Mentre in questo sempre meno ridente Cantone una deputata P$ è inquisita come passatrice (ma per la morale a senso unico della $inistra ciò non rappresenta un problema perché, citiamo, “l’inchiesta penale è ancora in corso”), a Calais hanno già iniziato la costruzione del famoso MURO contro i clandestini. Per quest’opera, che sarà pronta per fine anno, la Gran Bretagna pagherà 3.2 milioni di euro: senz’altro soldi ben spesi.
Anche nell’Europa occidentale, dunque, e non solo nella vituperata Ungheria, si costruiscono i muri per evitare il caos asilo.
Intanto, in un’intervista sulla stampa d’Oltralpe, Yemane Gebreab, consigliere del presidente dell’Eritrea, dopo aver dichiarato che i suoi connazionali sono finti rifugiati, non le ha certo mandate a dire agli svizzerotti: siete persi d’assalto dai migranti economici? Colpa vostra, siete troppo attrattivi. Non dimentichiamoci poi che gli amici tedeschi hanno rafforzato di recente la sorveglianza lungo i confini con la Svizzera perché, secondo la Germania, abbiamo le frontiere a colabrodo e facciamo passare troppi clandestini.
E noi?
Visto che a Calais in quattro e quattr’otto si tira su un MURO alto quattro metri e lungo un Km, e visto che Como sta diventando come Calais, c’è da chiedersi cosa intende fare la Svizzera. Nei giorni scorsi le guardie di confine hanno confermato che il 20% dei clandestini tenta di passare dalla frontiera verde. Visto che i giovanotti accampati a Como tentano e ritentano più volte di entrare in Ticino, modificando ogni volta nazionalità, identità, e soprattutto data di nascita (se al primo tentativo dichiarano 25 anni, al terzo ne hanno 17) è evidente che l’attraversamento della frontiera verde (specie in certi tratti) sarà una modalità sempre più gettonata. Ci vuole quindi un bel recinto sul confine, in stile ungherese, unito ad un messaggio chiaro ai migranti economici: lasciate perdere, in Svizzera non si entra. Quindi, non mettetevi in pericolo con viaggi senza speranza. Perché a guadagnarci sono solo i passatori, il business dell’asilo, ed i politicanti che tentano di autosantificarsi proclamando che bisogna fare entrare tutti.
Del resto, come annuncia la cronaca degli scorsi giorni, adesso i migranti economici oltre alla frontiera verde tentano di forzare anche quella blu: 17 finti rifugiati eritrei hanno cercato di entrare in Svizzera da Brissago salendo abusivamente su un battello.
Le guardie di confine stanno svolgendo un lavoro enorme nel proteggere la porta sud della Svizzera (e quindi l’intera Svizzera) dal caos asilo. Ma le guardie di confine da sole non possono fare miracoli. Servono muri e recinti.
Porte aperte ai No Borders
Intanto, per tutto ringraziamento, le guardie di confine da mesi vengono infamate dai kompagni spalancatori di frontiere.
E a proposito di chi denigra le forze dell’ordine. Chi scrive ha presentato, nell’ambito dell’ “Ora delle domande” del Consiglio nazionale, la seguente richiesta: il governo intende vietare l’accesso alla Svizzera ai “no borders” italiani responsabili dei vandalismi di Chiasso di due settimane fa?
Risposta della kompagna Sommaruga: assolutamente no, questi bravi giovani (e meno giovani) d’Oltreramina hanno commesso solo “reati non gravi”. Apperò. Peccato che lorsignori siano sotto inchiesta per sommossa. Reato che prevede fino a tre anni di carcere. Si tratta forse di una bagattella? Avanti così: porte spalancate a stranieri che minacciano ed infamano le forze dell’ordine svizzere, oltre a danneggiare la proprietà pubblica e privata. Ecco come la ministra del P$ sostiene chi si fa ogni giorno il mazzo per la sicurezza del paese. Bene ha fatto il municipio di Chiasso a sporgere denuncia contro i No Borders.
Lorenzo Quadri