Poi dicono che non è vero che siamo il paese del Bengodi per chi arriva dall’estero
Di cui 17.1 milioni a titolari di permesso B: ossia a quelle persone che ottengono di stabilirsi in Svizzera perché dovrebbero essere economicamente autosufficienti
In Ticino gli stranieri non stanno poi così male, a quanto pare. Eppure siamo un Cantone di razzisti. Ce lo ripetono un giorno sì e l’altro pure gli illustri “illuminati” (a furia di “illuminare”, gli si deve essere fulminata la lampadina). Quelli delle frontiere spalancate. Quelli del “dobbiamo aprirci”.
Non solo – è notizia dei giorni scorsi – nel nostro ridente Cantone gli stranieri sono ormai il 27.2% della popolazione, e delle circa 5000 persone in più censite nel 2013 i due terzi sono stranieri. Si è mai visto un paese razzista con una simile crescita della popolazione straniera? La risposta evidentemente è una sola. Cioè No.
Ma nei giorni scorsi è arrivata anche un’altra notizia interessante.
17.1 milioni ai permessi B
Fatto sta che il Consiglio di Stato ha risposto ad un’interrogazione del deputato leghista Daniele Caverzasio sui sussidi di cassa malati che vanno a beneficio di stranieri. Le cifre, riportate dalla tabella, sono esorbitanti.
In totale nell’anno di grazia 2014 saranno elargiti ben 165 milioni di franchetti di sussidi di cassa malati (il che, sia detto per inciso, già di per sé dimostra che l’attuale sistema di falsa concorrenza tra assicuratori non funziona e che quindi bisogna sostenere la cassa unica, ma questo è un altro discorso). Di questi 165 milioni, ben 60 finiscono in tasche straniere. Un po’ meno di 43 in quelle di titolari di un permesso C (domiciliati) e oltre 17 in quelle di dimoranti ossia permessi B.
Immigrazione nello Stato sociale
Quest’ultima cifra in particolare merita di venire stampata a caratteri cubitali. Oltre 17 milioni di Fr del contribuente vengono impiegati in sussidi di cassa malati a titolari di permessi B.
Qui qualcosa non quadra. Infatti il permesso B lo dovrebbe ottenere chi si mantiene con le proprie risorse. Altrimenti è immigrazione nello stato sociale. Proprio quel tipo di immigrazione che, alla faccia della libera circolazione delle persone, gli Stati membri UE stanno combattendo. Ma gli svizzerotti invece la tollerano e la incoraggiano pure: “hanno tutto il diritto (sic!) di ricevere! Non si può (?) discriminare”! Bene, avanti così!
L’assicurazione malattia è un’assicurazione obbligatoria. Non è un optional. Sicché l’immigrato che ha bisogno di un aiuto statale per far fronte ad un’assicurazione obbligatoria non è in grado di mantenersi da solo. Pesa necessariamente sulla socialità del paese ospite – e 17 milioni all’anno non sono noccioline! – e quindi non deve ottenere il permesso B. Rispettivamente, chi lo ottiene non deve avere la possibilità di chiedere sussidi di alcun tipo.
Altro che raddoppiare le stime immobiliari per fare cassa ai danni dei proprietari di una casetta o di un appartamento, come da disegno della direttrice PLR del DFE!
Sicché ai ticinesi che hanno una casetta e magari vivono con la sola AVS si tagliano i sussidi di cassa malati. I quali però vengono generosamente elargiti agli ultimi arrivati! Non sia mai che si rischi di venire accusati di razzismo e xenofobia!
E’ chiaro che qui ci sono 17 milioni di spesa pubblica da tagliare.
7 frontalieri
Una “chicca” il dato dei 7 frontalieri che ricevono i sussidi di cassa malati, per 16’600 Fr. Si tratta evidentemente di alcuni di quei (pochi) frontalieri che si assicurano in Svizzera con i relativi maggiori costi (ma come, secondo il presidente della commissione sanitaria della Regione Lombardia non era meglio farsi curare a Reggio Calabria che a Lugano?), che però non riescono a pagare. E naturalmente subentra il contribuente svizzerotto…