E la strage occupazionale continua nell’indifferenza della partitocrazia e dei $indakati

Nel continuo lavaggio del cervello mediatico sui contagi da stramaledetto virus cinese la notizia è passata quasi inosservata. Ma nei primi giorni dell’anno nuovo (finora in tutto e per tutto uguale a quello vecchio) è stata pubblicata un’analisi della NZZ che mette in evidenza la vera e propria ecatombe occupazionale verificatasi sulla piazza bancaria svizzera. Nel 2020 i posti di lavoro nelle banche elvetiche non raggiungevano più i 90mila: ben 20mila in meno di quelli censiti nel 2011! Non solo (ma a tal proposito di cifre non ne vengono date): ad essere crollati sono anche gli impieghi nel settore parabancario, ad esempio nelle fiduciarie. La piazza ticinese, poco ma sicuro, è messa peggio delle altre, a seguito della sparizione della clientela italiana facoltosa, e di tutto l’indotto che essa generava su negozi e ristoranti. La conseguente, progressiva desertificazione del centro di Lugano aiutata dal fallimentare PVP e dalle politiche ro$$overdi di espulsione delle automobili dal centro – è lì da vedere.

Braghe calate

La causa del disastro occupazionale nelle banche è chiara anche al Gigi di Viganello: la pavida e frettolosa calata di braghe sul segreto bancario dei clienti stranieri. Questo mentre in altre parti del mondo i paradisi fiscali prosperano.

Chi è l’artefice della calata di braghe? Come noto, è la catastrofica ex ministra del 5% Widmer Puffo, eletta in Consiglio federale dai $inistrati e dagli uregiatti. Ma la linea calabraghista è stata appoggiata a Berna dal solito triciclo PLR-PPD-P$$, Verdi-anguria ovviamente inclusi. Il desolante copione è sempre lo stesso: i ro$$overdi starnazzano ed il cosiddetto “centro” PLR-PPD, ormai ridotto a ruota di scorta della $inistra, si accoda.

In cambio di cosa?

Per la strage occupazionale sulla piazza finanziaria svizzera in generale e ticinese in particolare ci sono dunque delle chiare responsabilità. Le politiche antisvizzere della $inistra, sposate dal cosiddetto “centro”, hanno provocato l’ennesimo disastro. E che nessuno venga a blaterare di scelte “ineluttabili”. Semplicemente, davanti alle pressioni internazionali, la partitocrazia eurolecchina ed i suoi soldatini hanno calato le braghe ad altezza caviglia.

E in cambio di cosa? La Svizzera rimane iscritta sulle liste nere illegali del Belpaese a causa del fu segreto bancario. Gli operatori finanziari elvetici, alla faccia della roadmap che a Roma devono avere utilizzato in sostituzione della carta igienica, oltreramina non battono chiodo. Però i camerieri dell’UE in Consiglio federale, a partire dal ministro degli esteri (ex) doppiopassaporto Ignazio KrankenCassis (PLR), si esaltano perché il governo italico ha sottoscritto un accordo sulla fiscalità dei frontalieri che è l’ennesima ciofeca! Il Belpaese, nel frattempo, nei nostri confronti è inadempiente su tutto. Ma per gli sveltoni bernesi le cose vanno a meraviglia: l’importante è mantenere “buoni rapporti” con i vicini a sud. Ed evidentemente l’unico modo che gli sveltoni citati conoscono per mantenere buoni rapporti è la flessione a 90 gradi davanti ad ogni pretesa della controparte!

Citus mutus

La strage di posti di lavoro sulla piazza finanziaria è ben lungi dall’essere terminata. Ma i $indakalisti ro$$i al proposito non hanno nulla da dire. Mai. Loro hanno fortissimamente voluto la fine del segreto bancario ed il conseguente disastro occupazionale. Loro si preoccupano solo dei dipendenti dello stato e del parastato, oltre che dei frontalieri. Loro starnazzano per i marinai frontalieri della Navigazione di Locarno, e in passato hanno addirittura organizzato uno sciopero a tema; ma sulle migliaia di dipendenti di banche e fiduciarie rimasti a piedi, neanche in cip!

Telelavoro

Non solo: lo stramaledetto virus cinese ha impresso un’accelerazione esponenziale al telelavoro. A servirsene, per ovvi motivi, è in particolare il settore terziario, a partire da chi offre servizi finanziari. Peccato che per telelavorare non c’è alcun bisogno di risiedere sul territorio. Il telelavoro può essere svolto senza problemi non solo dalla vicina Penisola, ma anche dalla Romania o dall’India (tanto per fare un paio di esempi). E’ lapalissiano che l’avanzata del telelavoro comporterà ulteriorilicenziamenti di ticinesi e sostituzione con stranieri che telelavorano da casa propria, a stipendi locali… magari (appunto) rumeni o cinesi.

Però i $indakalisti ro$$i, e la $inistra ro$$overde in corpore, dando l’ennesima dimostrazione di allarmante miopia (eufemismo) continuano ad invocare il telelavoro. Neanche fosse la panacea di tutti i mali.

Ma avanti, continuate a votare per i $inistrati e per le loro ruote di scorta del sedicente “centro”…

Lorenzo Quadri