Proprio come dicevano il Mattino e la Lega, il cittadino è stato turlupinato

 A due giorni dalla votazione, il Consigliere di Stato $ocialista già pretendeva di usare il “giocattolo nuovo” per aumentare le imposte.

Come si spiega, invece, che per i kompagni l’attuazione dell’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, votata da ormai tre mesi, può attendere almeno tre anni?

Un sentito ringraziamento a PLR e PPD che si sono fatti usare dalla $inistra  aiutandola a raggiungere il proprio scopo: procedere ad aggravi fiscali.

Come volevasi dimostrare, ancora una volta la Lega aveva visto giusto. Il kompagno Manuele Bertoli non ha nemmeno lasciato passare una settimana per chiarire ai ticinesi che sono stati presi per i fondelli dai loro rappresentanti dei partiti $torici.

Il 18 maggio, infatti, il moltiplicatore cantonale con freno all’indebitamento è stato approvato in votazione popolare. Dietro gli astrusi termini tecnici si nasconde, come noto, un principio molto semplice. Quello del meccanismo, inserito addirittura nella Costituzione, per mettere le mani nelle tasche della gente.

La necessità della votazione parlamentare a maggioranza di due terzi per poter alzare il coefficiente fiscale è un semplice tatticismo. Tale “quorum”, venduto ai più ingenui come barriera insormontabile, in realtà non lo è affatto: basta un’opportuna campagna terroristica per giustificare il salasso a carico del contribuente, e le maggioranze si trovano. Tanto più che la campagna terroristica sarà appoggiata non solo dalla radiotelevisione pubblica bollettino parrocchiale del P$, ma anche da tutta la stampa che prende ordini dalle segreterie dei partiti $torici, il che significa la totalità dei media ticinesi con l’eccezione del Mattino, del Mattinonline e del Paese.

Bertoli non perde tempo

Del resto, come scritto qualche riga sopra, il presidente del Consiglio di Stato kompagno Manuele Bertoli non ha di certo perso tempo. Non era passato che qualche giorno dalla votazione popolare  che già Bertoli annunciava che per far quadrare i conti del Cantone, si sarebbero messe le mani nelle tasche della gente servendosi del moltiplicatore cantonale. Se non altro  il presidente di turno del CdS è stato esplicito. Naturalmente, chissà come mai, Bertoli si è ben guardato dall’uscire con le sue esternazioni prima della votazione sul moltiplicatore cantonale. Non ci vuole molta fantasia per immaginare che, se i votanti avessero saputo che un Sì avrebbe portato all’immediato attentato alle loro tasche, avrebbero deciso diversamente.

Grazie partiti $torici

Chi ha creduto alle fallaci rassicurazioni dei sostenitori del moltiplicatore cantonale, ed oltretutto inserito addirittura nella Costituzione, è servito.

E’ peraltro evidente che la figura peggiore la rimediano i partiti $torici, PLR e PPDog, che hanno fatto il gioco del  P$.

Proprio l’ex partitone, il cui presidente non ha perso occasione per ribadire la propria contrarietà agli aggravi fiscali, ha una consigliera di Stato (uscente) che ha proposto, fotocopiandolo dalla $inistra, il moltiplicatore cantonale grazie al quale ci aumenteranno le tasse. La stessa ministra estrae inoltre dal cappello – visto che il moltiplicatore cantonale non bastava – pure la revisione delle stime immobiliari, che servirà a mettere le mani nelle tasche dei proprietari di casetta o appartamento.

E’ palese che la “neutralità fiscale” dell’aumento delle stime è l’ennesimo imbroglio ai danni del cittadino, poiché per ottenerla occorrerebbe modificare così tante leggi che ciò non accadrà mai.

Un sentito ringraziamento dunque all’ex partitone, in prima fila nell’aumentare la tasse ai cittadini: come a Lugano (per finanziare il LAC e la kultura) così a livello cantonale.

Due pesi e due misure

Interessante, poi, notare l’atteggiamento a geometria variabile dei kompagni nei confronti delle votazioni popolari.

Quella di oltre tre mesi fa sull’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” secondo i $ocialisti andrebbe rifatta ed in ogni caso la sua attuazione può aspettare almeno tre anni.

Il meccanismo per mettere le mani nelle tasche della gente, invece, va utilizzato a due giorni dalla sua approvazione popolare.

Lorenzo Quadri