Le cronache cantonali, nazionali ed internazionali non fanno che evidenziare il disastro
Il multikulti, imposto dalla casta immigrazionista, si sta dimostrando un flop su tutta la linea. Di recente vari fatti di cronaca si sono succeduti ad evidenziare lo sfacelo.
Due domeniche fa la vittoria del Marocco sul Belgio ai mondiali di calcio ha scatenato la violenza dei tifosi marocchini a Bruxelles. Costoro hanno messo a ferro e fuoco la città. Ci sono state scene di autentica guerriglia urbana. Auto incendiate, vetrine sfondate, lancio di proiettili e di petardi contro la polizia. Alcuni quartieri di Bruxelles sono tristemente noti come culle dell’estremismo islamico in Europa. Questo scempio accade proprio sotto il naso degli eurobalivi che hanno fatto del multikulti e dell’immigrazione incontrollata la loro bandiera. Ma figuriamoci se si accorgono di qualcosa!
A causa dell’immigrazione in massa di stranieri non integrati e non integrabili, ci sono, soprattutto nelle città dell’Europa del centro e del nord, interi quartieri dove la popolazione è in gran parte musulmana e dove la polizia non osa più nemmeno entrare. Già quattro anni fa sono state censite ben 900 di queste cosiddette zone “no-go”: in Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e, ovviamente, Belgio. Da allora ad oggi, questo numero è sicuramente cresciuto (moltiplicato?).
Com’era già il mantra della casta? “Immigrazione uguale ricchezza”?
Svizzera non immune
La Confederella non è certo immune dalla delinquenza d’importazione. Lo sappiamo fin troppo bene. E il “bello” (si fa per dire) è che nemmeno vengono decretate le espulsioni. Solo pochi giorni fa ne abbiamo avuto due esempi eclatanti. Uno purtroppo in Ticino. Un asilante siriano 19enne condannato a tre anni di carcere per reati gravissimi non verrà espulso. Perché la corte ha deciso di “dargli una possibilità”. Avanti col buonismo-coglionismo! E intanto i delinquenti stranieri se la ridono a bocca larga degli svizzerotti fessi! Contemporaneamente nel Giura bernese è stata emessa la sentenza nei confronti di un padre-patriarca albanese e dei suoi figli. Questi ultimi hanno tenuto le mogli segregate per anni, e hanno pure abusato di loro. Le donne erano state fatte arrivare dal paese d’origine quando erano ancora minorenni. Ciononostante, la pena erogata è una condanna con la condizionale (quindi nemmeno un giorno di prigione da scontare). E naturalmente, anche in questo caso, nessuna espulsione dalla Svizzera. La volontà popolare viene presa a pesci in faccia dai magistrati incadregati dalla partitocrazia. Il giudice ha addirittura dichiarato, tranquillo come un tre lire, che “gli uomini condannati sono influenzati dalla loro cultura d’origine”. Come se fosse una cosa normalissima. E ovviamente a noi sta bene che venga importato nel nostro Paese questo tipo di “cultura”: diventa addirittura un’attenuante in sede penale. Le femministe ro$$overdi? Non pervenute! Come sempre quando ci sono di mezzo dei migranti!
La Sharia in casa
Altra scoperta recente: a seguito di un vetusto trattato del 1934, in Svizzera in caso di divorzio tra cittadini iraniani si applica il diritto iraniano, che è ispirato alla sharia. La quale è evidentemente incompatibile con il nostro modello di società. Quindi stiamo applicando la sharia in Svizzera. E la sharia è contraria alla CEDU (Convenzione europea dei diritti dell’uomo). Però la partitocrazia ci viene a raccontare che non possiamo (sa po’ mia!) espellere i terroristi stranieri se costoro si troverebbero in pericolo nel paese d’origine, e questo perché la CEDU non lo consente! Applicazione della CEDU a geometria variabile e contro i nostri interessi! Ma abbiamo davvero scritto “giocondo” in fronte?
2 milioni di nuovi tedeschi
Notizie allarmanti giungono anche dalla Germania dove il governo di $inistra intende, ma tu guarda i casi della vita, agevolare alla grande la naturalizzazione di stranieri non integrati. Ad esempio: i bambini nati in Germania otterranno il passaporto tedesco se la madre e/o (!) il padre (quindi basta un solo genitore!) ha avuto “residenza legale abituale” nel Paese per 5 anni. Ciò significa che i figli dei migranti economici arrivati in Germania con il caos asilo del 2015 diventeranno automaticamente tedeschi. Come se non bastasse, verranno tolte varie limitazioni all’acquisizione della cittadinanza germanica. Non verrà più richiesto di “rispettare i costumi tedeschi”: e quindi, tanto per dirne una, accederanno alla naturalizzazione anche uomini con più mogli. Inoltre, ma guarda un po’, non verrà più prescritta la rinuncia alla cittadinanza del paese d’origine per ottenere quella tedesca. Eh già: oggi in Germania il doppio passaporto non è contemplato. Del resto nemmeno in Svizzera lo era, fino a trent’anni fa. Però i soldatini della partitocrazia starnazzano indignati quando la Lega propone di abolire la nazionalità plurima, perlomeno per i politicanti federali!
Secondo gli esperti, la riforma tedesca in cantiere permetterebbe di naturalizzare 2 milioni di migranti. Il che avrà conseguenze negative anche per noi. “Grazie” alla devastante libera circolazione delle persone – e magari un domani a seguito della ripresa della direttiva UE sulla cittadinanza – questi neo-cittadini “tedeschi” potranno traferirsi qui a piacimento. Con anche la certezza che non verranno mai espulsi, qualsiasi cosa accada.
Morale della favola
Insomma: il multikulti si conferma, ad ogni occasione, un disastro su tutta la linea. Ma la casta, sia in Svizzera che nella fallita UE, per motivi ideologici insiste nel restarvi abbarbicata come una cozza allo scoglio. E lancia, contro chi non ci sta, squallide accuse di razzismo e fascismo.
Lo schianto contro il muro è dunque garantito. E sapremo chi ringraziare.
Lorenzo Quadri