La Pravda di Comano, completamente avulsa dalla realtà, continua a montare la panna
Alla stragrande maggioranza dei luganesi e dei ticinesi di qualsiasi età importa meno di zero dei sedicenti “autogestiti”
La stampa di regime, colonizzata da pennivendoli ro$$i, continua a montare la panna (ormai diventata burro Floralp) sull’ex Macello di Lugano. In prima fila ad azionare i frullini, e come poteva essere diversamente, c’è la solita R$I. Alla Pravda di Comano sono rimasti orfani dello stramaledetto virus cinese. Urgeva trovare qualcosa per riempire il vacuo palinsesto. Ed infatti le ore di trasmissioni, sempre uguali, dedicate allo sgombero della topaia sul Cassarate non si contano più, con i sempre i soliti tromboni che si parlano addosso. Tromboni che spesso e volentieri nemmeno abitano a Lugano.
Addirittura il “presentatore e redattore” del Quotidiano Alain Melchionda venerdì durante una conferenza stampa del governicchio sulle misure Covid ha avuto l’alzata d’ingegno di porre una domanda… sull’ex macello! E’ evidente che siamo al delirio.
La R$I fa politichetta
La Radiotelevisione di Stato usa il canone più caro d’Europa per fare il lavaggio del cervello agli utenti a sostegno dei sedicenti autogestiti. Il perché è evidente: la $inistra, di cui la R$I è l’organo ufficiale, rifiuta di accettare il risultato uscito dalle urne il 18 aprile. Il grottesco circo cui assistiamo da due settimane è sostanzialmente squallida politichetta di partito. Nulla a che vedere con i giovani di Lugano.
Occorre dunque rimettere la chiesa al centro del villaggio.
Primo
Alla stragrande maggioranza dei luganesi, come pure dei ticinesi, dei sedicenti autogestiti non potrebbe fregare di meno. Perché ha ben altri problemi. La manifestazione del 5 giugno – vetrina per soldatini gauche-caviar, alcuni quasi novantenni – non dimostra proprio un bel niente. Gli abitanti di Lugano sono quasi 70mila. In piazza c’erano 1500 persone. Togliamo i non luganesi e togliamo i soldatini animati da sete di vendetta partitica, e ci accorgiamo che stiamo parlando di ben poche persone. Che però pretendono di dettare le condizioni a tutti gli altri. Non è così che funziona.
Le considerazioni sopra valgono anche per i giovani. Lastragrande maggioranza di loro non ha certo in testa l’autogestione.
Secondo
Le priorità del Cantone e della città di Lugano non sono in nessun modo autogestiti, molinari e brozzoni vari. A causa dello stramaledetto virus cinese e della fallimentare gestione della pandemia da parte della $inistra (quella che pistona i molinari), disoccupazione e fallimenti si impenneranno a breve. Specie quando gli aiuti pubblici finiranno. E intanto, grazie alla devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia (ed in particolare sempre dalla $inistra pro-brozzoni) l’invasione di frontalieri continua, a scapito dei lavoratori ticinesi. Sveglia! Qui bisogna far fronte alla più grave crisi economica ed occupazionale del dopoguerra (cit. governicchio federale)! Però,invece di dedicarsi a questo, l’autorità dovrebbe perdere tempo con l’ex Macello? Ma stiamo scherzando?
Terzo
Se tra la popolazione di Lugano si facesse un sondaggio suifavorevoli ed i contrari allo sgombero dell’ex Macello, quale immaginate sarebbe il risultato?
Quarto
In mancanza di argomenti, i reggicoda dello CSOA sono ridotti ad attaccarsi pietosamente alla questione dell’amianto nello stabile demolito, presente se del caso in quantitativi minimi.
Quinto
La TV di Stato, finanziata col canone più caro d’Europa, hatrasformato l’ex Macello nel problema numero uno del Cantone. Questo mentre ci troviamo a far fronte ad una gravissima crisi economica ed occupazionale. Il che la dice lunga sul totale scollamento della Pravda di Comano dalla realtà. Chiaro: i giornalai della R$I hanno il posto di lavoro ed il lauto stipendio assicurato, virus o non virus. Fanno parte della casta dei garantiti. Non sono stati nemmeno sfiorati dalle conseguenze della pandemia. E dunque sono lì, finanziati con i nostri soldi, a farsi le pippe mentali di $inistra sull’ex Macello. E a fare politichetta – sempre di $inistra – contro la maggioranza del municipio di Lugano, rea di essere del partito sbagliato. Il neo-direttore Mario Timbal continua a non vedere le derive?
Sesto
In nome dell’autogestione, che tanto piace alla RSI, cominciamo col ribellarci in massa all’imposizione di pagare il canone Serafe.
Settimo
Cosa aspettano i molinari ad okkupare un’ala della Pravda di Comano? Sarebbero di sicuro ben accetti. Inoltre, nei sovradimensionati stabili della R$I, gli spazi in esubero non mancano.
Ottavo
Nella presa di posizione dello CSOA a proposito della manifestazione di sabato scorso 5 giugno, sfociata in innumerevoliatti vandalici (senza contare la Piazza Molino Nuovo ridotta ad immondezzaio) tra le varie amenità si legge quanto segue: “Slogan scritti su dei muri, una vetrina di una banca distrutta: azione diretta, espressione autodeterminata, non recuperabile, non mediabile dalle autorità. Nella sua storia il Molino non si è mai dissociato da queste pratiche e mai lo farà”. E a simili soggetti l’ente pubblico dovrebbe mettere a disposizione degli spazi? Ma anche no! Lugano ha già dato.
Nono
I bolliti residui della gauche-caviar ai quali nei giorni scorsi non è parso vero di poter tornare a mettere fuori la faccia sui media, invece di cianciare, aprano il rigonfio borsello ed acquistino o affittino uno spazio, ovviamente fuori dalla città “fascista” di Lugano, da mettere a disposizione dei loro pupilli. I quali, se davvero fossero “autogestiti”, dall’ente pubblico non pretenderebbero nulla.