Balivi bernesi, ve lo diamo noi il nuovo credito per l’integrazione dei finti rifugiati!
Come ormai ben sappiamo, a causa dello stramaledetto virus cinese, ci aspetta la peggiore crisi economica ed occupazionale del dopoguerra.
E’ quindi evidente, come già scritto a più riprese su queste colonne, che un secondo lockdown non è l’ultima ratio. E’ proprio fuori discussione. Quindi, governicchio, è ora di piantarla di cianciare di lockdown con l’evidente intento di cominciare ad abituare la gente all’idea… ma col fischio!
Chiudere le frontiere
Già che siamo in tema: come il Ticino in marzo si è impestato a causa delle frontiere spalancate sull’Italia, adesso la Romandia si è impestata per la libera circolazione delle persone con la Francia, e Basilea con la Germania. Ringraziamo la partitocrazia spalancatrice di frontiere che ha messo nella palta le regioni di confine!
Come se non bastasse, questa stessa partitocrazia nella sessione autunnale delle camere federali ha votato la disposizione di legge secondo la quale, indipendentemente da quel che può accadere sul fronte dello stramaledetto virus cinese, i frontalieri “devono entrare tutti”. Come se il permesso G avesse la facoltà di rendere il titolare immune dal contagiare e dall’essere contagiato!
Ancora una volta, per la partitocrazia eurolecchina la devastante libera circolazione viene prima della salute pubblica. Pur di non chiudere le frontiere, i soldatini della casta sono pronti a chiudere le attività produttive e a mandare in fallimento la nazione!
Sostenere chi assume svizzeri!
Come detto, dunque, ci attende la peggiore crisi economica del dopoguerra. Di conseguenza i soldi pubblici, prelevati ai contribuenti elvetici, vanno impiegati a vantaggio di questi ultimi: se non adesso, quando?
Cosa fanno invece i camerieri dell’UE in Consiglio federale? Chiedono il rinnovo del credito da 130 milioni di Fr all’anno destinati ad integrare (?) i migranti economici nel mondo del lavoro. Questi soldi sono dei sussidi che verrebbero versati ai datori di lavoro che assumono asilanti.
Hai capito il governicchio federale? Altro sostenere chi assume svizzeri: si sostiene chi assume migranti economici!
La scottante questione era già emersa nel 2018. Chi scrive aveva presentato una mozione chiedendo di soprassedere all’ ennesima spesa pro-finti rifugiati, e di utilizzare invece i 130 milioni all’anno per l’inserimento professionale dei cittadini elvetici.
Inutile dire che, come spesso accade per gli atti parlamentari che non piacciano alla partitocrazia (ovvero, tutti quelli che vengono da “destra”) la mozione di cui sopra è stata imboscata in cassetto. Magari proprio con l’obiettivo di lasciar decorrere i termini? Se una mozione non viene votata dal parlamento nel giro di due anni, infatti, essa decade automaticamente (va da sé che nulla vieta di ripresentarla pari-pari).
Spesa inutile
I 130 milioni all’anno per promuovere l’assunzione di migranti economici sono una spesa inutile. I finti rifugiati semplicemente non sono in grado di integrarsi nel nostro mercato del lavoro. Lo dicono le cifre: nel 2017 solo il 25% dei rifugiati destinati a rimanere per lungo tempo in Svizzera svolgeva un’attività professionale. In Ticino la percentuale è ancora più bassa: si aggira attorno al 15%. A seconda delle etnie, il tasso di occupazione è vicino allo zero. Basti pensare che, nel giro di otto anni, il numero dei cittadini eritrei in assistenza presenti in Svizzera è aumentato di quasi il 2300 % (sic!).
Avanti con i rimpatri!
Nel 2018, lo stramaledetto virus cinese era ancora al di là da venire. Nessuno se lo sarebbe sognato, nemmeno nei peggiori incubi. Idem dicasi, ovviamente, per la crisi economica che ne è seguita. Se quindi incrementare di 130 milioni all’anno la spesa per gli asilanti era insostenibile già allora, figuriamoci adesso!
Ed invece il governicchio federale insiste nel riproporla. Qui qualcuno deve essere caduto dal seggiolone da piccolo.
Certamente non è normale che la stragrande maggioranza degli asilanti che hanno ottenuto di rimanere in Svizzera non lavori. Ma la soluzione non è certo quella di farli lavorare al posto degli svizzeri spendendo all’uopo una barca di soldi pubblici. E questo quando oltretutto il numero di impieghi cala! Altro che sussidiare l’assunzione di finti rifugiati. Assunzione che ovviamente può avvenire solo a scapito dei senza lavoro svizzeri. I finti rifugiati vanno rimpatriati! A partire dagli eritrei, che non scappano da nessuna guerra (anzi: tornano a trascorrere le vacanze al natìo paesello “perché lì è più bello”) e che di gran lunga costituiscono la nazionalità più rappresentata tra gli asilanti presenti in Svizzera.
Altro che mantenere tutti!
Che i sedicenti rifugiati non devono rimanere a qui a spese del contribuente è manifesto. Ma la soluzione sta nel rimandarli a casa loro!
Sicché il ministro degli esteri (ex) doppiopassaporto Ignazio KrankenCassis, invece passare il tempo a fare campagna elettorale per l’ex partitone in Ticino partecipando a tutti gli eventi organizzati dai liblab, persino agli aperitivi sezionali di piccoli comuni, che si dia da fare per sottoscrivere accordi di riammissione con i paesi di provenienza dei migranti economici! E se i governi di questi Stati non ci sentono, si smette di versare gli aiuti allo sviluppo! Sveglia!
Ci aspettano tempi durissimi, ed il contribuente svizzerotto non può più permettersi di mantenere tuttti! E’ ora, finalmente, di pensare “prima ai nostri”!
Lorenzo Quadri