Conferenza sull’Ucraina: è sempre più evidente che i costi ed i disagi saranno enormi

La guerra in Ucraina, ormai lo si è capito, andrà per le lunghe. Però il 4 ed il 5 luglio a Lugano è prevista la quinta conferenza sull’Ucraina. Il summit con ogni probabilità si terrà a guerra ancora in corso. L’avvenimento era in calendario da molto tempo;da prima dell’invasione russa. Visto che però nel frattempo è – appunto – scoppiata la guerra, la situazione è radicalmente cambiata. Quindi la conferenza non ha più senso e va annullata.

La NATO in casa

Il convegno sarà infatti un’autocelebrazione unilaterale: parteciperanno solo l’Ucraina ed i suoi sostenitori. Di fatto sarà una riunione della NATO in casa nostra. Naturalmente la Russia sarà oggetto di ogni genere di strali ed invettive che di certo non serviranno a contenere il conflitto. A fare da spalla ci sarà il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR, presidente di turno di un paese che dice di essere neutrale. Lo dice solo: alla neutralità svizzera ormai non ci crede più nessuno. Questa cosiddetta conferenza le darà l’ennesima legnata. E se qualcuno immagina che “porterà lustro al paese” (corbezzoli!), forse non è bene in chiaro. La Svizzera potrebbe riguadagnare prestigio internazionale solo organizzando una conferenza tra le parti belligeranti. Altrimenti detto: o c’è anche la Russia – ma non ci sarà – o il convegno è foffa.

E’ incredibile e contrario alle nostre tradizioni che la Confederazione contribuisca a gettare benzina sul fuoco invece di cercare delle vie per far finire la guerra. Questo perché il governicchio federale vuole compiacere i suoi padroni di Bruxelles e di Washington. Ma in cambio ottiene solo pesci in faccia. A proposito: sono arrivate le scuse degli yankees per le svergognate accuse rivolte a Berna di essere negligente nell’applicazione delle sanzioni contro i borsoni russi?

Propaganda del Cassis

La conferenza a Lugano farà solo la gioia di quei soldatini della partitocrazia che, avendo perso completamente il “patàn”, blaterano che la Svizzera neutrale dovrebbe “avvicinarsi alla NATO”, “fornire armi all’Ucraina”, “confiscare i patrimoni degli oligarchi russi e versarli a Kiev”, e avanti con la gara a chi spara la fonchiata più grossa. A fare il gioco dei guerrafondai non ci stiamo. Il ruolo ed il prestigio della Svizzera come mediatrice internazionale non escono affatto rafforzati da iniziative grottescamente unilaterali. Semmai proprio il contrario.

Se si vuole ridare un minimo di credibilità alla neutralità elvetica,l’evento di luglio va cancellato.

Ma il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) vuoleorganizzarlo a tutti costi a scopo di campagna elettorale (la sua cadrega governativa scanchigna in vista del 2023).

“Peggio del WEF”

L’evento comporterà costi e disagi enormi per i luganesi e non solo. La città verrà blindata, occupata da militari e poliziotti. Sul CdT di venerdì si leggeva: “è sempre più chiaro che il dispositivo di sicurezza previsto sarà simile – o perfino superiore – a quello messo in campo per il WEF di Davos”. Ah, ecco!

Ci piacerebbe sapere quale sarà il costo dell’intera operazione, naturalmente a carico del contribuente svizzerotto. E tutto questo per cosa? Per il marketing elettorale di Cassis? Anche no!

Vengono per mungere

Nelle scorse settimane, la presidenta Verde-anguria del Consiglio nazionale si è recata in viaggio autopromozionale a Kiev accompagnata da altri tre scappati di casa. Ci è andata apromettere i soldi del contribuente per la ricostruzione del paese. E per ricostruire l’Ucraina ci vorranno migliaia di miliardi.

Alla favoletta che a Lugano arriveranno Zelensky, Scholz, Boris Johnson, Macron eccetera non ci crede nemmeno il Gigi di Viganello. Arriveranno al massimo le retroguardie. Ed arriveranno per battere cassa.

Noi ci troveremo con la neutralità ulteriormente rottamata, con il conto da pagare, i disagi da affrontare (mica tutti i luganesi potranno andare al mare o ai monti per le due giornate del vertice). Soprattutto, Cassis e soci assicureranno consistenti contributi alla ricostruzione dell’Ucraina.  L’assalto alle nostre casse pubbliche è già programmato.

Come se la Svizzera non si fosse già impantanata più che a sufficienza nella maledetta guerra!

Lorenzo Quadri