Segreto bancario: gli svizzerotti hanno ceduto al ricatto e hanno calato le braghe
Ma guarda un po’: allora la Lega e il Mattino avevano ragione! E’ emerso di recente, in tutta evidenza – ne ha parlato anche il quotidiano economico romando Agefi – che i paradisi fiscali ci sono ancora eccome. Ma certamente non nel nostro paese. Sono infatti negli Stati Uniti. Eh già: gli yankees hanno detto peste e corna della Svizzera, ricattata moralmente ed economicamente, esposta al ludibrio dei finti moralisti di tutto il globo terracqueo come la fonte di tutti i mali per via del segreto bancario. Come se fosse questa la causa della crisi economica mondiale. La quale invece, ma tu guarda i casi della vita, va ricercata ancora una volta negli USA: ovvero, nella scellerata finanza a stelle e a strisce.
Terreno fertile
Naturalmente le pressioni americane hanno subito trovato a Berna terreno fertile. Vale a dire, pantaloni abbassati all’altezza delle caviglie; anzi, fin sotto ai talloni. Per questo possiamo ringraziare l’ ex ministra del 5%, messa in carica dalla $inistra e marionetta della medesima. I nemici interni della Svizzera hanno ottenuto la fine della privacy bancaria elvetica, denigrata come un vergognoso regalo ai delinquenti. C’è davvero da restare “col naso in mezzo alla faccia”, se si pensa che a sostenere siffatte posizioni è la stessa area politica che ha lanciato il referendum contro la legge sui sistemi informativi: cioè quella legge che vuole dare ai servizi segreti svizzeri gli strumenti necessari a combattere i terroristi nell’era dei social network. E lo ha lanciato, questo referendum masochista, dicendo che “bisogna tutelare la privacy”. Ohibò. Se uno più uno fa ancora due, se ne deduce che la sfera privata dei terroristi è degna di protezione; quella dei risparmiatori no. Eccola qua, la morale di coloro che hanno spalancato le frontiere e non vogliono espellere di delinquenti stranieri. I cittadini esteri che depositano soldi nelle banche svizzere, creando posti di lavoro, vanno messi in fuga. Mentre gli stranieri che ammazzano, rapinano, stuprano, quelli ce li dobbiamo tenere in casa nostra. Magari anche mantenuti con i nostri soldi. E’ un “obbligo morale” (?). Espellerli, come farneticano i finti moralisti dalle pagine di giornale acquistate all’uopo, sarebbe “disumano”.
A proposito, quanto costa la campagna di quelli che vogliono tenere in Svizzera i criminali stranieri? Chi paga il conto? Magari un qualche miliardario residente negli USA?
Capitolazione istantanea
Grazie ad un’ex ministra delle finanze che ha fatto della calata di braghe il proprio credo e grazie ai suoi supporter interni, gli USA hanno ottenuto dagli svizzerotti la capitolazione immediata sullo trasmissione d’informazioni bancarie. Attenzione: trasmissione, mica scambio. Perché gli yankee non mollano un bel niente. Reciprocità? Manco per sogno!
La piazza finanziaria svizzera, una delle principali ricchezze del paese, è stata dunque svenduta senza alcuna remora. Ma la controparte americana non aveva alcuna intenzione di mettersi in regola I suoi paradisi fiscali se li tiene belli stretti. Per la serie: “non siamo mica scemi”. Questa situazione è ormai chiara anche a quello che mena il gesso, ed anche a livello internazionale. Altro che balle della Lega populista e razzista.
Gli svizzerotti, rappresentati dai rottamatori della nazione, sono rimasti un’altra volta con la Peppa Tencia in mano. E, soprattutto, con tanti, ma tanti introiti fiscali in meno. Per non parlare della moria di posti di lavoro. Naturalmente, di questo nessuno verrà chiamato a rendere conto.
Negli USA…
Gli svizzerotti si sono quindi fatti prendere per il lato B: niente più segreto bancario per i clienti esteri, ma i paradisi fiscali oltreoceano sono ancora lì indisturbati: non applicano gli standard internazionali e sullo sfascio della piazza finanziaria elvetica ci lucrano senza vergogna. Spingono l’ipocrisia, quelli che venivano a farci i ricatti morali (ed i politikamente korretti nostrani dietro a reggere la coda) al punto di usare la decimazione della piazza finanziaria elvetica per farsi pubblicità: un veicolo di marketing.
Nella Costituzione
E allora, se non vogliamo rimanere completamente in braghe tela, dobbiamo salvare – contro il parere dei rottamatori della Svizzera – il segreto bancario almeno per i residenti. Questo significa che dobbiamo votare l’iniziativa “Sì alla sfera privata”, che permetterà di ancorarlo nella Costituzione. Naturalmente i contrari starnazzano alla presunta incompatibilità con i trattati internazionali. Beh, se così fosse, vuol dire che ci hanno fatto sottoscrivere un fottìo di trattati internazionali autolesionisti, che vanno contro il nostro interesse e che i veri paradisi fiscali non si sognano di rispettare. Accordi che sono, quindi, da gettare a mare.
Lorenzo Quadri