformazione dell’ex caserma in centro “provvisorio” (classico esempio di provvisorio-permanente) sono iniziati prima che il Tribunale federale decidesse sull’effetto sospensivo richiesto dal Guastafeste Ghiringhelli per un suo ricorso.
Universalmente nota poi la vicenda della villa di Oesingen (SO) acquistata dal Comune per trasformarla in centro asilanti.
L’ultimo Diktat si è abbattuto nei giorni scorsi sulla località turistica di Laax (GR): dovrà accettare la trasformazione di un albergo in centro asilanti. Il comune si è difeso con ogni mezzo da questa eventualità, ma non l’ha spuntata. Si può facilmente immaginare come una struttura di questo tipo possa giovare all’attrattiva turistica della località. Ma gli svizzerotti “devono”.
Ebola
Sempre dei giorni scorsi è un’altra notizia inquietante, ossia che l’ebola, portata dagli immigrati, ha raggiunto Padova. Se ha raggiunto Padova, non ci vuole molta fantasia ad immaginare che in tempi neanche troppo lunghi arriverà anche in Svizzera. Ma come, il medico cantonale non diceva che non sussisteva alcun rischio?
E intanto che in Paesi UE come la Francia la popolazione chiede a gran voce la chiusura delle frontiere con l’Italia per contenere l’arrivo dei clandestini, la kompagna Sommaruga insiste: «dobbiamo aiutare l’Italia». Lo scorso mese di luglio le guardie di confine della Regione IV hanno fermato mille clandestini, il record del millennio. A dimostrazione di come la pressione sia alta e di come, di conseguenza, sia necessario potenziare la sorveglianza ai confini. Ma naturalmente “dobbiamo aprirci”.
Lorenzo Quadri