Il pensiero unico politikamente korretto censura le informazioni sgradite alla casta

Ohibò! Il governo cantonale zurighese condivide, almeno in parte, un’iniziativa popolare lanciata dalla locale sezione dell’Udc affinché nei comunicati stampa della polizia la nazionalità dei delinquenti venga sempre indicata.

Per contro, l’esecutivo non ci sta a citare anche, nel caso si tratti di cittadini svizzeri, se questi hanno un passato migratorio; ossia, se si tratta di beneficiari di quelle naturalizzazioni faciliche tanto piacciano al triciclo PLR-PPD-P$$ ed alla stampa di regime. Male!

Censura di regime

Questa vicenda è emblematica. Il fatto che, per ottenere un’informazione che dovrebbe essere ovvia e scontata, occorra scomodare addirittura i diritti popolari, la dice lunga sulla censura ormai imposta dal pensiero unico politikamente korretto. Le verità scomode, quelle che mettono in imbarazz, tremend imbarazz, la partitocrazia multikulti e spalancatrice di frontiere, vanno infatti silenziate. Una delle verità più scomode è proprio quella sui delinquenti stranieri.

I conti non tornano

Per anni infatti si è cercato di nascondere, sminuire, imboscare a suon di ipocrite accuse di razzismo e fascismo, un dato di fatto evidente: nelle lussuose carceri svizzere oltre il 70% dei detenuti è straniero. Una percentuale che è clamorosamente più alta della media europea, che non raggiunge il 16%.

In Ticino, all’Hotel Stampa, spesso e volentieri il tasso di galeotti d’importazione supera l’80%.

La Svizzera ha, è vero, una percentuale di stranieri spropositatamente elevata: il 25%. Se la – chiamiamola così – propensione a delinquere degli immigrati fosse uguale a quella degli svizzeri, i carcerati stranieri dovrebbero essere però il 25%. Il fatto che siano il triplodimostra che gli stranieri presenti in Svizzera hanno una propensione al crimine tripla rispetto ai cittadini elvetici. E, dato il nostro sistema buonista-coglionista, prima di finire in prigione bisogna averla già combinata bella grossa.

Con l’accordo quadro…

Ecco dunque confermato che il triciclo PLR-PPD-P$$ ci ha riempiti di delinquenza d’importazione. Non solo: con lo sconcio accordo quadro istituzionale, sempre lo stesso triciclo vuole impedire l’espulsione dei delinquenti con passaporto di uno Stato UE; alla faccia della volontà popolare. Detto accordo ci imporrà infatti di applicare la direttiva europea sulla cittadinanza. Di modo che quanto deciso dai cittadini elvetici verrà, ancora una volta, cancellato dalla partitocrazia.

Passato migratorio: non si dice!

Il triciclo PLR-PPD-P$$ ha spalancato le porte ai delinquenti stranieri; ma naturalmente non vuole sentirlo dire. Infatti per ottenere l’indicazione, sui comunicati di polizia, della nazionalità dei delinquenti, serve addirittura – come detto – un’iniziativa popolare.

Non è finita. La casta non vuole che si indichi se un delinquente ha passato migratorio. Ovvero, non vuole che la gente sappia se un malvivente è naturalizzato. Il perché è fin troppo evidente. Già le cifre ufficiali della criminalità straniera sono inquietanti. Se a queste percentuali si aggiungessero anche quelle dei naturalizzati di fresco…

Ma come: le naturalizzazioni facili di stranieri non integrati non erano solo una balla della Lega populista e razzista? Se davvero fossero una balla, di neo-svizzeri che delinquono non ce ne dovrebbe essere nemmeno uno. Invece, evidentemente, le cose non stanno così.

“Trasparenza” a senso unico

Inutile dire che l’opposizione più isterica alla divulgazione della nazionalità dei delinquenti viene dai $inistrati.

Quelli che si sciacquano la bocca con la “trasparenza”, ma naturalmente solo quando questa fa comodo a loro. Sulle informazioni per loro imbarazzanti, invece, i sinistrati pretendono la censura di stampo sovietico.

La questione del passato migratorio dei criminali non è una fissa dei soliti populisti e razzisti. E’ un tema importante. Perché ne abbiamo piene le scuffie di vedere omessa la nazionalità di criminali stranieri nella comunicazione, e ne abbiamo altrettanto piene le scuffie di trovare sbandierato ai quattro venti, e con la massima goduria, che un determinato delinquente sarebbe cittadino svizzero, quando in realtà si tratta di un naturalizzato con l’inchiostro ancora bagnato sul passaporto. Vero, stampa di regime?

Già che ci siamo, rilanciamo aggiungendo che non sarebbe male aggiungere anche l’appartenenza religiosa dei delinquenti. Tanto per far ulteriormente sbroccare l’establishment multikulti, politikamente korretto ed islamofilo.

Lorenzo Quadri