Nella città di Bornheim, in Nordreno-Vestfalia, l’autorità cittadina ha vietato l’accesso alla piscina pubblica agli asilanti maschi. Motivo: questi ultimi infastidivano le donne con molestie ed apprezzamenti a sfondo sessuale. In realtà non si tratta di una prima. Nell’estate del 2013 un provvedimento analogo venne preso a Bremgarten, nel Canton Argovia. Inutile dire che i media di regime corsero subito a starnazzare al razzismo: ironia della sorte, in questo bieco esercizio brillarono (si fa per dire) proprio i giornali tedeschi. Ancora qualche anno prima fece notizia un curioso caso svedese. In una città della Svezia, dopo anni di “battaglie” per ottenere l’autorizzazione a sfoggiare il topless al lido pubblico (non tutti si battono per i massimi sistemi…) le promotrici dovettero ben presto rivestirsi perché venivano molestate e minacciate dai migranti arabi.
Le responsabilità
I fatti di Capodanno a Colonia, e non solo a Colonia, hanno infranto il muro di omertà. Ed hanno aperto gli occhi sulle conseguenze della deleteria politica delle frontiere spalancate. Perché adesso siamo alla resa dei conti. Chi questa politica l’ha non solo voluta, ma l’ha anche imposta col ricatto morale – da anni i contrari vengono denigrati come spregevoli razzisti e fascisti – adesso è chiamato ad assumersi le proprie pesanti responsabilità.
Integrazione impossibile
L’Europa, Svizzera compresa, si è riempita, in nome del “dobbiamo aprirci”, di migranti economici. Per la stragrande maggioranza dei casi si tratta di giovani uomini soli che non scappano da alcun conflitto (altro che famiglie in fuga dalla guerra: questa è l’ennesima balla politikamente korretta). Ad esempio in Svizzera, tanto per fare una cifra, la quota di profughi siriani tra i presunti asilanti giunti nel nostro paese nel 2015 naviga attorno al 7%. Questi giovanotti non solo sono a carico del nostro Stato sociale (e la kompagna Sommaruga, spalleggiata dai partiti storici, vorrebbe anche offrirgli l’avvocato gratis con i soldi del contribuente). Sono anche impossibili da integrare. Il che, tradotto dal politichese, significa che questi migranti costituiscono una minaccia per la nostra società.
Le donne ne fanno le spese
Le prime a fare le spese di questa minaccia sono le donne europee. Le loro libertà, conquistate sull’arco dei secoli, si riducono ogni giorno che passa. Ad un ritmo vertiginoso.
Dove sono le nostrane spalancatrici di frontiere? Nulla dire, stimate signore? Intanto segnaliamo questa presa di posizione della consigliera nazionale $ocialista (!) zurighese Jacqueline Badran: “Siamo degli illusi se pensiamo che basteranno dei corsi per insegnare ai migranti come relazionarsi con le donne. Il loro atteggiamento di superiorità nei confronti delle donne è frutto di un’educazione che viene impartita loro sin da piccoli. Non basterà un interruttore per far cambiare qualcosa”.
E’ solo l’inizio
Ma naturalmente questo non è che l’inizio. Per paura (soprattutto paura della qualifica di “razzista”), e per buonismo idiota, permetteremo agli immigrati di imporci le loro regole. E’ in atto uno scontro di civiltà da cui usciremo perdenti: in nome del “dobbiamo aprirci”, semplicemente alzeremo (ci faranno alzare) bandiera bianca senza nemmeno combattere. Capitoleremo senza condizioni. L’Europa ha posto le premesse per la propria distruzione. Negando le proprie radici e la propria identità ha rinunciato a difendersi. Si è dichiarata terra di conquista. I conquistatori stanno arrivando. Qualcuno si illudeva che non sarebbe successo? Espellere i migranti economici dalle piscine perché molestano le donne (ma come, non erano tutte balle della Lega populista e razzista?) non è certo una soluzione. E’ dall’Europa che bisogna espellerli. E naturalmente si deve fare tutto il possibile per impedire l’arrivo di altri. I vituperati “muri al confine” si fanno sempre più necessari.
Lorenzo Quadri