Il “metodo Putin” della casta: chi difende uno dei capisaldi del Paese viene denigrato

La Svizzera è passata con pochi danni attraverso due guerre mondiali grazie principalmente alla neutralità armata e perpetua. Il governicchio federale e la partitocrazia, in preda all’isteria, l’hanno però rottamata in quattro e quattr’otto per ubbidire ai padroni di Bruxelles.

Nei giorni scorsi è stato pubblicato l’ultimo sondaggio farlocco secondo il quale gli svizzeri sarebbero un po’ meno convinti della neutralità. Certo, come no. E’ chiaro che a queste ricerche il committente fa dire tutto quello che vuole. Per manipolare un sondaggio basta formulare le domande in modo da ottenere la risposta desiderata.

La realtà è semmai che, da quando l’Ucraina è stata invasa, la partitocrazia e la stampa di regime (a partire dalla ro$$a SSR) hanno strillato contro la neutralità. Secondo i politicanti della casta ed i giornalai di servizio, neutralità significherebbe “spregevole indifferenza” e quindi “connivenza” con il despota russo.

Lo schema è sempre lo stesso: lavaggio del cervello tramite ricatto morale.

Quindi la neutralità andava gettata a mare. Per infinocchiare il popolazzo, pensando che la gente sia scema, la partitocrazia è però andata in giro a raccontare la risibile fola che la Svizzera, pur avendo scaricato la neutralità, sarebbe ancora neutrale.

Fuori dai nostri confini non ci crede nessuno e all’estero la FU neutralità svizzera è da mesi oggetto di lazzi e frizzi.

Mettere a tacere

Oggi chi difende la neutralità (quella vera; non quella starnazzata ma smentita con i fatti) viene denigrato come filo-putiniano. La casta, per ridurre al silenzio chi osa non adeguarsi alla narrazione mainstream, usa il “metodo Putin”: criminalizzazione e censura.

Il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR quattro mesi fa ha chiesto un rapporto sulla neutralità al cui proposito non si è però più saputo nulla. La puzza di presa per i fondelli si sente a distanza di chilometri. E’ evidente che lo studio è finalizzato a farsi dire che la Svizzera è ancora neutrale. Anche se non ci crede nessuno.

In contemporanea si tenta di far credere, a suon di sondaggi pilotati, che i cittadini non sarebbero   più così interessati alla neutralità.

Il dramma del calabraghismo

La partitocrazia ed il governicchio federale, con le loro politiche sovranofobe ed eurolecchine, hanno reso la Svizzera così dipendente da Bruxelles da non essere più in grado di rifiutare nulla alla fallita UE; neppure l’abbandono della storica neutralità. Certamente non con un governicchio di centro-$inistra affetto da calabraghismo compulsivo. Un governicchio in cui due esponenti su 7 sono $ocialisti, ovvero membri del partito che ha appena elaborato un piano (?) per l’adesione all’ UE. Altri tre vengono dai due partiti di sedicente “centro” PLR-PPD, i cui presidenti sono così rispettosi della neutralità che vorrebbero inviare armi all’Ucraina e sognano di strusciarsi alla NATO.

Come se non bastasse, il presidente di turno (che ha restituito il passaporto italiano a 5 minuti dall’elezione in CF) va in giro a bullarsi che lui mai dirà “Switzerland first”. Ed ha impegolato il paese nel Consiglio di sicurezza del BidONU. Per questa cadrega temporanea, che conta meno del due di briscola, sono stati rottamati gli ultimi scampoli di neutralità.

Sanzioni? Un boomerang

Le sanzioni della fallita UE contro la Russia, che il governicchio federale ha ripreso con il copia-incolla, sono un boomerang: ormai l’ha capito anche quello che mena il gesso. Putin va avanti “come se niente fudesse”. Le sanzioni non fanno terminare la guerra, ma semmai la allungano. Chiaro: un terzo del MONDO non ha decretato alcuna misura contro Mosca. Quindi di partner commerciali sostitutivi ai paesi europei, il Cremlino ne trova finché vuole.

Il prezzo delle sanzioni lo pagano i cittadini dei paesi sanzionatori, Svizzera compresa. Se la Germania dipende in buona parte dal gas russo e la Russia le chiude i rubinetti, e noi a nostra volta dipendiamo dalla Germania, qualcuno crede forse che Berlino rinuncerà ad una parte, seppur piccola, del gas che le serve per rispettare gli accordi presi con gli svizzerotti? Mai più! Mica tutti sono FESSI come noi!

Dunque sarebbe magari ora di cominciare a pensare ai nostri interessi, senza farsi tante paturnie.

Ci manca solo il furto

Il “medico italiano” del PLR sulla stampa d’Oltregottardo prende in considerazione la confisca – ossia il furto – dei patrimoni congelati dei cosiddetti oligarchi russi. Un passo bramato dai $inistrati, i quali riescono nella difficile impresa di essere contemporaneamente russofobi e bolscevichi (esproprio proletario). Evidentemente costoro non riescono a resistere alla tentazione di mettere le mani sui soldi degli altri: ce l’hanno nel DNA:

Questi kompagnuzzi guerrafondai sostengono la rottamazione della neutralità dicendo che si tratta di “difendere i valori e i principi occidentali” (uella). Questi valori e principi sono in prima linea i nostri diritti fondamentali. Tra cui figura, ma guarda un po’, quello alla proprietà privata. Che i $inistrati vorrebbero però calpestare senza ritegno.

Ah già, ma per i ro$$overdi anche i diritti fondamentali (come la morale, come la legalità, come il rispetto, eccetera) valgono solo a senso unico!

Esprimendosi sulla NZZ al proposito del furto dei patrimoni degli oligarchi, il buon KrankenCassis ammette che il tema è problematico proprio a causa del diritto alla proprietà privata: dunque andrebbe approfondito sotto ogni aspetto. Ma già aprire le porte all’ipotesi della confisca (=ladrocinio), che andava invece esclusa di principio, è scandaloso. Un paese che RUBA i soldi dei cittadini di una delle due parti in guerra, poi pretende di essere ancora neutrale? E immagina di poter attirare clienti stranieri sulla propria piazza finanziaria? Qui qualcuno deve aver preso un colpo di sole.

Le priorità dell’uregiatta Viola

E’ ovvio che la rottamazione della neutralità svizzera pone, in prospettiva, un grave problema di sicurezza. L’esercito elvetico è sottodotato di uomini e mezzi. Ancora una volta, vediamo la $inistra ro$$overde – quella che vuole l’adesione all’UE e quindi la totale sudditanza da Bruxelles – schierata contro la Svizzera. In effetti si rifiuta di ritirare l’iniziativa farlocca contro il modello dei nuovi aerei da combattimento, malgrado il loro acquisto sia già stato deciso in votazione popolare. Di questi tempi alla ministra della difesa, l’uregiatta Viola Amherd (Viola chi?) il lavoro serio non dovrebbe mancare. Invece la signora cosa fa? Si preoccupa delle quote rosa nelle società sportive! Complimenti, sono queste le priorità?

Grazie uregiatti per regalare al Paese simili luminose figure di grandi statisti!

Lorenzo Quadri