I contributi di coesione alla fallimentare Unione europea sono stati giustamente argomento di accese discussioni negli anni scorsi, visto che si parla di circa 1,3 miliardi di franchetti del contribuente elvetico in partenza per lidi europei. Dunque non proprio noccioline.
Anzi, la cifra è ben più alta dal momento che la Confederazione sostiene già dall’inizio degli anni Novanta i paesi ex comunisti allo scopo, citiamo dal Consiglio federale, di “promuovere la pace, la democrazia e l’economia di mercato, preservando gli interessi economici della Svizzera”.
Il miliardo di coesione per i 10 nuovi Stati membri UE data del 2007. I 257 milioni per Romania e Bulgaria, per contro, sono stati decisi nel 2009. In che modo queste somme enormi abbiano effettivamente giovato agli interessi economici della Svizzera, è ancora tutto da dimostrare.
Limitare l’immigrazione?
Si diceva che il miliardo di coesione avrebbe dovuto limitare l’immigrazione verso la Svizzera da parte di cittadini dei nuovi Stati membri UE. Che questo sia accaduto è ancora tutto da dimostrare. Anzi: il fatto che, per contenere gli arrivi, il Consiglio federale abbia applicato la clausola di salvaguardia, dimostra semmai proprio il contrario.
I progetti da finanziare con i franchetti svizzeri vengono concordati direttamente con i paesi membri, ma naturalmente al volgo non si comunica nulla, né somme impegnate né tipo di operazione finanziata. Soprattutto non si dice che tipo di beneficio ne avrebbe tratto la Svizzera.
Quello che si sa, però, è che gran parte di questi fondi sono già stati spesi. Il contributo di un miliardo (di cui quasi la metà alla sola Polonia: siamo a livelli di risarcimento di guerra) destinato ai dieci Stati membri UE che hanno aderito al club eurofallito nel 2004 risultava interamente stanziato al primo semestre del 2012.
Per contro i 257 milioni per Romania e Bulgaria nell’aprile 2014 erano messi nel seguente modo: il 62% stanziati in via definitiva, il 31% in via provvisoria.
In massima parte polverizzati
Sicché l’enorme somma che gli svizzeri hanno versato ai nuovi paesi UE è già per la massima parte polverizzata. Una somma, sia ben chiaro, che è stata versata senza alcun obbligo. L’obiettivo era, ancora una volta, mostrarsi eurocompatibili, eurosottomessi, eurosvenduti.
Ciononostante l’Unione europea ancora si permette di fare la voce grossa con la Svizzera a seguito dell’ormai famoso voto del 9 febbraio. E naturalmente ha sempre nel mirino la privacy bancaria e quindi la piazza finanziaria elvetica, potendo in questo contare anche su una nutrita schiera di complici interni, a partire dalla ministra del 5% Widmer Schlumpf. Ecco cosa ci si guadagna a regalare miliardi per farsi belli agli occhi degli eurocrati.
Come detto di indotti non se ne vedono, né politici né economici. Infatti l’UE prosegue con la sua guerra economica nei nostri confronti.
Bloccare i versamenti
Il fatto che quasi tutti i contributi di coesione siano stati consumati comporta tuttavia che una parte, pur piccola, ancora non lo sia stata. Dei 257 milioni per Romania e Bulgaria il 7% non è stato stanziato, mentre il 31 lo è solo in via provvisoria. Di conseguenza, su questi soldi possiamo ancora decidere noi. In particolare, possiamo decidere di bloccarne il versamento. Sarà bene ricordarlo agli eurobalivi. Quelli che credono di poterci applicare misure di ritorsione come punizione per aver esercitato i nostri diritti democratici.
Lorenzo Quadri