Il ministro degli esteri PLR Didier Burkhaltèèèèr, quello del “dobbiamo aprirci all’UE”, non poteva esimersi (non poteva proprio?) dallo stilare il proprio bilancio positivo (?) della partecipazione della Svizzera all’expo 2015 gestita da inquisiti (come mai i soliti moralisti, in genere assai prolissi per non dire logorroici, a questo proposito osservano un silenzio sepolcrale?). Non ci si poteva di certo attendere una posizione diversa, visto che il Consiglio federale per questa partecipazione ha fatto spendere al contribuente 23 milioni di franchetti; poi però si va a tagliare sulle pensioni.

Due possibilità
Mai come in questa occasione, però, il buon Burkhaltèèèèr ha perso un’occasione d’oro per tacere. Infatti il direttore del DFAE ha pensato bene dichiarare che la partecipazione svizzera ad Expo ha “migliorato i rapporti con l’Italia”. Ohibò. Davanti ad un’asserzione del genere, del tutto incomprensibile nel contesto attuale, non si può che rimanere di sale – o magari d’altro. Visto che però è stata fatta, ci sono solo due possibilità.

1) Il Consigliere federale PLR racconta fregnacce a vanvera. Questa ipotesi è corroborata dall’ormai famosa allocuzione del Capodanno 2014, quella del “dobbiamo aprirci all’UE” (capita l’antifona liblab? Noi dobbiamo aprirci; gli eurofalliti, per contro, possono continuare a prenderci a cetacei in faccia). Poiché tuttavia non riteniamo che il ministro dell’ex partitone parli a vanvera – non sia mai, altrimenti poi sul bollettino Opinione liberale ci danno dei fascisti e nazisti: uhhh, che pagüüüüüraaaa!! – scartiamo questa opzione e passiamo alla possibilità 2).

2) Il Consigliere federale liblab pensa davvero quello che ha detto (ossignùr). E allora, di grazia, gli chiediamo qualche doveroso chiarimento. Perché noi, notoriamente “chiusi e gretti”, abbiamo dei problemi a capire in che modo la Svizzera si sarebbe avvicinata all’Italia. O per lo meno, a capire dove ci sarebbe stato un avvicinamento da intendersi in chiave positiva. Perché anche l’invasione quotidiana di frontalieri e di padroncini in nero è una forma di “avvicinamento”, però non c’entra con l’expo (c’entra con la libera circolazione senza limiti, sempre voluta da Burkhaltèèèèr e dal suo PLR, che in questi giorni in Ticino si sta stracciando le vesti per difendere lo studio farlocco dell’IRE).

Alcune domandine
Visto che, secondo il ministro degli esteri PLR, la partecipazione svizzera all’Expo avrebbe avvicinato la Confederazione al Belpaese, gli chiediamo:

– In che modo, grazie ad Expo, la vicina ed ex amica Penisola ha iniziato a rispettare gli impegni presi con la Svizzera?
– Forse che, grazie alla partecipazione della Svizzera ad Expo, l’Italia sta facendo il proprio dovere per quel che riguarda, tanto per fare un paio di esempi, a) la ferrovia Stabio-Arcisate? b) il proseguimento a sud di AlpTransit? c) Il contenimento del traffico di frontalieri? d) Le fogne italiche che scaricano cacca nel Ceresio?
– Forse che, grazie alla partecipazione della Svizzera ad Expo, l’Italia applica i trattati di Dublino? Forse che permette agli artigiani e alle ditte ticinesi di lavorare nel Belpaese? Forse che ha cancellato il nostro Paese dalle sue liste nere illegali?
– Forse che, grazie alla partecipazione della Svizzera ad Expo, è stato possibile concludere in modo soddisfacente le famigerate trattative con l’Italia?
– A proposito, Burkhaltèèèèr: come mai neanche una parola sul fatto che tutti i milioni pubblici spesi dalla Confederazione per la partecipazione ad Expo2015 non hanno portato in Ticino nemmeno un turista, ma hanno semmai ottenuto l’effetto esattamente contrario?

Conoscenza del dossier?
La risposta a tutte le domande di cui sopra è un chiaro NO. La partecipazione della Svizzera ad Expo non è, diffatti, servita ad un tubo. Non si vede ombra di miglioramento nelle relazioni con la Penisola. Semplicemente, gli svizzerotti si sono fatti infinocchiare ancora una volta.
Come fa allora il ministro PLR a dire che l’Expo ha portato ad un avvicinamento tra Svizzera ed Italia? Su che base, visto che non c’è proprio nulla? E’ questa la conoscenza della realtà delle relazioni italo-svizzere che può sfoggiare il buon Burkhaltèèèr, ministro degli Esteri? Non sapendo cosa inventarsi per trovare qualcosa di buono nell’operato della ministra del 4% Widmer Schlumpf, i suoi reggicoda si sono sciacquati la bocca con “la conoscenza dei dossier”. Ecco, qui pare non ci sia nemmeno quella…
Lorenzo Quadri