Non mi è sfuggito il supponente articoletto del Signor Jean-Pierre Antorini, candidato alla presidenza del PLR di Lugano (Uella!, direbbe qualcuno) pubblicato sul Corriere del Ticino di mercoledì.

Oggetto dello scritto, la squallida ammucchiata dei partiti $torici in Municipio volta a negare alla Lega la carica di vicesindaco. Il tutto alla faccia del responso popolare e delle regole in essere; perché alla Lega non bisogna mai dare ragione, costi quel che costi.

Sarebbe stato bello, soprattutto per lui, se il signor Antorini, per farsi campagna elettorale sui giornali quale aspirante presidente sezionale, avesse avuto un qualche argomento. Evidentemente non ha invece trovato di meglio che esprimersi sul sottoscritto. Liberissimo di farlo, ci mancherebbe. Ma in questo modo l’autore non raggiunge il suo scopo: insistere sulla sordida vicenda del vicesindacato di Lugano non fa che mettere ulteriormente in evidenza le magagne del partito di cui aspira a diventare presidente sezionale.

Il PLR, partito delle cadreghe, pur di portarsene a casa una che non gli spettava, ed oltretutto priva di reali contenuti, ha cambiato le carte in tavola. Quando il PLR era il primo partito, non ha mai lasciato ad altri nemmeno la gamba di uno sgabello. E nientemeno che l’ex sindaco PLR Giorgio Giudici ha confermato la regola: “il vicesindaco lo fa chi ha più voti”. Quindi il PLR vuole le cadreghe quando vince le elezioni, mentre quando le perde cambia le carte in tavola per avere comunque le cadreghe, ma senza avere i voti. Perché evidentemente il voto popolare per il PLR ed il suo aspirante presidente sezionale non conta nulla.

Chi, come il PLR, è guidato dalla massima “cadrega über Alles” non è minimamente nella condizione di calare lezioni di stile a chicchessia. Perché è un po’ troppo facile fare il “golpetto” e poi pretendere che chi lo subisce se ne stia zitto e buono perché, a suo dire, sarebbe più elegante.
E’ evidente che a creare spaccature all’interno del municipio non è certo stata né la Lega né il sottoscritto, ma il PLR con la sua mai sazia bulimia di cadreghe.

E, se vogliamo farne una questione di stile, sarebbe stato certamente più elegante se il PLR – che già nel 2008 mantenne la carica di vicesindaco perché il compianto Nano Bignasca decise di lasciarla ad Erasmo Pelli, e che ad inizio legislatura la ottenne per Giorgio Giudici con il pieno consenso della Lega – avesse avuto il buon senso ed il buon gusto di rinunciare a  pretendere quello che spettava ad altri.

La Lega e il sottoscritto chiedevano solo che venissero applicate le regole che sono sempre state in vigore a Lugano quando il PLR era il primo partito. Queste regole sono state invece stravolte dal PLR in funzione antilega. Mi auguro che nessuno sia stato così ingenuo da illudersi che simili operazioni fossero a costo zero. Tanto più che non si tratta nemmeno di un caso isolato, perché l’ammucchiata contro la Lega è una costante.

 Si prende atto che il PLR, per avere a tutti i costi una cadrega  che toccava ad altri, ha voluto irresponsabilmente creare una spaccatura in Municipio.

A ciò si aggiunge il sordido ricattino all’indirizzo del sottoscritto: ti diamo quello che ti spetta se cedi tre quarti dei tuoi dicasteri a Giovanna Masoni. E questa la chiamano “mediazione”.
Con le sue fameliche ed infondate pretese il PLR ha creato un ulteriore ostacolo al lavoro dell’esecutivo in un periodo dove i problemi già abbondano. E il PLR ha il coraggio di autoattribuirsi il titolo di partito del Buongoverno.

Comunque, come già detto da queste colonne, quella sul vicesindacato è il classico esempio di vittoria di Pirro. Prendere a pesci in faccia il voto popolare non paga: e il PLR avrà modo di accorgersene.
Lorenzo Quadri