E’ passato un mese e mezzo da quando popolo e Cantoni, accettando l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, hanno asfaltato i partiti $torici. Intanto il Consiglio federale nell’applicazione se la prende comoda, ricordando ad ogni piè sospinto che ci sono tre anni di tempo per concretizzare. E intanto arrivano rumeni, bulgari, eccetera eccetera. Si intende dunque fare melina ad oltranza. Inoltre, la corda data a tutte le notizie catastrofiste post-votazione (vedi panna montata sull’esclusione della Svizzera dal programma Erasmus, il quale  poi si è rivelato un bidone) indica una volontà chiara: far credere al cittadino di aver “votato sbagliato” e, di conseguenza, fargli accettare un’applicazione snaturata  dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. La decisione di tagliar fuori l’Udc dal gruppo di lavoro incaricato di elaborare il proseguo è molto significativa. Specie se si considera che in tale gruppo di lavoro sono coinvolte tutte le cerchie contrarie all’iniziativa.

 

E le sanzioni contro l’UE?

Naturalmente nel frattempo la Svizzera si è schierata contro la Russia sulla questione della Crimea, alla faccia della neutralità; e immaginiamo che siffatta presa di posizione faccia perdere il sonno a Putin…

La Svizzera prende posizione contro la Russia, dunque; ma contro la fallita Unione europea, che dal 9 maggio ci minaccia a causa di un voto democratico, di misure non ne vengono prese. Come mai?

Intanto il premier inglese Cameron ha dettato le sue condizioni per la permanenza della Gran Bretagna nell’UE; condizioni tra cui spiccano, ma tu guarda i casi della vita, la messa in vigore di nuovi controlli contro immigrazioni di vasta portata (=immigrazioni di massa) dai nuovi Stati membri, e regole più restrittive per far sì che nel Regno Unito arrivino immigrati che intendono lavorare e non mettersi a carico dello stato sociale britannico. Bruxelles non accetta? La Gran Bretagna esce dall’Unione. E adesso vogliamo proprio vedere come faranno gli eurofalliti a concedere a Cameron quel che vuole e contemporaneamente a negarlo alla Svizzera che non è nemmeno Stato membro UE (ma è palese che i sette scienziati di Berna sono convinti del contrario).

 

Il popolo bestia non ha capito

In questo contesto spiccano, per l’ennesima volta, le deliranti prese di posizione del partito $ocialista. La $inistra spalancatrice di frontiere, che ormai rappresenta solo il funzionariato statale e parastatale col posto sicuro a vita, è stata asfaltata dalle urne il 9 febbraio; ma, invece di prenderne atto e farsi un doveroso esame di coscienza, preferisce continuare ad agitarsi come sui carboni ardenti.

Sicché nei giorni scorsi il gruppo parlamentare $ocialista alle Camere federali ha reso note le sue intenzioni. Ossia: far rivotare i cittadini sull’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, e farlo con una giustificazione che fa ridere i polli. Vale a dire: dal 9 febbraio gli eurofalliti mettono in discussione (solo blabla, perché gli unici ad ascoltare quello che dice Barroso sono gli svizzerotti) gli accordi bilaterali. Ma il popolo bestia, argomentano i kompagni, credeva di votare solo sull’immigrazione. Per cui gli è tutto da rifare. Tuttavia l’asino casca ben presto.  Infatti l’oggetto della votazione del 9 febbraio era proprio l’immigrazione. Se a seguito di un voto democraticamente espresso gli eurofalliti vogliono mettere in discussione tutti i bilaterali, cosa che peraltro non faranno visto che non è assolutamente nel loro interesse, il problema è loro e non nostro.

 

Aderiamo all’UE

Non solo secondo i kompagni bisogna rivotare sull’immigrazione di massa. Ma bisogna anche tornare a tematizzare (uella) l’adesione della Svizzera alla fallita Unione europea. Qui siamo davvero alla commedia dell’arte. La Gran Bretagna, come detto, minaccia di uscire dall’UE. La Croazia, entrata un anno fa nella Disunione, è rovinata e vorrebbe andarsene. E i kompagni, davanti all’evidenza e davanti a voti popolari chiarissimi, insistono nel farneticare di adesioni?
Avanti così, comunque: con simili posizioni il P$ diventerà davvero un partitino di quelli che si possono riunire in una cabina telefonica (visto che la Swisscom le dismette, c’è da supporre che ce ne siano parecchie di disponibili, e che “vengano via per poco”).