Contabilità taroccata solo in AutoPostale? Intanto la Posta si fa gli affari propri

 

La Posta è travolta dallo scandalo della contabilità farlocca di AutoPostale. Non solo 80 milioni sono stati incassati indebitamente dalla Confederella, ma altri milioni li hanno versati i Cantoni, compreso il nostro (un calcolo esatto non c’è ancora).

E’ certamente un segno dei tempi – un segno di brutti tempi – che a rendersi colpevole di pratiche truffaldine ai danni dello Stato sia un’azienda al 100% di proprietà della Confederazione (perché, malgrado a $inistra amino riempirsi la bocca, per motivi “populistici”, con la “privatizzazioni” della Posta, di “privato” nell’ex gigante giallo, non c’è uno spillo). Un’azienda che è, inoltre, controllata dalla politica. E come se non bastasse ritenuta, almeno fino al recente passato, “un simbolo della Svizzera”.

Sostegno uregiatto

Naturalmente, la direttrice generale Susanne Ruoff, pagata un milione all’anno (!) perché “si assume delle responsabilità” (non è ben chiaro dove starebbero queste enormi responsabilità, essendo il rischio aziendale pari a zero), quando si tratta di assumersele sul serio perché  succede un patatrac si affretta a chiamarsi fuori dichiarando la ferma volontà di rimanere con le terga incementate alla cadrega. E subito corre in suo sostegno la “connection” uregiatta: la capodipartimento Doris Leuthard e il presidente del CdA della Posta Urs Schwaller.

Nel Dipartimento Doris cominciano a saltar fuori gli altarini. La SSR che si gonfia come una rana e fa propaganda di regime con i soldi del canone, le FFS che cumulano disfunzioni e ritardi, AutoPostale che si ciuccia sussidi abusivi e poi, nel primo semestre del 2017, realizza 20 milioni di utili…  Finora la ministra uregiatta è rimasta relativamente al riparo di critiche. Ma adesso i coperchi accuratamente collocati su varie pentole cominciano a saltare, uno dopo l’altro.

La presa per i fondelli

La Posta sarà all’ordine del giorno anche della prossima sessione del Consiglio nazionale. Il quale sarà chiamato ad esprimersi sulla mozione, già approvata dal Consiglio degli Stati, come pure dalla Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Nazionale, che chiede una moratoria sulla chiusura di uffici postali, almeno fino a quando il gruppo di lavoro creato sul tema non avrà consegnato le sue conclusioni. Certo che serve a tanto creare i gruppi di lavoro sugli smantellamenti se poi, nel frattempo che questi operano, le rottamazioni proseguono! Gruppi di lavoro così concepiti sono dei semplici esercizi-alibi. O, per essere più espliciti, delle prese per i fondelli. Vero Doris?

Spalle coperte

Non ci vuole il Mago Otelma per prevedere che la mozione sulla moratoria della chiusura di uffici postali verrà approvata dal Nazionale. Quindi entrambe le Camere del parlamento avranno decretato lo stop agli smantellamenti “selvaggi”. Il problema è che la Posta, malgrado sia tenuta a seguire le indicazioni della Confederazione, di quello che decide la politica se ne impipa: va avanti imperterrita per la sua strada, fregandosene di tutto e di tutti. Tanta “tolla” ha una sola spiegazione: la Posta e la sua direttrice Susanna “Un milione all’anno” Ruoff sanno di avere le spalle coperte. Da chi? Ma dalla Doris, evidentemente!

Uffici postali chiusi abusivamente?

Lo scandalo AutoPostale inserisce in questo quadro già poco edificante un ulteriore elemento. Infatti, se la Posta ha taroccato i conti di AutoPostale per ottenere più sussidi, chi garantisce che anche i deficit degli Uffici postali, utilizzati come argomento inoppugnabile (?) per giustificare le chiusure a go-go, non siano altrettanto farlocchi? Questo vale in particolare per quel che riguarda gli uffici molto frequentati, che nonostante l’affluenza non manchi vengono chiusi lo stesso; perché si dice che vanno in rosso. Ed infatti gli uccellini bernesi cinguettano che con una diversa imputazione contabile il 60% degli uffici destinati a chiusura potrebbe invece rimanere in esercizio.

Ma che bella tattica…

E intanto che nelle aziende che dipendono dal suo Dipartimento succedono simili sconcezze – con il fondato sospetto di cancellazione immotivata di centinaia di posti di lavoro – la Doris ne difende ad oltranza gli autori.

Contemporaneamente, però, la ministra PPDog fa terrorismo di regime sugli impieghi che sarebbero a rischio con la “criminale” iniziativa No Billag che – è ormai evidente – a livello federale non verrà accettata.

Ma che tattica geniale (?): farsi belli difendendo gli impieghi dell’emittente di regime, e nel frattempo cancellandone nella Posta a centinaia per volta! A maggior ragione se le cancellazioni avvengono sulla base di cifre “manipolate”!

Lorenzo Quadri