I cinesi stanno già disertando la piazza finanziaria svizzera. E non saranno da soli
Per la serie “l’avevamo detto” ! La rottamazione della neutralità svizzera ad opera della partitocrazia, “medico italiano” del PLR in primis, è un disastro non solo politico, ma anche economico. Infatti coinvolge la nostra piazza finanziaria.
Il congelamento dei beni dei cosiddetti oligarchi russi, eseguito da Berna dietro ordine – ovvero ricatto – di Washington, ha fatto rizzare le orecchie pure ai cinesi; e certamente anche ai borsoni di altri paesi che non sono in ottimi rapporti con la Casa Bianca.
Pesante ipoteca
Il Financial Times in un recente articolo afferma, sulla scorta delle dichiarazioni di banchieri elvetici, che centinaia di facoltosi cinesi avrebbero rinunciato ad aprire un conto in Svizzera a causa delle sanzioni emanate da Berna contro la Russia. Di sicuro lo stesso discorso si può applicare anche ai ricconi di altre nazionalità. Congelando i patrimoni degli oligarchi russi, la Confederella ha dimostrato di essere inaffidabile, spaurita, e di non difendere la propria storica neutralità. Un disastro per la reputazione internazionale della nostra piazza finanziaria.
Lo sfacelo reputazionale si trasformerà in una pesante ipoteca sul futuro di un settore economico della massima importanza per il paese. Molti nuovi capitali non arrivano (cinesi e non solo); quelli già presenti si daranno alla fuga con le conseguenze occupazionali (perdita di posti di lavoro) e fiscali (perdita di gettito) del caso.
A peggiorare ulteriormente la situazione ci sono:
- le farneticanti richieste di politicanti $inistrati, che vorrebbero confiscare, ossia RUBARE, gli averi congelati degli oligarchi russi. Questi $inistrati sono gli stessi che hanno contribuito alla demolizione del segreto bancario, la quale ha provocato in Ticino la perdita di migliaia di posti di lavoro e di ingenti entrate fiscali, e se ne vantano pure; ma avanti, votateli!
- Le richieste di confisca arrivano anche da ambienti internazionali, ed il ministro degli esteri PLR (ex) doppiopassaporto, invece di replicare che non se ne parla nemmeno,che una simile aberrazione è esclusa per principio, si arrampica sugli specchi, apre spiragli, blatera di concertazioni internazionali e di basi legali, e avanti con le fregnacce!
Servi di Washington
Berna, riprendendo pari-pari tutti i pacchetti di sanzioni contro la Russia, si è dimostrata serva di Washington. I rapporti tra USA e Cina, tra palloni spia, sospetti di aiuti a Mosca, e le tensioni su Taiwan, si stanno incrinando pericolosamente. Adesso i ricchi cinesi – ma diciamo pure i ricchi di tutto il mondo – sanno che, se dalla Casa Bianca arriva un cip, le banche svizzere, su ordine del governicchio federale più debole della storia, congelano i loro averi. E magari li confiscano (ossia li RUBANO) pure! Niente di strano, dunque, se la piazza finanziaria svizzera verrà disertata, con tutte le conseguenze del caso. In altre piazze, site in paesi “esotici”, si stappa lo champagne e si ride a bocca larga alle spalle degli svizzerotti.
Ciliegina sulla torta: nel suo articolo, il Financial Times scrive di aver ricevuto conferma da un diplomatico statunitense a Berna che il suo staff sta “monitorando attentamente i beni cinesi in Svizzera”. Cosa, cosa? E noi siamo così tamberla da permetterlo, invece di rispedire al di là dell’Atlantico il diplomatico con tutto lo staff? Povera Svizzera, in che stato…
Lorenzo Quadri