Ma se noi li imitiamo, oltreconfine starnazzano senza ritegno al Ticino razzista

In Ticino la partitocrazia PLR-PPD-P$ si sta arrampicando sui vetri per poter rottamare “Prima i nostri”. Si vede che aver rottamato la richiesta sistematica del casellario giudiziale  prima del rilascio di un permesso B o G, e questo contro la volontà popolare e parlamentare, ancora non bastava.

Intanto in altri Cantoni si riprende la proposta ticinese sulla preferenza indigena, mentre a livello nazionale partirà prossimamente un’iniziativa popolare sul tema.

E’ il colmo: chi non ha “Prima i nostri” cerca di introdurlo. Mentre dove il principio è stato votato dal popolo, la partitocrazia fa di tutto per affossarlo. Perché non dobbiamo sognarci, nemmeno lontanamente, di essere ancora padroni in casa nostra. Con i fallimentari accordi bilaterali, gli ordini ce li schiacciano gli eurofunzionarietti non eletti da nessuno.

I disastri del triciclo

Il “maledetto voto” del 9 febbraio dà fastidio ai padroni di Bruxelles ed in particolare al Belpaese? Il triciclo PLR-PPD-P$ a Berna lo azzera. Il casellario giudiziale indispettisce i vicini a sud ? Arrivano i Consiglieri di Stato del triciclo a cancellarne la richiesta. Così ogni sorta di pregiudicati, delinquenti e naturalmente jihadisti, sarà ancora più facilitata nel trasferirsi nel nostro sempre meno ridente cantone. E intanto che noi affossiamo votazioni popolari, preferenza indigena e sicurezza interna per genufletterci al Belpaese (dove se la ridono a bocca larga degli svizzerotti fessi, e a questo punto a buon diritto) nella Penisola la preferenza indigena la applicano alla grande.

C’è tribunale e tribunale…

Solo qualche settimana fa, il TAR (tribunale amministrativo) del Lazio ha annullato l’assunzione  di 5 direttori stranieri alla testa di altrettanti “supermusei”. Motivo? Il Ministero della kultura non aveva facoltà di aprire il concorso a stranieri; ivi compresi i cittadini UE. Li avessimo noi dei tribunali che prendono decisioni del genere. Invece, troppo spesso ci troviamo con legulei che sfruttano tutto il loro margine di manovra per emettere sentenze contro gli interessi del mercato del lavoro locale e a vantaggio di frontalieri, padroncini e ditte estere: “bisogna aprirsi”!

E queste cose non le dice solo la Lega populista e razzista; le dicono anche alcune associazioni professionali.

 “Prima i nostri” a Castellanza

Passa poco tempo dalla decisione sui direttori di musei, e arriva la seconda puntata. “Teatro dell’azione” questa volta è Castellanza, Comune in provincia di Varese (quindi geograficamente assai vicino a noi) dove la sindaca ha autorizzato un grande magazzino ad insediarsi, a patto però che assumesse il 60% di personale tra i residenti del Comune. Sicché loro, gli italici, “possono”. Del resto, anche altrove nella vicina Repubblica è stata adottata la soluzione citata per promuovere l’occupazione locale. Lo stesso principio lo aveva infatti già applicato il Comune veneto di Godega di Sant’Urbano. Ma anche a Vernier (GE) ad uno stabilimento IKEA erano state poste analoghe condizioni.

 I soldatini marciano

Sicché l’ipocrisia raggiunge livelli massimi: da un lato l’Italia non si fa problemi nell’applicare il primanostrismo, essendo un paese protezionista. Però urla allo scandalo ed al razzismo se noi facciamo lo stesso. Il dramma è che i camerieri bernesi dell’UE non hanno ancora capito il giochetto – o meglio, la presa per i fondelli – e ci cascano tutte le volte. Invece di sostenere il Ticino nei suoi tentativi di legittima difesa dall’invasione da sud, si schierano immediatamente dalla parte del Belpaese. Ci mandano pure i balivi della ComCo per accusarci di “protezionismo”. Si fa notare che i primi a dare l’esempio di protezionismo sono proprio i vicini  a sud? La geniale risposta confederata è del seguente tenore: noi non dobbiamo guardare cosa fanno gli altri; noi dobbiamo dare l’esempio nel rispetto degli accordi internazionali! Il dramma, l’abbiamo purtroppo visto col casellario giudiziale, è che la maggioranza PLR-PPD-P$ in consiglio di Stato è fatta da soldatini che marciano secondo gli ordini dei Consiglieri federali dei partiti di riferimento. Hanno calato le braghe su un tema profondamente sentito nel Paese come il casellario: poco ma sicuro che lo faranno ancora.

Lorenzo Quadri