Il “sofagate” è illuminante: eurobalivi zerbini del despota turco Erdogan. E a Berna…

La fallita DisUnione europea ha rimediato una figura marrone ad Ankara. Dove Von der Leyen e Charles Michel (Charles chi?) hanno dimostrato di essere gli zerbini del despota turco Erdogan. Il riferimento, ovviamente, è al famoso “sofagate” che ha visto la presidenta della Commissione UE Ursula von der Leyen (stesso livello del predecessore “Grappino” Junker, ma senza nemmeno la scusa dell’ubriachezza) relegata su un divano a distanza.

Il dittatore turco non solo ricatta Bruxelles con i migranti siriani, ma finanzia pure la diffusione dell’islam politico in Europa. Svizzera compresa: sappiamo infatti che varie moschee, “centri culturali” ed imam vengono foraggiati con milioni in arrivo dalla Turchia (oltre che da altri paesi come il Qatar, il Kuwait, l’Arabia Saudita…). Ma alla partitocrazia va bene così. Vietare i finanziamenti esteri alle moschee? “Sa po’ mia! – strillano isterici i soldatini del triciclo multikulti – sarebbe discriminazione!”.

Perfino scuole private turche in Svizzera stanno in piedi con soldi inviati dal governo Erdogan. L’obiettivo di questo flusso di denaro evidentemente è quello di diffondere l’islam politico anche alle nostre latitudini.

La Turchia è nemico storico dell’Europa cristiana, da secoli. Tale è rimasta. E dire che Erdogan ha perfino la faccia di tolla di candidare il suo Paese all’adesione all’UE: come mettere la volpe (islamista) nel pollaio.

Forti solo con i deboli

Altro che blaterare di “Realpolitik”. Von der Leyen e Michel (Michel chi?) non hanno scusanti.  Ad Ankara i due hanno dimostrato, al di là di ogni dubbio, che l’UE è debole e servile con i forti e forte con i deboli.

E c’è poco da avviare ridicole campagne di solidarietà (?) con la baliva Ursula per presunta “discriminazione di genere”. L’accaduto deve invece servire ad aprirci finalmente gli occhi su quanto vale la fallita UE: ossia ben poco.

L’aspetto drammatico è che, se gli eurobalivi sono gli zerbini di Erdogan, i camerieri dell’UE in Consiglio federale sono gli zerbini degli eurobalivi.

Quindi, a Palazzo federale ci sono gli zerbini degli zerbini.

Quelli che calano le braghe ad altezza caviglia ad ogni cip in arrivo da Bruxelles. Quelli che ancora sognano di sottoscrivere lo sconcio accordo quadro istituzionale che permetterebbe all’UE di comandare in casa nostra, imponendoci le sue leggi ed i suoi giudici (stranieri).

L’accesso ai vaccini

Il cosiddetto “sofagate” non sbugiarda solo Bruxelles, ma anche Berna ed il suo imbarazzante servilismo.

Servilismo di cui – e ti pareva! – abbiamo avuto l’ennesima conferma nei giorni scorsi. Infatti gli eurobalivi hanno revocato alla Svizzera l’accesso privilegiato ai vaccini contro lo stramaledetto virus cinese a partire dal 31 marzo. Sul tema la Lega ha già presentato un atto parlamentare a Berna.

Ah ecco! Essendo $ocialista, il “ministro dei flop” kompagno Berset, invece di procacciarsi i vaccini sul libero mercato (modello Israele, per intenderci) è andato ad accodarsi, “more solito”, all’UE. Risultato: la campagna di vaccinazione in Svizzera procede a ritmi scandalosamente lenti (malgrado qualche burocrate, anche in Ticino, abbia ancora il coraggio di bullarsi). Ed il lockdown che sta distruggendo il Paese viene protratto ad oltranza.

Anche in questa sfida fondamentale, dunque, la Svizzera si è ridotta, per esplicita scelta del suo governicchio, a zerbino degli zerbini europei. E qual è la ricompensa per tanto servilismo? L’ennesima decisione discriminatoria! La revoca dell’accesso privilegiato ai vaccini!

Ma forse che da Berna è giunta una qualche reazione? Forse che sono state prese misure di ritorsione? Forse che si è almeno deciso l’azzeramento della famigerata marchetta da 1,3 miliardi all’UE?

Ma nemmeno per sogno! Per l’ennesima volta, giù chinati a 90 gradi!

Ringraziamo la partitocrazia che regala al Paese simili “grandi statisti”!

Lorenzo Quadri