Eppure c’è ancora chi tarocca le statistiche nel tentativo di far credere che tout va bien, Madame la Marquise

Ma guarda un po’, in Svizzera i disoccupati sono aumentati per il quinto mese consecutivo. Il Ticino segna la progressione maggiore, più 0,3% rispetto al mese precedente. Fa specie che, davanti a queste informazioni, c’è ancora chi vuole far credere che “tout va bien, Madame la Marquise” perché ufficialmente il numero dei senza lavoro sarebbe inferiore agli 8000. Peccato che le cifre ufficiali non rispecchino la realtà; del resto basta cambiare gli indicatori per cambiare anche i risultati. Si tratta quindi di dati che possono essere manipolati a piacimento. Il numero reale di senza lavoro è oltre il doppio.

Italia sempre peggio

Ed infatti, a chi già si era fiondato sulle cifre per tentare di far passare il messaggio che in fondo in regime di libera circolazione delle persone non si sta poi così male, quindi i soliti leghisti populisti e razzisti cosa continuano a rompere i santissimi, ecco che arriva immediatamente un altro indicatore a smentire, ossia il barometro dell’occupazione manpower, che indica un peggioramento dell’impiego in Ticino ed in Italia. Le due cose sono, ovviamente, legate in regime di frontiere spalancate. Nella vicina Penisola infatti il 17% delle aziende interrogate annuncia l’intenzione di ridurre i posti di lavoro, mentre solo il 5% intende aumentarli. Questo significa, naturalmente, aumento della pressione nel nostro Cantone. Leggi aumento dell’invasione. Non che ci fosse bisogno di chiarirlo ulteriormente, ma di recente anche il Corriere di Como, quindi non il Mattino della domenica, ha scritto a chiare lettere, ed in prima pagina, che il Ticino è una valvola di sfogo per i problemi occupazionali della Provincia comasca, esultando alla notizia che i frontalieri hanno ormai raggiunto la quota, assolutamente insostenibile, di 60mila unità. Quindi facciamo lavorare i comaschi per rimanere a casa noi.

Sempre in questi giorni, è stato creato in Ticino un gruppo facebook “basta stare zitti” per dar voce a chi non ha lavoro. La notizia pubblicata sui portali online ha rapidamente totalizzato un centinaio di commenti, cosa che non è certo usuale e dimostra quanto il tema sia sentito. A ciò si aggiunge che proprio nei giorni scorsi la “spedizione” ticinese guidata da Daniele Casalini (Lega) e Tiziano Galeazzi (Udc) è arrivata a Berna ad esprimere la preoccupazione per la situazione occupazionale creatasi in Ticino.

Infine, un altro sondaggio indica che la principale preoccupazione dei cittadini svizzeri è quello della perdita del lavoro. Se la situazione fosse così rosea come a qualcuno piacerebbe far credere, è chiaro che le cose starebbero diversamente.

Mercato del lavoro: e i partiti storici?
E’ evidente che chi – addentellato alla Confederazione –  tenta di presentare scenari rosei annunciando riprese economiche imminenti, lo fa in modo strumentale. E non a caso. C’è infatti un argomento che sta facendo passare notti insonni al Consiglio federale ed è l’iniziativa Contro l’immigrazione di massa (la quale iniziativa prevede tra l’altro il contingentamento dei frontalieri). Da qui il bombardamento dei cittadini, da parte dell’autorità federale e cantonale, con notizie taroccate che invitano all’ottimismo. La campagna di votazione è già iniziata.

Non ci vuole molta fantasia per immaginare quale sarà l’esito della votazione in Ticino sull’iniziativa Contro l’immigrazione di massa. Ma non solo in Ticino. Il quale diventa sempre meno Sonderfall. La caratteristica del nostro Cantone è semmai quella di avere una maggioranza governativa, PLR-PPD-PS che non fa assolutamente nulla per tutelare il mercato del lavoro ticinese dall’invasione da sud. Al contrario: arriva ad esprimersi a favore della libera circolazione delle persone estesa anche alla Croazia; pur di non rischiare che i deleteri accordi bilaterali vengano messi in discussione. Altrove, ad esempio in Romandia, la musica è diversa.

Lorenzo Quadri