Un’ annosa battaglia della Lega a Berna comincia a portare qualche risultato positivo

Vuoi vedere che, dopo averne mangiate cinquanta fette, qualcuno comincia finalmente ad accorgersi che era polenta?

Su indicazione della Commissione di politica di sicurezza del Consiglio degli Stati, il governicchio federale esaminerà (?) il divieto di finanziamenti esteri per le moschee. Eureka!

Sono anni che la Lega chiede l’introduzione di un tale divieto.Non certo perché ci piacciano i divieti, ma per un motivo molto semplice: una barcata di milioni di franchi arriva ogni anno in Svizzera da paesi stranieri o organizzazioni islamiste estere. E questo con un preciso obiettivo: foraggiare chi diffonde l’islam politico e la radicalizzazione nella Confederella. Il disegno di conquista è manifesto. E l’islam politico, oltre a costituire la fine dei nostri diritti civili e delle nostre libertà, è l’humus su cui poi si sviluppa il terrorismo islamico.

Chiudere i rubinetti

Non bisogna essere dei premi Nobel per rendersi conto che tagliare i viveri a chi diffonde l’estremismo islamico in casa nostraè un metodo semplice ed efficace per combattere la radicalizzazione dilagante. Si tratta di un passo fondamentale (anche se, come ovvio, da solo non basta). Eppure la partitocrazia ed i camerieri bernesi dell’UE in Consiglio federale si sono sempre rifiutati di compierlo. Perché la loro preoccupazione non è certo la sicurezza del paese, non sia mai: quella è roba da beceri populisti e razzisti. La preoccupazione è di “non discriminare”! Poi, a furia di “non discriminare”, ci ritroviamo gli attentati terroristici davanti alla porta di casa: vedi quanto accaduto a Morges ed a Lugano.

La nuova legge

Il 13 giugno voteremo sulla leggina antiterrorismo all’acqua di rose. Le nuove disposizioni introdurranno la possibilità di (blande) limitazioni della libertà di movimento di persone radicalizzate e potenzialmente pericolose. Stiamo dunque parlando del minimo sindacale. Eppure ai $inistrati spalancatori di frontiere non va bene: si vede che preferiscono contare i morti ed i feriti.

Tuttavia anche la nuova legge non fa un cip a proposito dei finanziamenti esteri alle moschee. Non solo. Ancora di recente, prendendo posizione su una mozione di chi scrive, il governicchio federale ha rifiutato scandalizzato di mettere fuori legge l’islam politico, sul modello di ciò che invece prevede di fare l’esecutivo austriaco.

Una posizione del genere costituisce un allarmante autogol: i camerieri bernesi di Bruxelles mettono nero su bianco che a loro l’islam politico va benissimo. Svizzera Paese del Bengodi per islamisti!

Occorre insistere

Adesso, dopo anni di ostinati njet, il governicchio esaminerà il divieto di finanziamenti esteri per le moschee. Non c’è ragione di farsi grandi illusioni: lo esaminerà per poterlo scartare, in nome del solito, deleterio multikulti. Intanto però sotto le cupole federali il tema comincia a fare breccia. Insistere è stato pagante; bisognerà continuare a farlo. “Gutta cavat lapidem”: la goccia (cadendo sempre sullo stesso punto) scava la pietra.

Lorenzo Quadri