Ma alcuni passaggi della risposta governativa meritano di essere sottolineati
Come da copione, il Consiglio federale ha risposto picche alla costruzione di una barriera sul confine con l’Italia contro l’afflusso di finti rifugiati. La richiesta era contenuta in un’interpellanza dell’Udc.
La risposta del Consiglio federale era scontata. Del resto stiamo parlando di un gremio di camerieri dell’UE. Mica di governanti con gli attributi che difendono il loro paese ed i loro concittadini, come se ne vede qualcuno nell’Europa dell’Est.
Ciò su cui si glissa
Naturalmente la “disinformazjia” di regime si è limitata a mettere in risalto lo scontato njet governativo, che di fatto è una non-notizia. Avrebbe invece fatto meglio ad attirare l’attenzione su altri due passaggi contenuti nella risposta del Consiglio federale.
Il primo è questo: “mancano le basi legali per costruire delle barriere, inoltre il sistema Schengen non prevede ostacoli di questo genere per le frontiere interne”. Quindi ci troviamo davanti a consueto servilismo nei confronti di regole e sistemi fallimentari che siamo gli unici a rispettare.
Il secondo è il seguente: “se la situazione dovesse degenerare mettendo in pericolo la stabilità interna… sarebbe sempre possibile creare un’ordinanza ad hoc (per le barriere)”. Anche qui alcune riflessioni “nascono spontanee”. A parte il fatto che, per ovvi motivi, per il Dipartimento Sommaruga la stabilità interna non sarà mai in pericolo a causa dei finti rifugiati (a proposito: la kompagna Simonetta non aveva mica detto, dopo i fatti di Colonia, che gli asilanti molestatori sarebbero stati espulsi dalla Svizzera? Quanti asilanti-molestatori sono stati allontanati dal paese?), era questa semmai la notizia. Ossia, che il Consiglio federale in realtà non esclude di creare un’ordinanza ad hoc per erigere delle barriere sul confine con la Penisola. Ma come: non aveva appena detto che una tale iniziativa sarebbe incompatibile con i fallimentari accordi di Schengen? Ma insomma: sa pò mia o sa pò? Non si capisce un tubo!
In Austria
Intanto i muri sul confine, quelli che secondo i camerieri dell’UE sarebbero vietati da Schengen, qualcuno vicino a noi li fa. Qualcuno che è anche Stato membro UE. Vedi l’Austria, che ha disposto un’ulteriore barriera al valico di Passo Pramollo al confine con l’Italia. E che negli ultimi mesi ha respinto praticamente tutti i migranti economici che hanno tentato di raggiungere il paese passando dal Brennero.
Le fregnacce
Da parte sua il presidente della Commissione UE balivo Jean-Claude Juncker, davanti al fallimento della DisUnione europea se ne è uscito con l’ennesima panzana a sostegno delle frontiere spalancate e contro le barriere interne. Secondo il “non astemio” presidente della Commissione europea i controlli permanenti ai confini interni dell’UE costano 18 miliardi (?) e questi controlli “mettono in discussione il benessere in Europa e la libertà dei cittadini”.
Che fregnacce! E qualcuno dovrebbe bersele?
Sui 18 miliardi di costi. 1) Bisognerebbe sapere con quale pallottoliere si arriva a calcolare questa cifra e soprattutto 2) quanti miliardi costa, invece, l’invasione di finti rifugiati provocata dalla mancanza di barriere e di una politica dissuasiva nei confronti dei migranti economici? In Svizzera, ad esempio, la fattura per l’asilo è raddoppiata in pochi anni. E stiamo parlando di miliardi di franchetti che poi evidentemente mancano quando si tratta di aiutare gli svizzeri in difficoltà. A meno che non si vogliamo aumentare le tasse per mantenere migranti economici con lo smartphone (tutti giovani uomini che non scappano da alcuna guerra).
Sul benessere in Europa. Come ha detto l’ex vicepresidente della Banca nazionale svizzera Jean-Pierre Danthine, la libera circolazione delle persone non serve all’economia, anzi: se non viene contenuta la danneggia. Le frontiere spalancate non portano alcun benessere alla popolazione, sono solo una pippa ideologica di $inistra. Gli unici a guadagnarci sono i globalizzatori.
Non è “uno qualunque”
Infine, quello che la stampa di regime si è ben guardata dal sottolineare è che l’interpellanza sulle barriere ai confini con l’Italia non l’ha presentata un qualche deputato che non sa nulla di asilanti tanto per fare una boutade e venire citato sui giornali. L’interpellante è infatti l’udc grigionese Heinz Brand, che per quasi 25 anni è stato il direttore dell’Ufficio di polizia del Canton Grigioni e che ha seduto in varie commissioni di esperti su stranieri ed asilo. Quindi è uno che, in tema di finti rifugiati, quando si esprime lo fa con cognizione di causa.
Lorenzo Quadri