Accordo quadro allo sfascio. E il 25 novembre si vota sull’autodeterminazione

 

Secondo l’ultimo sondaggio realizzato sul tema, lo sconcio accordo quadro istituzionale non ha il consenso della popolazione elvetica. I contrari sarebbero il 48%, i favorevoli solo il 43%. Ohibò: fino alla scorsa settimana ci sbolognavano cifre piuttosto diverse. In effetti, si raccontava di come gli svizzerotti fossero favorevoli allo sconcio trattato-capestro; quasi entusiasti! Adesso la musica cambia.

Per una qualche strana coincidenza (come no!) quando i consensi per l’UE calano la stampa di regime dà la notizia in formato francobollo (sempre che non la censuri direttamente). Se invece i consensi crescono, arrivano i titoloni in prima pagina. Lavaggio del cervello? Manipolazioni? Ma chi potrebbe mai pensarlo!

Proprio adesso che…

Lo sconcio accordo quadro istituzionale ci imporrebbe le leggi ed giudici stranieri.

Ora, non sta né in cielo né in terra che la Svizzera sottoscriva una simile oscenità. A maggior ragione adesso che:

  • La Commissione europea ha già le valigie in mano. In primavera, dopo le elezioni europee, non uno degli attuali funzionarietti di Bruxelles manterrà l’imbottita poltrona. E i loro partiti spalancatori di frontiere si prenderanno un’asfaltatura che la metà basta.
  • Due settimi del Consiglio federale, tra cui il co-titolare del dossier accordo quadro istituzionale (“Leider” Ammann), sono in partenza.
  • I cittadini svizzeri dovranno votare sulla devastante libera circolazione delle persone (l’iniziativa per la sua abolizione è riuscita alla grande) e dovranno pure votare, il prossimo 25 novembre, sull’iniziativa “per l’autodeterminazione” (contro i giudici stranieri).

Giudici stranieri

I “giudici stranieri” sono dunque il tema dell’iniziativa per l’autodeterminazione in votazione il prossimo 25 novembre, oltre che quello dell’accordo quadro istituzionale. Sicché il Consiglio federale immaginerebbe di correre a dire Sì ai giudici stranieri tramite accordo quadro – con lo stesso imbarazzante servilismo con cui ha detto Sì al regalo da 1.3 miliardi in cambio di nulla – per poi magari farsi sconfessare dal popolo a poche settimane di distanza? Sarebbe fuori di zucca.

Il mondo al contrario

Cosa chiede questa iniziativa “per l’autodeterminazione”? Chiede che la Costituzione svizzera abbia la preminenza sul diritto internazionale, e quindi su accordi internazionali del piffero. Accordi internazionali incompatibili con la Costituzione vanno rinegoziati e, qualora ciò non fosse possibile, disdetti.

A questa iniziativa bisogna assolutamente votare Sì.

Perché la Costituzione federale – e quindi la volontà popolare – deve tornare ad avere la priorità sugli accordi internazionali: “Prima la nostra… Costituzione!”.
Adesso invece accade il contrario: agli accordi internazionali è stata attribuita arbitrariamente la preminenza sulla nostra Costituzione; ovvero, sulla carta fondamentale dello Stato. Una simile aberrazione accade solo in Svizzera; inutile dilungarsi sul perché (partitocrazia con le braghe calate ad altezza caviglia). In Germania, per contro, la Corte costituzionale federale ha stabilito che prima viene la Costituzione tedesca, poi gli accordi internazionali.

Golpe contro il popolo

Risultato dell’attuale regime svizzero: le decisioni del popolo non vengono applicate con la scusa (vera o presunta) della contraddizione con accordi internazionali. Questo andazzo è stato instaurato dalla casta internazionalista e spalancatrice di frontiere (professorini universitari e legulei del Tribunale federale) negli ultimi anni. Non risponde ad alcun obbligo. Si tratta, invece, di un golpe contro il popolo. Che così si ritrova messo in un angolo.

Chiaro: la partitocrazia sempre più spesso viene asfaltata dalle urne. E quindi ha tutto l’interesse ad esautorare i cittadini (quelli che “non capiscono”; quelli che “votano sbagliato”) per poi fare i propri comodi.

L’iniziativa per l’autodeterminazione costituisce la necessaria restaurazione dei diritti popolari.
Due esempi

Solo due esempi dell’importanza di votare Sì il prossimo 25 novembre:
– con l’iniziativa per l’autodeterminazione in vigore, la preferenza indigena (“Prima i nostri”) oggi sarebbe realtà;
– con l’iniziativa d’attuazione in vigore, l’espulsione dei delinquenti stranieri sarebbe realtà.
Altro che “iniziativa inconcludente”, come ha dichiarato qualcuno!
Quanto alla storiella della “certezza del diritto”: ma non facciamo ridere i polli! La prima certezza che occorre avere è che le decisioni del popolo sovrano vengono applicate. Non ignorate con scuse del piffero. Senza questa certezza, non abbiamo nulla.

Lorenzo Quadri