Sicché i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri non sono stati bloccati, come avevano proposto i due ministri leghisti, dal momento che in Consiglio di Stato non c’era la maggioranza per far passare il blocco. Il governo non ha votato all’unanimità; non ha votato proprio. Del resto non ce n’era bisogno, poiché i numeri parlavano chiaro. Fino a tre sanno contare tutti.
Quindi ancora una volta si è perso il treno. Ed è una ben magra consolazione pensare che il treno ripasserà tra un anno.
Eppure di motivi per bloccare i ristorni ce ne sarebbero stati a iosa. Senza contare che i ristorni non sarebbero dovuti nemmeno se con la vicina Penisola bancarottiera fossimo nei migliori rapporti del mondo.
Gli accordi datati 1974 sono infatti carta straccia. Infatti si basano su almeno tre presupposti che non sono più dati. 1) il rientro quotidiano dei frontalieri al domicilio (con la libera circolazione delle persone non è più così); 2) Il riconoscimento italiano del segreto bancario elvetico (al proposito non sono necessari commenti; 3) l’utilizzo dei ristorni per opere infrastrutturali (i ristorni vengono invece impiegati per tappare i buchi di gestione corrente). Inoltre, una commissione rappresentativa delle parti in causa, ossia Svizzera ed Italia, avrebbe dovuto verificare l’utilizzo conforme dei ristorni. Questa commissione è dispersa nelle nebbie o non è mai esistita?
I rapporti non sono migliorati
A ciò si aggiunge che nei rapporti con l’Italia la situazione non è migliorata proprio per niente. Sbloccare i ristorni non è servito. Al momento dello sblocco (errore!), il Consiglio di Stato si era detto pronto a chiudere di nuovo i rubinetti la musica italica non fosse cambiata. Ma mercoledì questa promessa è stata disattesa.
La squallida quanto prevedibile vicenda della ferrovia Stabio-Arcisate ha dato il là, ma non è certo l’unico motivo, e nemmeno il più importante, a parlare a favore del blocco.
Citiamo in ordine sparso solo alcune delle malefatte italiane nei nostri confronti: le black list illegali, su cui la Svizzera rimane iscritta; la mancanza di reciprocità nell’applicazione dei devastanti accordi bilaterali (non che la reciprocità ci risolverebbe grandi problemi, ma comunque…); la mancata attuazione degli accordi di Dublino sulla ripresa dei finti asilanti; gli sfacciati inquinamenti lacustri; gli spioni fiscali su territorio elvetico in crassa violazione della nostra sovranità territoriale; i continui appelli alla fallita UE perché intervenga contro i rimasugli del segreto bancario; le provocazioni grandi o piccole (vedi l’ultima pensata di multare i veicoli sprovvisti dell’autocollante CH); la totale inadempienza nel fare la propria parte nelle opere internazionali (basti pensare che sulla tratta italiana della Stabio-Arcisate non sono previsti i park&ride, a dimostrazione che il Belpaese se ne frega di far utilizzare il nuovo trenino dei puffi, se mai ci sarà, dai frontalieri); gli atteggiamenti gradassi nei confronti del nostro paese malgrado almeno 250mila italiani residenti nella fascia di confine italiana (frontalieri, padroncini ed i loro familiari) mangino solo grazie al Ticino; e via elencando.
Un segnale chiaro
Il blocco dei ristorni, sia chiaro, non ci avrebbe risolto il problema dell’invasione dei frontalieri e dei padroncini. Avrebbe però dato la sveglia, sia a nord che a sud. A nord: i bernesi, davanti al blocco-bis, non avrebbero più potuto andare in giro a raccontare, sulla base delle statistiche taroccate della SECO, che con la libera circolazione delle persone va tutto bene. A sud si sarebbero invece resi conto che gli svizzeri non sono disposti a farsi prendere a pesci in faccia all’infinito, quindi meglio stare abbottonati.
Invece il messaggio che ha varcato il confine sud di Chiasso è di quelli deleteri: continuate pure a prenderci prenderci a sberloni, tanto noi svizzerotti fessi porgiamo l’altra guancia e non reagiamo.
Quanto allo studi interdipartimentale per vedere cosa può fare il Ticino per difendersi dalla devastante libera circolazione delle persone: questo studio lo si sarebbe già dovuto fare nel 2007! E’ grave che ci si svegli solo ora, quando i buoi sono fuori dalla stalla! Ma soprattutto, esso non è affatto un’alternativa al blocco dei ristorni. Lo si sarebbe potuto fare anche bloccando i ristorni.
Quindi la maggioranza del governo, ancora una volta, ha toppato.
Lorenzo Quadri