I Cantoni potranno mantenere le black list. Cereghetti: “spero che il Ticino rinuncerà”
Dopo il Consiglio degli Stati, anche il Consiglio nazionale ha approvato il disegno di legge federale che permette ai Cantoni di mantenere le liste nere degli assicurati morosi che non pagano i premi di cassa malati. E, per questo motivo, si vedono sospendere la copertura assicurativa e negare l’accesso alle cure mediche. A meno che si trovino in situazione di emergenza.
Le black list sono al momento in vigore solo in pochi Cantoni: Argovia, Turgovia, Zugo, Lucerna e… Ticino. Un certo numero di Cantoni non le ha mai introdotte. Altri le hanno abbandonate. Ne abbiamo parlato con Bruno Cereghetti, già capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS e oggi attivo come consulente privato.
I Cantoni avranno ancora la facoltà di mantenere o introdurre delle liste nere di assicurati morosi: cosa ne pensa?
Non la reputo una buona cosa. Escludere i morosi dai trattamenti medici è una sanzione pesantissima. E verosimilmente è pure anticostituzionale. Se lo Stato decidesse di non curare i carcerati, ad esempio, ne nascerebbero sollevazioni politiche e popolari. Idem se si decidesse di non curare i “No vax”, che hanno compiuto una scelta deliberata. Nel caso concreto, le cure vengono di fatto rifiutate a persone che non hanno pagato i premi di cassa malati. E’ ovvio che i premi vanno pagati; ma la sproporzionalità tra mancanza e sanzione è evidente.
Tuttavia le cure d’emergenza rimangono garantite anche ai morosi.
Questa è una falsa sicurezza. Infatti non è sempre evidente stabilire cosa è un’emergenza. Che lo sia un infarto è pacifico. Ma i trattamenti per l’AIDS, ad esempio, non ricadrebbero sotto il concetto di emergenza: verrebbero quindi bloccati. Ma pensiamo anche ad una malattia degenerativa agli occhi, che non mette in pericolo la vita ma porta alla cecità. Questa malattia, se il paziente figura su una black list, non verrebbe curata per mancanza di copertura assicurativa. E la persona perderebbe la vista. In generale, la sospensione ha un effetto deleterio sulla salute di chi ne è colpito. La situazione sanitaria di queste persone degenera fino a quando sarà comunque imperativo curarle, spendendo parecchio di più. Ricordo che in precedenza, per legge federale, gli assicuratori erano addirittura obbligati a procedere con liste nere e sospensioni. Il risultato è stato che i morosi si presentavano negli ospedali pubblici. E questi non potevano respingerli sistematicamente. L’avessero fatto, avrebbero poi rischiato di venire chiamati a risponderne in sede penale se la persona avesse riportato un danno alla salute. I Cantoni si sono così trovati confrontati con costi enormi, non coperti dalle casse malati. E dunque si sono mobilitati per ottenere da Berna che l’obbligo di black list venisse levato.
Ma è corretto che i contribuenti siano chiamati pagare la cassa malati a chi ne avrebbe la possibilità però preferisce spendere i propri soldi, ad esempio, per lo shopping o le vacanze?
I morosi non sono persone che scelgono deliberatamente di non pagare i premi. Questa è una leggenda metropolitana. I morosi sono dei casi sociali. Il sistema svizzero di esecuzione è molto efficiente. Chi non paga un premio assicurativo, viene perseguito subito. Se ha sostanza o reddito, scattano i pignoramenti. Ed il minimo esistenziale riconosciuto dall’Ufficio esecuzione e fallimenti è inferiore a quello previsto dall’assistenza. Insomma: non pagare i premi quando se ne avrebbe la possibilità è un’operazione in pura perdita, un atto autolesionistico. Ci fossero comunque dei singoli casi in tal senso, occorrerebbe intervenire in modo puntuale. Ma non penalizzare tutti. Dagli approfondimenti che ho effettuato all’Ufficio assicurazione malattia è peraltro emerso che i morosi sono in gran parte dei “borderline”. Questi approfondimenti, confluiti nei vari Messaggi governativi sul tema, sono stati però ignorati dalla precedente direzione del DSS.
Uno degli argomenti sentiti durante il dibattito a Berna a sostegno della facoltà per i Cantoni di mantenere le liste nere era però proprio questo: grazie ad esse, i servizi sociali possono attivarsi, prendere contatto con le persone sospese e magari risolvere delle situazioni difficili.
Sono evidentemente d’accordo con questo modo di procedere. Ma non serve la sospensione della copertura per attivare l’intervento dei servizi sociali. Basta che gli assicuratori siano tenuti a comunicare le liste dei morosi ai Cantoni e da questi siano trasmesse ai rispettivi Comuni di residenza. Il problema è che allo stato attuale queste persone, se convocate dai servizi sociali, spesso non si presentano. Per questo vengono considerate renitenti e scatta quindi la sospensione.
Ritiene che il Ticino manterrà le black list?
Rilevo con piacere che, a seguito del covid, esse sono state congelate. Spero e mi auguro che anche il Ticino, come vari altri Cantoni, procederà alla cancellazione delle liste nere. Il Grigioni ha compiuto questo passo dopo che ci è scappato il morto. Confido non si debba arrivare a tanto.
Lorenzo Quadri