Fino all’anno scorso era, senza dubbio, uno dei temi principe della cronaca, ma anche della politica. Se ne parlava e se ne scriveva un giorno sì e l’altro pure. Ci riferiamo ai famosi morosi di cassa malati ossia quei cittadini che, non riuscendo a pagare i premi (sempre più esorbitanti) dell’assicurazione malattia, rimangono indietro con i versamenti e, pertanto, si ritrovavano con la copertura assicurativa sospesa.
I morosi di cassa malati erano arrivati ad essere, in Ticino, circa 20mila. Poi c’è stata la revisione della LAMal con conseguente “amnistia” e gli assicuratori malattia che si sono impegnati a non sospendere la copertura del debitore fino all’attestato di carenza beni; dopodiché interviene il Cantone prendendosi a carico l’85% dello scoperto.
In Ticino è stata tuttavia reintrodotta la possibilità di sospendere – facoltà concessa dalla legge federale – quegli assicurati che non pagano i premi o le partecipazioni per cattiva volontà in quanto la loro situazione finanziaria non giustifica difficoltà o ritardi nei pagamenti. A prima vista il ragionamento sembra filare, nell’ottica di disporre di un deterrente – la sospensione della copertura assicurativa, appunto – che spinga chi può pagare a farlo.
Elenchi scadenti
Il problema è che, come spesso accade, quel che in teoria è lineare nella pratica si dimostra di attuazione molto più difficile. Chi infatti stabilisce se il moroso sarebbe o no in grado di pagare i premi? Il Cantone ha affibbiato il compito ai Comuni (dietro compenso di un tot per ogni pratica). In sostanza i Comuni sono stati incaricati di convocare i morosi di cassa malati e di verificarne la situazione finanziaria caso per caso, facendo poi rapporto al Cantone.
Qui cominciano i guai. Per convocare i morosi, bisogna infatti sapere chi sono. Ogni Comune deve dunque disporre di un elenco dei morosi che risiedono sul proprio territorio. Ora, chi è, o dovrebbe essere, a conoscenza dei nominativi dei morosi? Ovviamente le casse malati. Le quali però, per motivi misteriosi, fanno molta fatica a fornire gli elenchi richiesti. Quando si ottiene qualcosa, ed in clamoroso ritardo, si tratta di liste striminzite, clamorosamente incomplete e spesso pure sbagliate. Vi figurano o morosi che non lo sono più perché hanno già saldato gli arretrati, o minorenni che per legge non possono essere sospesi, come pure persone in arretrato per somme ridicole (c’è chi viene inserito tra i morosi per 10 Fr).
Mancanza di collaborazione
A ciò si aggiunge un’altra difficoltà: chi non paga i premi di cassa malati non perché non ha soldi ma perché proprio se ne infischia, ovviamente nemmeno risponde agli inviti dei Comuni di presentarsi per gli accertamenti richiesti. Oppure si presenta con documentazione incompleta menando di proposito il can per l’aia. La cosa non sorprende: pensare che qualcuno collabori di buona volontà ad una procedura il cui obiettivo non è già portargli un vantaggio, bensì un danno (ossia la sospensione della copertura assicurativa) è piuttosto illusorio – per usare un eufemismo. Quando il Comune, dopo aver effettuato verifiche che comunque necessitano di abbondante quantitativo di scartoffie e lavoro di funzionari, fornisce il nominativo dei “malpaga” al Cantone (e si tratta comunque di pochi casi rispetto al numero reale, per i problemi indicati sopra) a costoro dovrebbe venire sospesa la copertura assicurativa.
Tuttavia c’è il sospetto che, a 10 mesi dall’entrata in vigore del nuovo regime, i sospesi, ammesso che ce ne siano, si contino sulle dita di una mano.
Un pugno di mosche?
Quindi, il lungo, faticoso e costoso iter messo in atto fa a finire in niente. E poi: cosa succede al moroso che dovesse venire sospeso? Quello che succedeva fino all’anno scorso. Ossia in caso di malanno di una qualche gravità le strutture sanitarie pubbliche sono comunque tenute a curarlo a spese dello Stato, che tenterà poi di recuperare i soldi dal paziente (campa cavallo).
A ciò si aggiunge un altro elemento importante. Ossia: non si sa quanti tra i morosi “amnistiati” con la modifica di legge di inizio anno abbiamo poi, da allora, pagato con regolarità i premi.
C’è il sospetto che molti nemmeno sappiano di aver beneficiato dell’amnistia e pertanto abbiano continuato a restare indietro con i pagamenti, come prima. Ridiventando subito morosi.
Altro aspetto da considerare è che tra i morosi ci sono anche persone che ricevono un sussidio per la riduzione del premio di cassa malati; ma restano indietro con il pagamento della parte di premio a loro carico. Col risultato che il Cantone paga il sussidio ma l’assicurato è moroso lo stesso.
In conclusione. Col nuovo sistema di accertamento dei morosi messo in campo dal Cantone si spendono soldi ed energie per un risultato vicino allo zero. Con gran parte dei morosi di fine 2011 che a fine dell’anno in corso, malgrado le amnistie e tutto il resto, saranno tornati ad essere tali.
Lorenzo Quadri