Invece di difendere i disoccupati svizzeri, il triciclo fa arrivare sempre più stranieri

E’ evidente che il virus cinese ha affossato la libera circolazione delle persone: il mondo è cambiato, non ce la possiamo più permettere

Prospettive del mercato del lavoro in Svizzera: tutti sono d’accordo nel vedere nero. Le previsioni finora formulate riguardano, ovviamente, la situazione nazionale. E’ chiaro che a livello ticinese saremo messi ancora peggio. Già lo eravamo prima del maledetto virus cinese (regalo delle frontiere spalancate con la Lombardia e della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla casta). Figuriamoci adesso. Tanto più che le misure di lockdown sono state più incisive da noi che in altri cantoni.

Prospettive cupe

La SECO ha per prima ipotizzato il raddoppio della disoccupazione in Svizzera. E la SECO, come ben sappiamo, è quella delle statistiche taroccate volte a far apparire solo una parte dei senza lavoro. Di recente si è aggiunto anche l’esperto del centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF) Michael Siegenthaler. Secondo quanto ha dichiarato Siegenthaler al Sonnatgsblick, la disoccupazione di lunga durata nel nostro paese l’anno prossimo raddoppierà. Il fenomeno, ammonisce l’esperto, interesserà tutte le fasce d’età.

Difficile sarà inoltre trovare un’occupazione ai lavoratori più anziani e a quelli con un percorso professionale complicato. «In tempi normali sarebbe possibile ricollocare tali persone, con uno sforzo appropriato – osserva Siegenthaler -. Considerato l’alto tasso di disoccupazione non è invece al momento realistico, ci mancano semplicemente le risorse».

Naturalmente queste sono riflessioni di carattere generale, perché in Ticino le fasce indicate erano tagliate fuori già prima dell’apparizione del covid.

In futuro, prosegue l’esperto del KOF, è probabile che aumenteranno i posti di lavoro temporanei ed i rapporti di lavoro precari, mentre vi saranno lavoratori che si ritireranno completamente dal mercato «perché avranno perso la speranza di trovare un impiego».

Anche in questo caso, per quel che riguarda il Ticino, parlare di “lavoratori che si ritireranno” (al futuro) è fuori luogo:  la realtà è già questa. Il nostro mercato del lavoro è invaso da 70mila frontalieri che occupano la stratosferica e scandalosa cifra di un terzo degli impieghi disponibili. A questi bisogna aggiungere altre migliaia di padroncini e lavoratori in nero in arrivo dal Belpaese. La maggioranza dei lavoratori in Ticino sono stranieri. Per questo sfacelo possiamo ringraziare il triciclo PLR-PPD-P$$, Verdi anguria ovviamente inclusi, che hanno voluto, e tuttora vogliono, la libera circolazione delle persone.

Vogliono sempre nuovi permessi

Perfino gli esperti di regime – vedi SECO e KOF –  pagati per reggere la coda alla libera circolazione delle persone, ammettono che ci aspetta un disastro. Di conseguenza, tutti gli sforzi dovrebbero essere concentrati sul collocamento dei disoccupati svizzeri, presenti e futuri. Ciò vuol dire che i posti di lavoro in Svizzera vanno riservati ai senza lavoro elvetici. Ed invece, un piffero! I camerieri dell’UE in Consiglio federale, come pure la partitocrazia eurolecchina, hanno preteso che si ricominciasse a rilasciare permessi B e G a tutti, come se piovesse.

Quindi, grazie ai soldatini del triciclo, arriveranno frotte di lavoratori stranieri a soppiantare gli svizzeri in tempo di crisi nera. E visto che in particolare il Belpaese sarà messo assai peggio di noi, il Ticino subirà  un vero e proprio assalto alla diligenza. Però i politicanti della casta non solo non fanno un tubo per impedirlo, ma addirittura lo promuovono. Perché “libera circolazione über Alles”. Del resto, sempre perché “libera circolazione über Alles”, questi barlafüs si sono messi a starnazzare istericamente contro la chiusura delle frontiere con l’Italia causa coronavirus quando sarebbe invece stato tempo di effettuarla. Il borioso ex segretario di Stato PLR Mauro Dell’Ambrogio, simpatico come un cactus nelle mutande, ebbe ad esempio a scrivere che erano “idee da tarati”.  E quindi ci siamo IMPESTATI. Con tutte le conseguenze sanitarie, economiche, occupazionali e sociali del caso. E adesso lor$ignori della casta, invece di tentare di rimediare al disastro, lo vogliono peggiorare ulteriormente facendo entrare tutti i lavoratori stranieri che arriveranno dai noi in cerca di impiego (o di rendite assistenziali).

Avanti con la swissexit!

E’ inoltre evidente che gli stranieri presenti in Svizzera che perderanno il lavoro non rientreranno nel paese d’origine: resteranno qui a carico dello Stato sociale.

La libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia ci ha impestati e adesso ci ridurrà ulteriormente in povertà. Non ce lo possiamo più permettere. Tanto più che, se non salta la libera circolazione delle persone, poi ci piomberà addosso anche lo sconcio accordo quadro istituzionale, che trasformerà la Svizzera in una colonia della fallita UE.

Per questo il 27 settembre bisogna votare sì all’iniziativa “Per la limitazione”! Basta libera circolazione! Stop invasione!

#swissexit!

Lorenzo Quadri