Ma guarda un po’! L’IRE si è bruciata la credibilità con lo studio farlocco sui frontalieri: con un simile precedente, chi sarà ancora disposto a far fede ad un’indagine effettuata dall’IRE (e soprattutto, a commissionargliene altre)?
Nello studio farlocco, si sostiene che la sostituzione di residenti con frontalieri non esiste. Insomma, con la devastante libera circolazione delle persone va tutto bene!
Studio demolito
Forse però le cose non stanno così. Del resto la scorsa settimana il ricercatore SUPSI Fabio Losa ha demolito lo studio dell’IRE, che ha definito inutilizzabile. Alla stessa conclusione era giunto qualche giorno prima l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio: in una presa di posizione pubblica, raccomanda di non servirsene. In effetti un impiego dell’indagine – specie a livello federale – sarebbe deleterio per la causa del Ticino. Lo studio verrebbe infatti strumentalizzato come appiglio a supporto della storiella che in Ticino, anche in regime di libera circolazione delle persone, “l’è tüt a posct”.
Rischio povertà
Nel frattempo, però, sta circolando in rete un articolo realizzato da VoxEurop sulle zone a rischio di povertà. VoxEurop è un sito realizzato (questa l’indicazione che vi si legge) da “una squadra di giornalisti e traduttori volontari”.
Nella mappa pubblicata da VoxEurop le zone a rischio di povertà sono indicate in rosso. Più intenso il rosso, più alto il rischio. Ebbene, nel bel mezzo dell’Europa occidentale (geograficamente intesa) si trova una macchia rosso acceso: si tratta di questo sempre meno ridente Cantone, che dunque viene considerato ad alto rischio di povertà. Come il nord dell’Irlanda, ma anche il sud dell’Italia, la Grecia, la Romania.
La mappa – si legge sempre nel sito – si basa su dati Eurostat ed è stata pubblicata nel maggio scorso da un istituto pubblico tedesco che si occupa di studi urbanistici e geografici (BBSR, Bundesinstitut für Bau-, Stadt- und Raumforschung).
Conclusioni opposte
Anche sull’aderenza alla realtà di questa indagine, un po’ come per lo studio dell’IRE, una qualche domandina nasce spontanea. Il paragone del Ticino con la Grecia e con la Sicilia, in effetti, appare un tantinello esagerato. Tuttavia la carta di VoxEurop ben dimostra ciò che lo stesso presidente dell’USI ha dichiarato. Ossia che gli studi economici, partendo dalla stessa base, possono giungere a conclusioni diametralmente opposte (il che è come ammettere che la ricerca dell’IRE, co-realizzata da un frontaliere, non vale una sverza).
Economia parallela
Se il Ticino per la mappa di VoxEurop è una macchia rossa, il motivo non può che essere la devastante libera circolazione delle persone senza limiti, che ha portato disoccupazione, sostituzione dei residenti con frontalieri, dumping salariale e concorrenza sleale di padroncini e distaccati.
Si è instaurata quella che alcuni chiamano un’economia parallela: posti di lavoro situati in Ticino ma con salari praticabili solo per chi vive al di là dal confine. Un’economia parallela che contagia anche il resto del mercato del lavoro. “Se c’è a disposizione un bacino sterminato di frontalieri che posso pagare a salari italiani, perché assumere un ticinese a salari ticinesi?”: il ragionamento è di una semplicità estrema.
Responsabili chiari
Chi porta la responsabilità per questa situazione? Facile: chi ha voluto la libera circolazione delle persone senza limiti. Ossia i partiti $torici, padronato e sindacati. In questo modo si è data facoltà di assumere frontalieri senza alcuna limitazione e senza alcun obbligo di dare la priorità ai disoccupati residenti: la “preferenza indigena” è venuta a cadere nel giugno 2004. Se poi titolare di un’azienda, o responsabile delle assunzioni, è un frontaliere, come si può immaginare che quest’ultimo dimostri responsabilità sociale nei confronti del nostro territorio, con cui non ha alcun legame, di cui non gliene può fregare di meno e che considera solo come una mucca da mungere?
Si è dunque messo lì, in bella mostra, il classico vaso di marmellata. E poi ci stupiamo perché sono sempre più numerosi quelli che ci infilano dentro le zampe?
Lorenzo Quadri