Alcuni paesi, ad iniziare dall’Ungheria, hanno costruito dei muri (barriere) sui confini. Lo hanno fatto non per sport, ma per arginare l’arrivo di finti rifugiati. Le statistiche indicano infatti che l’80% degli asilanti sono giovani uomini soli che non scappano da alcuna guerra. Questa immigrazione di massa causa evidenti problemi di ordine pubblico e di sicurezza nei paesi che la subiscono. Vedi le molestie di gruppo ai danni di donne europee da parte di finti rifugiati arabi. Ma la nostrana “gauche caviar” rifiuta qualsiasi proposta di limitazione della libertà di movimento dei finti rifugiati, strillando al razzismo e alla strumentalizzazione.
Altro che “ponti”!
I funzionarietti di Bruxelles, come pure i moralisti a senso unico, hanno puntato il dito contro i muri “ungheresi”, su cui si sono riversati ettolitri di bile politikamente korretta. Il premio per la dichiarazione ad effetto più ottusa va a questa: “bisogna costruire ponti e non muri”. Ed infatti l’Anghela Merkel ha costruito “ponti” che hanno portato dritti dritti ai fatti di Colonia. Oggi la cadrega della cancelliera giustamente traballa. Avete voluto spalancare le frontiere con il ricatto morale, avete strumentalizzato senza vergogna anche i bambini morti per far credere alla gente che accogliere fiumane di finti rifugiati, in sistematica violazione della legalità in materia d’asilo, fosse un “dovere umano” (e quindi chi non ci sta è un mostro disumano)? Adesso ve la grattate.
Espulsioni massicce
Funzionarietti europei e spalancatori di frontiere hanno demonizzato i muri, ma adesso l’UE parte – o almeno: dichiara di voler partire – con le espulsioni massicce. Classico esempio di chiusura della stalla quando i buoi sono già scappati. Sulla rampa di partenza ci sono centinaia di migliaia di migranti economici. La Svezia – slinguazzato modello di socialdemocrazia nordica – prima ha sospeso Schengen e adesso annuncia il piano per rimandare indietro 80mila asilanti. La Finlandia ha annunciato che ne espellerà 20mila. Ohibò, il razzismo ed il fascismo dilagano?
Svizzera al limite
In Svizzera i richiedenti l’asilo sono stati 40mila nel 2015 (il doppio del normale) e nel 2016 saranno, con tutta probabilità, ancora di più. Il presidente di turno della Confederazione, Johann Schneider Ammann, ha dichiarato che “siamo al limite delle capacità”. Ma va? Magari potrebbe cominciare a spiegarlo alla sua collega di governo, kompagna Simonetta Sommaruga, che invece vuole l’avvocato gratis (cioè pagato da noi) per i finti rifugiati, e rifiuta ostinatamente di fare alcunché per limitare l’arrivo di migranti economici in Svizzera. Mentre infatti i paesi UE chiudono i confini uno dopo l’altro, e i funzionarietti di Bruxelles sono costretti ad inventarsi invereconde arrampicate sui vetri per tenere artificialmente in vita i fallimentari accordi di Schengen come la possibilità di sospenderli per due anni (quando sarebbe molto più dignitoso avere il coraggio di staccare la spina), Sommaruga ancora dipinge il ritorno dei controlli sistematici al confine come “una catastrofe.”
E che la Svizzera è al limite della sua capacità, Schneider Ammann potrebbe anche cominciare a spiegarlo ai suoi colleghi di partito. Il PLR insiste infatti nello spalare palta sul referendum contro l’ennesima riforma sull’asilo: quella che, appunto, fornisce l’avvocato gratis ai finti rifugiati ed instaura il regime delle espropriazioni facili per creare nuovi centri d’accoglienza.
Svegliarsi
Morale: ancora una volta, avevano ragione i populisti e razzisti, oltre che gli spregevoli costruttori di muri.
Intanto, per correr dietro ai politikamente korretti, la Svizzera – invece di prevenire il caos asilanti – pone le premesse per crearlo. Perché lo capisce anche quello che mena il gesso che, se tutti gli altri paesi chiudono i confini mentre Berna continua a tenerli spalancati perché “bisogna aprirsi”, i migranti arrivano tutti qui. Magari è il tempo di aprire gli occhi: il sistema Schengen è finito. Ha fatto harakiri da solo. Svegliarsi prima che sia troppo tardi.
Lorenzo Quadri