Lugano: chi vorrebbe raddoppiare le sedute delle Petizioni, se lo levi dalla testa
Qui i conti non tornano. A Lugano negli ultimi dieci anni sono state naturalizzate circa 2000 persone. Le naturalizzazioni respinte sono state solo tre, di cui una, se la memoria non inganna, è poi stata comunque accordata a seguito di un ricorso. Le domande in lista d’attesa sono circa 200 e adesso la presidente PPD della Commissione delle petizioni del consiglio comunale, ma non solo lei, vorrebbe accelerare. Pretende addirittura di raddoppiare il numero delle sedute, per distribuire passaporti elvetici a pieno regime. E si lamenta pubblicamente a mezzo stampa dei commissari leghisti (populisti e razzisti) rei di fare scandaloso ostruzionismo.
I consiglieri comunali leghisti fanno benissimo ad opporsi ad un simile bislacco disegno, tanto più che il conto delle sedute raddoppiate lo pagherebbe il contribuente luganese.
Non c’è alcuna fretta di naturalizzare. Anche se a $inistra, ma evidentemente non solo, c’è chi immagina di trarne vantaggi elettorali, infatti il P$ è pure arrivato al punto di inviare sotto elezioni volantini mirati ai neo-svizzeri.
Osiamo sperare che il Consiglio comunale di Lugano abbia priorità un po’ più consistenti della fabbricazione seriale di nuovi svizzeri. Ci sono importanti messaggi municipali che attendono di essere trattati: che ci si dedichi a quelli.
Più superficialità
E’ evidente che accelerare sull’esame dei candidati all’attinenza luganese significa anche procedere in modo affrettato e quindi superficiale. Ma questo è proprio ciò che vogliono i kompagni. Svilire il processo di naturalizzazione, trasformandolo in un semplice atto amministrativo senza le necessarie verifiche dell’integrazione dei candidati. Avanti con gli svizzeri di carta!
Quanto accaduto a Lugano nell’ultimo consiglio comunale deve poi far riflettere: un rapporto contrario, con solidi argomenti, alla concessione del passaporto rosso ad un candidato non meritevole, è stato asfaltato dalla maggioranza PLR-PPD-PS. Dalla sinistra sono pure arrivati ignobili attacchi personali, su questioni private, al relatore contrario alla naturalizzazione.
Presupposto sbagliato
Chi presume che attualmente viga un particolare rigore nella concessione del passaporto rosso parte dal presupposto sbagliato. Il fatto che il Consiglio comunale di Lugano abbia respinto solo 3 naturalizzazioni su 2000 la dice lunga. Tutti perfettamente integrati i 2000 candidati? Mah… Le procedure per l’ottenimento della cittadinanza saranno forse lunghe, ma questo non vuole affatto dire che alla fine solo chi è effettivamente meritevole ottenga la cittadinanza elvetica. Pensando di accorciare i tempi perché bisogna “svuotare i cassetti” delle domande in attesa (e per quale motivo bisognerebbe farlo, dal momento che “pendono” ben altre urgenze?) non si farà che rendere sempre più superficiale la verifica dell’integrazione dei singoli aspiranti svizzeri
Gli interrogativi
Il tema è diventato di prepotente attualità proprio negli scorsi giorni a seguito dei vari scandali che hanno interessato il Cantone. Nella fregola di trarre vantaggi politici (ovviamente in funzione antileghista) dal caso Ufficio della migrazione, ad esempio, la partitocrazia ben si guarda dal chiedersi chi abbia naturalizzato, e con quali verifiche, i vari neo-svizzeri finiti dietro le sbarre per traffico di permessi, vedi padre e figli kosovari.
Stesso discorso per la scoperta ancora più grave del cittadino turco naturalizzato svizzero arrestato come sospetto reclutatore dell’Isis che, grazie al Beltradipartimento DSS, faceva il sorvegliante in un centro asilanti.
Il bello è che il kompagno di turno un po’ di tempo fa descriveva pubblicamente il presunto reclutatore come un esempio di integrazione riuscita. Quando si dice la lungimiranza. Oltretutto l’obiettivo dell’operazione era di partire dal caso singolo per arrivare alla generalizzazione. Se un turco è “perfettamente integrato” allora lo sono tutti. Quanto perfettamente integrata fosse la persona presa come esempio, lo si è ben visto. Più che integrato il signore è integralista. E non era certo da solo. La coppia sanzionata dalla CEDU perché non mandava le figlie a lezione di nuoto per motivi religiosi era composta da due cittadini turchi beneficiari di una naturalizzazione clamorosamente facile. Questo non vuole nemmeno dire che nessun cittadino turco sia integrato. C’è chi lo è e chi no. Per poter distinguere, la verifica deve essere seria, approfondita e non inficiata da fregole politikamente korrette.
Il rischio
Forse qualcuno non si è ancora reso conto del rischio che si corre seguendo la via della faciloneria multikulti: è nientemeno quello di rendere svizzeri perfino dei fiancheggiatori del terrorismo islamico. Il che vuol dire tenerseli in casa in via definitiva.
Il passaporto rosso è una cosa seria e non è merce da barattare in cambio di voti. Chi lo fa può solo vergognarsi.
Lorenzo Quadri